mercoledì 21 settembre 2016

Primo giorno


Io e Super spesso ci troviamo a fantasticare su come sarebbe aprire un albergo, un bed&breakfast o una casa vacanza. Mariano, invece di fantasticare, lo ha fatto per davvero. "Lavoravo in Scozia. Facevo tutt'altro. Ogni tanto tornavo a trovare i miei genitori qui in Portogallo. Un giorno mi sono accorto che stavano diventando vecchi". Così è rimasto, ha chiesto consigli a una amica e lei gli ha indicato l'albergo più malfamato della città, accanto alla stazione. "Avrei potuto lasciare tutto così come era: clienti da 15, 30 minuti al massimo. Un via vai continuo. Erano soldi facili, ma non faceva per me". Così ha chiuso l'albergo per sei mesi, e ha lavorato sodo per eliminare ogni traccia del passato. Ogni tanto con l'aiuto di qualche operaio, il più delle volte da solo, come per la scala di legno all'ingresso, ogni gradino una forma e un colore diverso. "Sono due anni che non vado in vacanza. In tasca non ho nemmeno un euro. Questo posto è la mia vita". Si guarda intorno. Tira un sospiro. Poi si lascia scappare un sorriso "La prima settimana è stata un incubo. Non sapevo dove mettere le mani. C'erano i letti da fare, i bagni da pulire, le camere da riordinare. Mi stavo per arrendere. Solo che arriva questa cliente, una signora olandese, di quelle che viaggiano con lo zaino sulle spalle, e mi dice che nella vita bisogna dare se si vuole ricevere. È rimasta per quindici giorni, mi ha insegnato tutto. Praticamente mi ha salvato". La prossima settimana Mariano monterà la nuova insegna. A quel punto la trasformazione sarà completa. Mi versa tre mestoli di zuppa in un piatto e continua a parlare. Io me ne sto in piedi, sulla porta, cercando di non ustionarmi la lingua e mentre lo ascolto mi dico che probabilmente non avrò mai il coraggio di fare quello che ha fatto lui.



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