mercoledì 30 dicembre 2009

Prove tecniche di Capodanno (sotto ricatto)

Domani cenone con gli amici di Lucifero e l'infernale Lips. Visto che sono stonato come una campana e più raffreddato di un merluzzo findus, questa sera abbiamo fatto le prove. Sarebbe meglio stendere un velo pietoso sulla mia performance e parlare del suo vibrato perfetto, però Macsi e BlackHole minacciano di incasinarmi le stringhe di ricerca quindi mi tocca pubblicare la playlist della vergogna (gli altri sono pregati di ignorare questo post):

- Umbrella [Rihanna ft Jay-Z]
- Lascia che io sia [Nek]
- More than words [Extreme]
- Barbie girl [Aqua]
- Karma Chameleon [Culture Club]
- Hey there Delilah [Plain White T’s]
Distanza:17,237 km
Tempo:1 20' 00''
Velocità media:12,93 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.588,552
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.220,189

giovedì 17 dicembre 2009

Ricevo e pubblico

Lo spirito del Natale non alberga in questo blog ma l'ottimo Mauro ha pensato di porvi rimedio con questa foto che non riesco del tutto a decifrare. Non si vince niente, ma sbizzarritevi nelle spiegazioni. Lo spirito del Natale non alberga nemmeno nelle mie scarpe ma tra un attimo vado a correre con i Marziani vestito come un elfo peruviano strafatto di crack. Buona serata a tutti.
Fotoreperto #2: cos'è la ChrismasMadnezz?

Appena escono le foto ne pubblico una del Natale Marziano.

martedì 15 dicembre 2009

Ehi tu!

Ehi tu. Tu che non eri previsto e nemmeno lontanamente sognato. Tu che continui a cercarmi anche se faccio di tutto per spaventarti. Tu che non ti offendi se mi offri la pizza e poi non ti invito a salire. Tu che appena tornato in Italia avevi già voglia di vedermi. Tu che mi metti sempre più in imbarazzo con i tuoi complimenti. Tu che quando ho voluto sapere delle tue avventure a Berlino mi hai risposto senza mentire. Tu che vivi di corsa, seguendo l'istinto, senza mai fermarti a riflettere. Tu che citi sempre il piccolo principe. Tu che non smetti mai di sorridere e pensi che sia una condanna mentre io vorrei riuscirci per un giorno intero. Tu che mi baci per strada, al bar, in palestra o nel tuo bolide nero. Tu che mi dici cose irriferibili mentre faccio la doccia e ci sono altre dieci persone che ascoltano. Tu che da oggi dovrai cambiare armadietto perché non mi posso spogliare se mi guardi in quel modo. Tu che giochi sempre al rilancio e se ti dico stasera niente sesso mi rispondi va bene, allora ci toglieremo i vestiti, ci infileremo sotto le coperte, guarderemo la tele, mangeremo un quintale di gelato e ce ne staremo abbracciati per tredici ore filate e poi lo fai per davvero. Tu che sei pigro e mi guardi strano perché alle cinque di mattina vorrei liberarmi dalla tua morsa per andare a correre. Tu che non hai mai visto l'alba dalla Collina dei Ciliegi ma mi costringi a maratone di sms nel cuore della notte dopo essere stato chissà dove e con chi. Tu che hai una morale elastica ma pure un cuore. Tu che mi parli dei tuoi ex e mi chiedi di XXX. Tu che continui a distrarmi mentre scrivo questo post. Tu che mi riempi di dubbi e non mi regali nessuna certezza. Tu che hai una cucina ma non la usi e questo è pure peggio che avere tre posti letto e dormire per terra. Tu che mentre camminiamo per strada scruti tutti i ragazzi che passano. Tu che ti esalti per i gadget tecnologici e le pubblicità fatte bene. Tu che hai la memoria di un pesce rosso ma sostieni di ricordare ogni millimetro del mio corpo. Tu che vorresti esplorare il mio Equatore ma sai di non poter superare il Tropico del Cancro e nemmeno quello del Capricorno, almeno finché non ti avrò conosciuto un po' meglio. Chi sei? Il ragazzo più carino del mondo o solo un adorabile puttaniere? Non l'ho ancora capito, ma ho intenzione di scoprirlo. Sei stato avvisato.

Io.

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Distanza:17,620 km
Tempo:1 20' 00''
Velocità media:13,22 km/h

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lunedì 7 dicembre 2009

Avvento

Il Natale di solito mi mette di buon umore. Non so perché. Sarà il freddo, la neve, la gente per strada, le candele alle finestre. Saranno i dolci e le canzoni. Oppure le vetrine addobbate e gli alberi illuminati. Saranno i rametti di vischio sotto cui baciarsi o quei vecchi film strappalacrime che mi fanno commuovere sempre. Quale che sia il motivo, difficilmente resisto al fascino della festa e del consumismo. Mi lascio travolgere dalla ricerca dei regali, dalla preparazione delle cene, dalle piccole cortesie, dalle visite ai parenti e dagli altri mille riti che caratterizzano questo periodo. Ma non quest'anno. Quest'anno proprio non ne ho voglia. Non riesco a sentire lo spirito del Natale e se domani mattina mi svegliassi scoprendo che siamo già arrivati all'Epifania sarei davvero contento.

Per cercare di rimettermi in sintonia col mondo, Super mi regalato un calendario dell'avvento. E non uno qualsiasi, ma uno fatto a mano da lei, con dentro tante sorprese e un sacco di cose buone. Ci sono tanti pacchettini numerati e devo aprirne uno al giorno. In quello di oggi c'era del cioccolato fondente, il mio preferito. Ecco, per me il Natale dovrebbe essere una cosa così: qualcuno che perde un po' del suo tempo cercando di ricordarsi cosa ti rende felice. Grazie, sorellina.


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Distanza:17,740 km
Tempo:1 27' 00''
Velocità media:12,23 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.660,152
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domenica 6 dicembre 2009

Spogliatoi

Qualcuno mi spiega perché in palestra siamo sempre ignudi o al massimo con un asciugamano in vita mentre in piscina hanno tutti l'accappatoio e si cambiano in quei cubicoli microscopici? E poi, diciamolo, fare la doccia senza sfilarsi il costume non è proprio una gran furbata: come far pipì col preservativo.

sabato 5 dicembre 2009

Nomen omen

Mi sono appena accorto che tutti i ragazzi con cui sono mai uscito avevano un nome che finiva per ano. La dimensione del campione non è statisticamente rilevante ma la tendenza pare significativa.
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Distanza:24,670 km
Tempo:2 01' 00''
Velocità media:12,23 km/h

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venerdì 4 dicembre 2009

giast-e-pitsa

È ufficiale: da quando Lord ha sdoganato i bear possiamo finalmente rincasare a notte fonda senza vergognarci di avere una faccia così e senza che i vicini chiamino la polizia perché un licantropo s'aggira per il palazzo.
REWIND Quasi ventiquattro ore prima. Apro gli occhi, l'orologio dice che sono le quattro passate da poco. Ormai so come funziona: mi alzo e lascio che la giornata abbia inizio. Latte, corn flakes, uno sguardo a Tokyo, le mail e Al Jazeera in sottofondo. Chissà cos'è che mi ha tolto il sonno.

FAST FORWARD Sei ore prima della foto o qualcosa di più. Comincia a cadere una pioggerellina leggera leggera. Sotto casa* c'è un coupè nero. Dentro il coupè un Lucifero sorridente e profumato. Guida con una mano sul volante e l'altra sul mio ginocchio. Sarà per questo che sbaglia continuamente gli incroci?

REWIND Cinque messaggi dall'alba al tramonto non saranno troppi? L'ultimo diceva "Adesso doccia. Poi da te. Bacio". Alle otto sono ancora a San Babila: giusto il tempo di commettere qualche infrazione al codice della strada, darmi una ripulita e infilarmi la prima cosa che capita.

FAST FORWARD Pizzeria in centro. Lucifero qui non è semplicemente di casa. Lui qui ci abita. La proprietaria mi accoglie come farei io col fidanzato di mia sorella. Leggero imbarazzo. Come prescritto dal manuale cencelli-cooper-macsi-blackhole lascio che sia lui a scegliere altrimenti potrei ordinare la lista completa degli ingredienti taboo: aglio, cipolla, peperoncino e acciughe. Sceglie un misto di rucola, speck e gorgonzola senza nemmeno consultare il menu. Adoro quest'uomo: ci piacciono gli stessi sapori decisi.

PLAY Lui con la sua magliettina firmata. Io con la mia polo oviesse. Lui che continua a sfiorarmi. Io che lo guardo e mi chiedo come mai sia seduto davanti a me. Lui col suo accento piacentino. Io che ogni tanto gli chiedo di ripetere. Un diluvio di parole su qualsiasi argomento. Famiglia, lavoro, amici, fidanzati, passioni, pigrizie, tatuaggi, sport, sogni, desideri, ambizioni… E lui che non manca di ripetermi come sia contento di essere lì, perché era più di un anno voleva invitarmi ma non sapeva se…

PAUSE No, dico, mi hai guardato bene? Sicuro che non mi hai scambiato per un altro? Io sono lo scamorzino che corre tutto il tempo. Quello in perenne fuga da sé e dagli altri. Tu sei Lucifero, trasudi sesso e sicurezza, sei l'archetipo del maschio alfa da spogliatoio. Sei tu quello che suscita sopite passioni, io al massimo posso indurre un leggero sopore...

FORWARD Mezzanotte. Di nuovo in macchina. Di nuovo sotto casa*. "Lo sai che non ti chiederò di salire, vero?". "Lo so. Ho capito che già essere qui è uno sforzo pazzesco". Fuori piove e fa freddo. L'abitacolo si riempie di parole, risate, sorrisi e calore. I vetri si appannano in fretta e Lucifero ci disegna sopra col dito. Poi c'è un primo bacio. E un secondo. E un terzo. E qualche altro migliaio. Non è poi così male starsene abbracciati in un bolide nero col ticchettio della pioggia e un ragazzo che vorrebbe conoscerti meglio.

STOP Molto più tardi. Dopo molte coccole, molti discorsi e qualche raro momento di silenzio, praticamente al limite della disidratazione, ci auguriamo la buona notte. Io scendo. Lui accende il motore e se ne va, tranquillamente, senza farlo rombare. Domani partirà per Berlino. Io mi alzerò all'alba e me ne andrò in palestra. È stata una bella serata, e sembra che ce ne sarà un'altra.
*Nota: casa è licenza poetica, si tratta sempre della solita scatola.
Distanza:17,210 km
Tempo:1 20' 00''
Velocità media:12,91 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.665,480
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.232,018

martedì 1 dicembre 2009

Operazione giast-e-pitsa [test drive]

Non che lo scopo ultimo di questo blog sia raccontare certe cose, però mi era parso di cogliere un discreto interesse per la vicenda quindi vi aggiorno.

Dopo due settimane di assenza ingiustificata, Lucifero è finalmente tornato. Ha sorriso e la prima cosa che ha detto non è stata Ciao ma Dammi il tuo numero di telefono. Poi, del tutto incurante del pericolo a cui si esponeva, ha deciso che avremmo corso insieme. Nei successivi tre quarti d'ora s'è parlato di iPhone, pubblicità, revenue sharing, mercati azionari, tassazione delle stock options, sesso, aids, profilattici, Kilye, Natalie, Leona, Goldrake, Georgie, Lady Oscar, emo, trans, paninari, architettura, minareti svizzeri, crocifissi italiani, papi tedeschi, papi nostrani, pizze, case, viaggi, internet e accenti. Nel mentre, ci siamo anche più o meno accordati su un dove e un quando. Poi lui se ne è andato e io ho continuato. Tutto molto semplice. Tutto molto tranquillo. Tutto senza problemi. Ah, già dimenticavo. Poi ho vomitato. Ma capita a tutti, no?

Si accettano idee, consigli, suggerimenti...
Distanza:16,060 km
Tempo:
1 15' 00''
Velocità media:
12,85 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.672,430
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sabato 28 novembre 2009

Inglourious Basterds

Praticamente la sporca dozzina riveduta e corretta da un Sergio Leone assetato di sangue. Un capolavoro. Roba che appena finiti i titoli di coda vorresti rapire il regista, lo sceneggiatore e mezzo cast solo per costringerli a raccontarti i segreti di ogni scena. Cinque capitoli così assurdamente perfetti, patinati e diversi che ciascuno potrebbe essere un film a se stante. La partenza è western: i banditi a cavallo raggiungono una casa sperduta in mezzo alla prateria. Poco importa che siano nazisti in motocicletta e colline francesi: la sostanza non cambia. C'è un colonnello delle SS così gentile e spietato da farti venire i brividi anche quando beve un bicchiere di latte. C'è un manipolo di eroi votati al massacro. C'è un cecchino innamorato della ragazza sbagliata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. C'è un piano per uccidere Hitler, anzi due. C'è un finale che non arriva mai, con infiniti colpi di scena, scoperte, uccisioni e tradimenti che quando si accendono le luci in sala ti aspetti debba succedere ancora qualcosa. Se non l'avete già visto (ormai è uscito da un po') andate a vederlo e ditemi se non ci scappa un Oscar per il Colonnello Landa di Christoph Waltz o il Winston Churchill di Rod Taylor (uno che riesce a riempire lo schermo con tre sole battute).

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Distanza:
21,760 km
Tempo:
1 47' 00''
Velocità media:
12,20 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.687,070
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.232,415

martedì 24 novembre 2009

La merenda dei campioni

Milano, ore 15

- Ambrogio...
- Signore...
- Avverto un leggero langurino.
- Ci fermiano per prendere qualcosa?
- Mmmmm, non saprei cosa, Ambrogio. La mia non è proprio fame. È più... voglia di sbranare un cavallo.
- Capisco, signore. Ecco: pani ca meusa maritato. Milza, polmone e trachea bolliti, affettati e poi saltati nella sugna. Il tutto avvolto da un morbido panino tondo, con uno strato di ricotta da un lato e caciocavallo grattugiato dall'altro.
- Mmmmm... E poi?
- U cannolu. Pasta fritta nello strutto, ripieno di ricotta, arancia candita e una spolverata di zucchero a velo.
- Bravo, Ambrogio. Pensi proprio a tutto.

Ormai sono a un passo dalla bulimia. Aiutatemi. L'Antica Focacceria San Francesco è appena sbarcata in via San Paolo a Milano. L'ambiente poteva essere meno freddo, il servizio non è dei migliori e il cibo non è proprio come quello della Vucciria, però se avete voglia di junk food è sempre meglio di McDonald's.
Distanza:
14,927 km
Tempo:
1 10' 00''
Velocità media:
12,79 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.681,692
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.214,136

domenica 22 novembre 2009

Avviso ai naviganti

Se da una parte c'è scritto CORSIA VELOCE e dall'altra RITMO SOSTENUTO significa che dovete essere veloci e nuotare a ritmo sostenuto. Se preferite essere un po' più lenti e andare tranquilli ci sono le corsie laterali. In caso di dubbio applicate la seguente regola: se la stessa persona è costretta a superarvi più di due volte in un quarto d'ora siete nella corsia sbagliata.

Cavolo, perché mi tengo sempre dentro certe cose e non riesco ad essere un po' meno cortese con gli estranei?

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sabato 21 novembre 2009

Incontri ravvicinati del podista tipo

Una volta al mese i marziani invadono la città. Sono gialli, rossi e arancioni. Ce ne sono anche un paio verdini, come è naturale che siano, e pure qualcuno tutto nero che non è proprio canonico ma va bene lo stesso. Ovviamente ci sono marziani maschi e marziane femmine, perché su Marte la questione della pari opportunità ormai l'hanno risolta da un pezzo. Ci sono marziani vecchi, marziani giovani e pure marziani bambini che hanno occhi grandi e sorrisi sdentati. Marziani alti, marziani bassi, marziani larghi, marziani stretti, marziani belli, marziani brutti, marziani questo e marziani quello. In ogni caso, sempre e comunque marziani. Cosa fanno? Corrono, parlano, gridano, ridono e scherzano. Salutano i vigili e distribuiscono fiori ai passanti. Bloccano il traffico, posano con i turisti e pubblicizzano iniziative benefiche. Si infilano nei cortili, attraversano i palazzi e ogni tanto invadono anche le stazioni della metropolitana. Provano a fare proseliti e si concedono un'ora di puro divertimento. Cercano di conoscersi meglio e organizzano nuove invasioni. È Podisti da Marte, la critical mass di quelli che corrono. Questa mattina c'ero pure io, vestito come un evidenziatore e col pettorale da marziano. Tra un mese si replica. Ovviamente ci torno.

Qui foto e video.


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Distanza:
20,900 km
Tempo:
2 02' 00''
Velocità media:
10,28 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.695,915
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.241,404

martedì 17 novembre 2009

Ciocoblog

Dalle 19 in poi questo blog si trasferisce da Chocolat in via Boccaccio al 9. Si berrà cioccolata, si mangeranno dolci ipercalorici e ci faremo gli uni i fatti degli altri. Ovviamente offre il titolare.

domenica 15 novembre 2009

Milano-Pavia 2009

In estrema sintesi: ho fatto un po' schifo. Domani elaboro meglio il concetto perchè ora (sono le 5) devo farmi la doccia e correre da Super (sorella batte blog: non c'è storia). Tranquilli, non credo abbia intenzione di segregarmi in una cella umida e buia.
Vista in televisione la maratona è roba da marziani, gente capace di viaggiare a più di venti chilometri all'ora su una distanza che pare infinita. Gente come la Radcliffe, Gebrselassie, Baldini o la Mikitenko per cui arrivare al trentesimo è solo riscaldamento e la vera gara comincia da lì. Gente che scatta in avanti, esce dal gruppo, fa il vuoto alle sue spalle. Provate a seguirmi, se ne siete capaci, io proseguo così fino al traguardo. E tu vedi il gruppo che diventa un manipolo, il manipolo che si trasforma in una fila indiana, la fila che si allunga di qualche metro ogni volta e perde pezzi per strada... E mi spiace per chi resta indietro, ma io oggi sto bene e ho voglia di vincere. La maratona della tivù è quella dei campioni, delle Olimpiadi, dei Mondiali, di New York, Londra e Berlino. È la maratona chi sta davanti, di chi si lascia dietro avversari e compagni, di chi vuole vincere e non solo arrivare. Tutto il contrario della mia Milano-Pavia, e non importa se ho fatto un po' schifo perché mi sono divertito lo stesso. Ore 8:30 partenza dal Parco delle Cave: umido, freddo, cielo grigio e la città che ancora dorme mentre noi siamo svegli da un pezzo. Terra battuta, fango, sterrato poi finalmente l'asfalto. A Lorenteggio raggiungo quelli della San Marco. Siamo una dozzina, gruppo compatto, con Gaetano in testa a fare l'andatura ed Enrico a controllare i tempi. Un'altra escursione nel fango e poi il Naviglio Grande, la Darsena, e il Naviglio Pavese. Tutti insieme e tutti con lo stesso ritmo. Si riesce persino a parlare, a scherzare, a fare battute sui cambi di sponda e a sorridere per le mogli che scattano foto sul ciglio della strada. Chi sta davanti segnala gli ostacoli. Quelli di dietro avvertono quando bisogna mettersi di lato perché stanno arrivando i primi concorrenti della mezza maratona o della gara storica. Si parla di altre gare, di allenamenti a orari improbabili e di chi si è visto passare. Poi si comincia a risparmiare le forze e le chiacchiere lasciano il posto al rumore delle scarpe sulla strada bagnata. Il rilevamento di metà corsa è un punto indistinto tra una città e l'altra, col canale da un lato e gli alberi a delimitare un campo di terra marrone.

1:38:43 – Milano City Marathon 2008
1:33:45 – Stramilano Agonistica 2009
1:33:44 – MilanoPavia 2009 (42km)
1:33:01 – Mezza di Monza 2009

È da quando siamo partiti che inseguiamo la sagoma nera di chi ci precede. Lui solo e noi in gruppo. Ci separano sempre meno di cento metri ma sembra impossibile raggiungerlo. Sulla schiena ha una scritta: faber est quisque fortunae suae. Al venticinquesimo si gira a sinistra per imboccare il tunnel sotto la statale, si fa una piccola discesa al buio e una curva a destra prima di risalire sul ponte di legno. Poi c'è il ristoro ed è là che succede l'imprevisto. Faber si ferma. All'improvviso. E più o meno tutti dietro di lui si fermano o rallentano. Il gruppo riparte ma non è più la stessa cosa. Avete presente le Olimpiadi d'Atene, quando Vanderlei de Lima venne bloccato da quello sciroccato irlandese? Succede proprio così. Un attimo primo eravamo compatti e concentrati, un attimo dopo non sappiamo più cosa stiamo facendo. Qualcuno riprende, qualcuno resta indietro. Cinque, dieci, venti, cinquanta metri. Ci sono due chilometri di terra battuta che tagliano le gambe e addio gruppo. L'acido lattico mi distrugge le cosce. Al trentesimo cedo. Qui Baldini e la Radcliffe staccherebbero gli avversari voltandosi indietro con un sorriso di sfida. Io invece sorrido grato a chi mi offre un tè caldo e una zolletta di zucchero. Sono morto. Rallento. Arriva Faber e mi dice “Dai, andiamo che li riprendiamo”. Provo due passi veloci ma fa troppo male. Non gli dico dove dovrebbe andare perché sono troppo signore. Al trentacinquesimo crollo. Ho male dappertutto. Alla testa, alla milza, alle punte dei piedi e soprattutto alla gamba destra, dalla caviglia all'anca passando per il ginocchio. Per la prima volta scopro l'esistenza della bandella, il muscolo maledetto all'esterno dell'articolazione. Prima fa male, poi smette per un paio di chilometri, poi inizia a scattare ogni volta che faccio un passo in avanti. È insopportabile. Il bello è che nel frattempo arrivano dei perfetti sconosciuti che si avvicinano e mi dicono di continuare, di non fermarmi. C'è persino chi mi abbraccia e dice “andiamo, ti porto io”. Voi riuscite a immaginare Gebrselassie che rinuncia a fare il suo personale per aiutare un avversario in difficoltà? E così un po' zoppicando, un po' correndo, un po' da solo, un po' (anzi molto) aiutato da perfetti sconosciuti arrivo in città, mi faccio l'ultimo chilometro di corsa e taglio il traguardo allargando le braccia per non perdere l'equilibrio nella discesa finale. Ho fatto un po' schifo ma non importa.

3:52:51 – Milano City Marathon 2008
3:37:25 – MilanoPavia 2009 (42km)


Cosa non ha funzionato
Soprattutto la testa. Sono partito troppo veloce e l'ho pagata. Anche senza l'incidente con Faber non penso che sarei riuscito a tenere quel ritmo fino in fondo. Magari sarei rimasto col gruppo fino al trentesimo ma poi mi sarebbe venuto un infarto e il traguardo l'avrei visto solo in fotografia. Un po' mi dispiace perché nei lunghi ero stato di una regolarità impressionante. Poi ho fatto l'enorme fesseria di fermarmi un paio di volte col freddo che faceva, per giunta con due cisterne d'acido lattico al posto delle gambe. Il corpo ha cercato di evitare il dolore, ho cominciato a camminare in modo strano e così mi sono giocato pure la caviglia, l'anca e il ginocchio. Effetto domino. Se non altro il calvario è durato molto meno che alla Maratona di Milano.

Due parole per chi volesse partecipare l'anno prossimo
Sulla carta è una corsa in pianura ma ci sono parecchie salite e discese in corrispondenza dei vecchi ponti. Nulla di tremendo ma è bene saperlo. Il cavalcavia alla fine di via Giordani e l'arrivo al Ponte Coperto sono piuttosto impegnativi. Il primo è abbastanza ripido ed è proprio all'inizio. Il secondo è una discesa su lastroni non troppo regolari. Aspettatevi ogni genere di fondo, in prevalenza è asfalto, ma c'è anche un lungo tratto in terra battuta, un po' di sterrato, dei passaggi sul legno e sul ferro e, da Binasco in avanti, chi vuole può scivolare sulla vernice rossa della pista ciclabile (io sono rimasto sulla corsia nera perché offriva un po' di aderenza in più). Il percorso è teoricamente rettilineo ma ci sono anche delle curve e controcurve in rapida successione, spesso pure con ostacoli (buche, marciapiedi, pali, cartelli). Ultimo dettaglio: la prima metà del percorso sfrutta le vecchie alzaie che sono piuttosto strette e non consentono di superare. Trovate fin da subito il vostro ritmo e i vostri compagni di corsa (mi pare evidente che io non sono bravo in questo tipo di scelte).

Fauna
Ovviamente non mancavano i fanciulli di aspetto gradevole. Vi consiglio di cercare qualche foto del secondo classificato, decisamente il più bello di tutti. Stendiamo un velo pietoso sulle poche ragazze presenti.

Tre cose che gli organizzatori dovrebbero appuntarsi
(non sia mai passassero da queste parti)
(1) Mettiamoci d'accordo sui termini. Se si dice "spogliatoio all'arrivo" mi immagino di trovare una tenda, un camion, una scuola, qualcosa insomma, dove potermi cambiare e appoggiare la borsa. Stare nudo in mezzo a una piazza con un asciugamano intorno alla vita e un crampo che mi paralizza mentre cerco di infilarmi i boxer non rientra nella mia definizione di spogliatoio.
(2) Nemmeno a Guantanamo tengono i prigionieri a pane e acqua (almeno spero che non lo facciano più). Il primo rifornimento con la sola acqua (senza nemmeno il pane, per non parlare degli integratori) faceva venire un po' rabbia (specie se paragonato ai ricchi buffet incontrati più avanti).
(3) Non è colpa di nessuno se uno dei pullman per il rientro è finito altrove, però sarebbe stato meglio spiegare subito la situazione e offrire generi di conforto a chi come me è rimasto bloccato a Pavia per un paio d'ore.

Prova fotografica
Nei prossimi giorni potrebbe uscire una serie di foto che mi ritraggono mentre divoro una pila di fette biscottate intervallate da strati di nutella. Non è ritoccata con PhotoShop, sono io che sono una fogna, anche quando soffro le pene dell'Inferno.

E poi?
Tornato a Milano sono subito montato in sella, il giorno dopo ho fatto una lunga camminata in salita e trentasei ore dopo l'arrivo a Pavia i primi chilometri di corsa. Non riesco ancora a fare le scale senza una smorfia di dolore, ho le gambe a pezzi e ingurgito cibo proteico per riparare i danni, mi chiedo se non sia il caso di rassegnarsi a correre col cronometro al polso e sto già pensando alla Stramilano e alla MilanoFashionMarathon (giuro, si chiama così). In fin dei conti, mancano solo quattro mesi.


Manca ancora un paio di foto (appena le trovo le metto).


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sabato 14 novembre 2009

Possibilmente

Domani mattina maratona. 42.195 metri. L'importante è arrivare. Possibilmente vivi. Possibilmente sulle proprie gambe. Possibilmente senza farsi troppo male. Possibilmente senza buscarsi un malanno. Possibilmente senza vomitarsi anche l'anima. Possibilmente senza accasciarsi per terra in preda ai crampi allo stomaco. Possibilmente in meno di quattro ore. A tre ore e mezza si può festeggiare. Sotto le tre ore e un quarto ci si iscrive d’ufficio ai prossimi Gay Games.

Sono strafatto di pasta, crostatine, latte, corn flakes, fibre, pollo, kiwi, banane e marmellata. Le previsioni dicono pioggia, nebbia, nuvole e ancora pioggia. Ho mal di testa, il ginocchio destro che cigola, un bicipite femorale stirato ed entrambe le caviglie infiammate. Quindi, come diceva il signore in coda dietro me alla consegna dei pettorali, sto come deve stare un maratoneta prima della gara e non ho nulla di cui lamentarmi.

Ci sentiamo domani.

Possibilmente.


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Distanza:
6,060 km
Tempo:
27' 00''
Velocità media:
13,47 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.686,102
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.235,498

giovedì 12 novembre 2009

Tres novios

Disclaimer Il titolo non si riferisce alla nota troppia di Como.
Certe mattine, quando ci mancano gli argomenti di conversazione o non abbiamo niente di meglio da fare, Marcelo si diverte a prendermi in giro perché non ho un ragazzo, mi indica una serie di possibili candidati e ogni volta che provo a spiegargli la teoria del "meglio solo che male accompagnato" comincia a ripetermi che soy loco. Poi fa finta di aver avuto un'illuminazione, smette di parlare per un istante, mi guarda con quei suoi occhi argentini e si produce nella beffa finale "Tanto è inutile che ti cerco un ragazzo, hai già tre mariti".

I miei tres novios sono Lucifero, BelloComeIlSole, e ilPornoGelataio. Manco a dirlo, sono i ragazzi più carini del turno alba. Carini è riduttivo. Diciamo pure che sono dei gran fighi. Non mi ricordo come è nata questa storia del novio, né quali siano i requisiti necessari perché Marcelo possa unirci nel sacro vincolo del matrimonio. L'unico tratto comune sono i capelli tagliati cortissimi e il fatto, quasi inspiegabile, che tutti e tre mi rivolgono la parola (il fatto si potrebbe spiegare con la semplice cortesia, ma se avete avuto un'adolescenza da brutto anatroccolo anche certe cortesie finiscono per sembrarvi inaudite).

IlPornoGelataio ha la pelle ambrata, veste quasi sempre di bianco (da qui il nome) e quando ti dice ciao sembra un gatto che fa le fusa (detto così non suona proprio bene, ma vi assicuro che dal vivo è un'esperienza indimenticabile). Si allena leggendo l'Economist il lunedì e il Sole24Ore da martedì in poi. Non suda mai. Ha le dita lunghissime e il fisico asciutto.

Di BelloComeIlSole s'è già detto. Aggiungo solo che qualche settimana fa, quando ancora non faceva tanto freddo, è uscito mentre fuori infuriava il temporale. Non aveva né giacca, né ombrello. Dopo trenta secondi era zuppo, i calzoni gli si erano incollati addosso, la camicia era ormai trasparente e si attirava un'infinità di sguardi lascivi, i miei e quelli di Marcelo.

Lucifero si chiama Luciano. Ha il sorriso diabolico, la vita stretta, le spalle larghe, un enorme tribale e l'accento emiliano. Non tocca mai i pesi perché -beato lui- per tonificare ogni muscolo di quel corpo prodigioso gli basta un'ora sul cardio wave in compagnia del suo iPhone. Ogni tanto mette pure gli occhiali e, scusate, ma io ho sempre avuto un debole per quelli con l'aria da intellettuale.

La vita con i tre coniugi è semplice e meravigliosa. Troppo belli per rientrare nella categoria dei papabili fidanzati. Troppo carini per non scambiarci almeno una battuta ogni tanto. Troppo inarrivabili per costituire una seria minaccia.

Almeno fino a oggi. Già, perché dopo aver concluso la rifinitura, questa mattina entro nello spogliatoio e mi si para davanti Lucifero, nudo come mamma l'ha fatto. "k... ...resti ...era ...nd'este ci...iare un'izza?". E qui ve lo devo dire. Ho fatto il servizio civile all'ente sordomuti ed è stata un'esperienza bellissima. Però quando ci sono entrato sentivo alla perfezione mentre da quando ne sono uscito ho bisogno di leggere le labbra per capire cosa mi dicono. "Scusa, potresti ripetere?". "Dicevo, che ne diresti, una sera di queste, di andarci a mangiare una pizza?".

Cooooosa? Stai scherzando? Tu, uno dei tres novios, simbolo vivente della bellezza, concentrato di ormoni con gli occhiali, stai chiedendo a me di uscire? No aspetta, mi stai prendendo in giro. È una candid camera, vero? Bravi, bravi, complimenti. C'ero quasi cascato. Dove sono le telecamere?

Ma sei impazzito? Ti è andato di volta il cervello? Ti rendi conto che stai violando ogni regola scritta e non scritta del nostro rapporto? Non puoi averlo detto davvero. Adesso ti chiedo di ripeterlo. Accidenti, l'ho già fatto. Se te lo chiedo di nuovo poi magari pensi che ti sto prendendo in giro.

Pensa, Benedetto. Pensa. È solo una pizza. Lui è qui davanti a te col suo sorriso diabolico in mezzo alla faccia e una specie di idrante in mezzo alle gambe, roba che come minimo ti si sloga la mandibola e tu devi rispondere in fretta perché ormai il tempo è passato e non c'è più sabbia nella clessidra.


"Si può fare". Già, così, come Gene Wilder in Frankenstein Jr, ma con meno entusiasmo e un vagone di incredulità. E finalmente il mondo riprende a girare. L'ho detto. Non me lo posso rimangiare. "Però non questa settimana che domenica ho una maratona".

"Va bene, allora la prossima". "Volentieri. Grazie". L'autore del blog si gira, e con fare altero cammina verso le quinte, uscendo di scena. Il novio, sorride, lo guarda allontanarsi, raccoglie le sue cose e si dirige verso le docce. Musica in sottofondo. Rumore d'acqua che scorre. Le luci si abbassano. Sipario. Applausi.

Adesso non vi montate la testa. Sarà solo una pizza. Niente sesso col primo che passa altrimenti facevo prima a restare con XXX, che almeno lo conoscevo da quando avevo sedici anni, era il mio migliore amico e lo amavo più di me stesso. Comunque una pizza è già qualcosa, perché se me l'avesse chiesto sei mesi fa mi sarei subito chiuso a riccio e avrei tirato fuori una corazza che nemmeno un armadillo. E allora perché ho accettato? Perché, dico, quando mi ricapita di andare a mangiare una pizza con uno che nella vita fa il modello di intimo e se non lo fa ha sbagliato carriera?
Distanza:
12,893 km
Tempo:
1 00' 00''
Velocità media:
12,89 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.695,747
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.229,438

mercoledì 11 novembre 2009

Ka mate? Ka mate? Ka Ora! Ka Ora!

Il tamtam della palestra questa mattina annunciava: All Blacks a mezzogiorno in piscina. Al momento ho solo due certezze. La prima: l'improvvisa chiusura della zona oasi proprio a partire dall'ora di pranzo. La seconda: è mezzogiorno e sono davanti al computer. Se domani scopro che hanno ballato la Haka mezzi nudi nell'acqua mi taglio le vene.

sabato 7 novembre 2009

Orange Moka Frappuccino

Un chilo di farina: 72 centesimi (con Mastercard)
Dodici mesi di abbonamento a Sky: 499,56 euro (con Mastercard)
60 grammi di malto rarissimo: 16 centesimi (con Mastercard)

Guardare Zoolander col FraStellino dopo aver impastato focaccia e farinata: non ha prezzo.

Per tutto il resto c’è Mastercard. Io però ho una Visa. E di solito pago in contanti. Oppure col Bancomat.
Se vi serve una spiegazione del titolo vergognatevi e cliccate qui.


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Distanza:
21,300 km
Tempo:
1 42' 00''
Velocità media:
12,53 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.712,651
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.248,689

giovedì 5 novembre 2009

Ansia da prestazione

Chiedete pure in giro: non è che io sia proprio uno di quelli precisi e ordinati. Lascio che le pentole sporche si accumulino nel lavandino, metto i vestiti senza stirarli, mi faccio la barba ogni morte di papa e quando vado al supermercato dimentico di comprare almeno la metà delle cose di cui ho bisogno e mi tocca tornarci l'indomani. Certe volte però mi viene l'ansia da prestazione e mi incaponisco a voler fare le cose a regola d'arte, anche se poi magari non se ne accorge nessuno. Ad esempio: faccio una dacquoise al cioccolato che è la fine del mondo, ma non riesco a stendere la meringa sulla carta da forno se prima non ho usato il compasso per tracciare la circonferenza esatta che dovrà occupare. Oppure: poso le calze solo dopo averle appaiate e c'è da diventare matti perché le mie calze sono tutte uguali e l'unico modo per distinguerle è il test del carbonio 14 visto che alcune sono state in circolazione un po' più delle altre ma neanche poi così tanto. Adesso sono in fissa con i piatti della cucina di mia madre. Li ho attaccati quasi tutti. Me ne mancano solo due che dovrebbero stare in alto, vicino al soffitto, sopra due pensili e un mobile ad angolo. Ho provato con la scala di casa, mi son fatto prestare quella di FraStellino e ho persino rubato quella altissima del portiere. Niente: non ci arrivo. Ogni volta che vado dai miei, quell'angolo vuoto mi fa venire i nervi. No, ditemi, si può accettare una cosa così?

Distanza:
21,635 km
Tempo:
1 40' 00''
Velocità media:
12,98 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.706,796
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.241,381

martedì 3 novembre 2009

Una storia di famiglia

Quando mi faceva gli auguri per l'onomastico era solo perchè non brontolassi all'arrivo di un nuovo pulcinoelefante, vero?
Distanza:
21,593 km
Tempo:
1 40' 00''
Velocità media:
12,96 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.700,581
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.232,988

sabato 31 ottobre 2009

There's a new club in town

Il locale è buio e la musica assordante. Corpi levigati si riflettono sul pavimento lucido. Entro. Ovunque vedo ragazze tutte uguali. Restano immobili e perse finché non ti scoprono a guardarle. A quel punto, è come nei peggiori postriboli di Hanoi: cominciano a ballare, a sorriderti, a ripeterti "Hey, guy! How are you?". L'aria è intrisa di un profumo caldo e dolciastro, fiori e ormoni, il profumo della gioventù e quello del sesso. La temperatura è calda: un clima appiccicoso e tropicale. Mi arrampico su per la scala. Decine di piccoli riflettori illuminano enormi pareti colorate. Intorno a me sfilano sciami di persone, giovani e non, maschi e femmine. Tutti alla ricerca di qualcosa. Tutti ipnotizzati dal ritmo, dal profumo, dai fisici muscolosi che ti si offrono generosamente appena cominci a guardarli.

Giovedì mattina Abercrombie & Fitch è arrivato a Milano. Ovviamente io c'ero. E non ho ancora capito se sono stato in un negozio oppure in discoteca. Ho visto una bambina di cinque anni costretta dalla madre a posare con un Adone da togliere il fiato. Ho sentito un dodicenne che erudiva suo padre circa la forma del boxer perfetto. Sono scivolato fra giovani uomini in estasi e ragazzine sconvolte. Ho respirato quell'aria intrisa di zenzero, bergamotto, pepe bianco e dio solo sa cos'altro. Mi sono perso già all'entrata, quando non si capisce se devi andare a destra o a sinistra e non c'è nemmeno un cartello che ti indichi in che reparto sei capitato, se uomo, donna, gay o bambino. Ho ammirato modelli troppo belli per essere veri. E, in effetti, se ne stavano lì smarriti, immobili, con gli occhi spenti e l'espressione frastornata, almeno finché non superavi una linea invisibile oltre la quale riprendevano a sorridere e a muovere i fianchi, come gli automi di un parco giochi.

PAGELLA FINALE

Esperienza d'acquisto: 3. Troppa confusione, troppa roba, pochi manichini e poco spazio. Finisce che cominci a smontare gli scaffali, tirando giù decine di jeans e magliette, sperando di trovare qualcosa che ti piaccia o che sia almeno della tua taglia.

Esperienza ormonale: 10. Sempre che vi piacciano gli uomini vestiti da boscaioli, ancorché sprovvisti d'ascia, scure o mazza (discorso a parte per i patiti del gentil sesso: difficile che queste ninfette in camicia di flanella e infradito di plastica possano suscitare un brivido a qualcuno).

Restauro: 7. Esternamente il palazzo di Gio Ponti è salvo. Internamente si poteva far meglio. Mi dicono che poi apriranno anche gli ultimi piani e forse ci sarà pure un bar. Aspetto di vedere i camerieri.

In sintesi: non ci comprerò mai niente ma ogni volta che avrò nostalgia dei pomeriggi da adolescente in discoteca saprò dove andare.

E già che ci siamo vi consiglio no shirts, un grande classico di improveverywhere.


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Distanza:
35,190 km
Tempo:
2 57' 00''
Velocità media:
11,93 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.732,917
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.243,195

domenica 20 settembre 2009

Mezza di Monza 2009 - Un cretino in pole position

Grazie per la fiducia. Dopo un mese sono finalmente riuscito a scrivere questo post. Con gli sms del cellulare. 140 caratteri per volta, come su Twitter. No, dico, vi rendete conto? Io che uso il cellulare, praticamente uno dei sette segni che anticipano l'arrivo dell'Armageddon...
km -05,0Cominciamo bene. Maxi ingorgo dalla statale 36 in poi. 8 semafori in 90 minuti. La gente si spoglia in macchina. Rischiamo di non arrivare.
km -01,5Scendo e proseguo a piedi. Partenza rinviata di 15 minuti. Giusto il tempo di consegnare la borsa e fare il riscaldamento.
km -00,1Spettacolo: ho attraversato un box di formula1. Delusione: la tribuna esterna è un enorme ponteggio di tubi innocenti.
km 00,0Beep. Semaforo rosso. Beep. Semaforo giallo. Beep. Semaforo verde. Colpo di pistola. Bang. Il semaforo si spegne. Partiti!
km 00,0Almeno mille cretini fanno Broom e cominciano a correre. Essendo molto cretino, faccio Brooooom pure io.
km 00,2Incredibile: la pista è larga come la Salerno-Reggio Calabria. E non c'è nemmeno la corsia d'emergenza (come sulla Salerno-Reggio Calabria).
km 00,6Consiglio degli esperti: la traiettoria più corta è sempre all'interno della pista.
km 00,8Variante del rettifilo. Curva a destra. Un bastardo mi spinge sull'erba. Ritorno in pista e piego a sinistra. Ora lo uccido.
km 01,0Concerto di cronometri, Nike+ e navigatori satellitari. Mancano solo i dati della telemetria in sovrimpressione. 4'20": partenza bruciante.
km 01,2Curva di Biassono, praticamente tutta sul cordolo. Il cordolo è pieno di tombini per eliminare l'acqua. Voi lo sapevate? Io no.
km 01,9Variante della Roggia. Gruppo ancora compatto. Vie di fuga piene di ghiaia a destra e sinistra.
km 02,2Curva di Lesmo. Un pezzo di storia e manco me ne accorgo. Finisce il tratto all'ombra.
km 03,0Curva del Serraglio. Di nuovo nel bosco. Ci sono tribune piccole piccole e vialetti che in tivù non si vedono mai.
km 03,5Dimenticavo: da tre chilometri e mezzo sono incollato al sedere di QuelloFigo. Se frena all'improvviso combiniamo un guaio.
km 03,6Beh, perché non frena?
km 03,7Variante Ascari. Il compagno di squadra di QuelloFigo decide di alzare il ritmo e se ne va. Ne approfitto e mi infilo al suo fianco.
km 04,0Se un ragazzo carino ti saluta e comincia a parlarti, non importa a che velocità stai andando, tu sorridi e rispondi, no?
km 04,4Il ragazzo è un fine conversatore.
km 04,9Dopo mezza Parabolica, improvvisa curva a 90 gradi e uscita dal circuito. Le caviglie mandano calorosi insulti a chi ha tracciato il percorso.
km 05,0La sciura del rifornimento pensa di gestire un happy hour: ha i bicchieri vuoti sul tavolo e mi chiede Che ti posso offrire?.
km 05,1Disperazione: niente integratori. M'è toccata l'acqua di quelli giovani fin da giovani. Sa di vecchio. Maledetta pubblicità.
km 05,2QuelloFigo non regge il ritmo. Au revoir, mon amour!
km 05,3Picchiata vertiginosa. Almeno 15 gradi di pendenza. Risalita altrettanto ripida. Comincia la selezione.
km 06,0Seconda discesa. 200 metri per passare sotto la curva sud con i piedi trascinati a valle dalla forza di gravità.
km 06,2Seconda salita. Gente veramente in affanno. Mi mangio anche il compagno di QuelloFigo. Meno male che questi sono tesserati!
km 06,4Siamo nel parco e c'è un sacco di gente che tifa, saluta e ci pedala accanto. In direzione contraria arriva anche la testa della corsa.
km 07,5Curva strettissima, piccolo rettilineo e nuova curva. La chiamano Mezza di Monza ma sarebbe meglio chiamarla Gimkana di Monza.
km 08,0Momento Survivor. Siamo in mezzo a un fitto bosco, su una stradina strettissima con un po' di fango per terra e pure in salita. Bellissimo.
km 09,0A parte il fatto che siamo alla curva numero 22, tutto bene. Ormai è da un po' che corro con le stesse persone.
km 09,7Una cosa che ignoravo sul Parco di Monza: ci sono ristoranti dalle cui cucine escono profumi celestiali. Datemi da mangiare!
km 09,9Vedo il punto ristoro poco più avanti.
km 10,0Non vedo più niente! Nella foga del momento mi sono versato negli occhi mezzo bicchiere di Powerade Mountain Glast. Dolore.
km 10,1Ingredienti base del Mountain Glast: acido citrico, citrato sodico e citrato tripotassico. Manca solo la candeggina. Cento metri con gli occhi chiusi.
km 10,3Da questo momento in poi non so più dove sono né in che direzione sto andando. Vabbè: basta seguire il fiume. Il fiume e la folla.
km 11,0I tapascioni lo fanno meglio.* Letto sulle spalle di uno dei miei compagni.
km 11,8Breve passaggio su un viale. Mi sembra di vedere Giorgio ma devo già buttarmi nella boscaglia.
km 12,5Momento machista – Parte I. Sono circondato da villici in fibrillazione per le chiappe di quella davanti a noi. QuelloFigo era meglio.
km 12,7Momento machista – Parte II. Superiamo la tipa e scattano gli apprezzamenti per un paio di bocce effettivamente meritevoli.
km 13,4Paesaggio romantico. Tra gli alberi si intravede la Villa Reale.
km 13,8Di nuovo sul viale. Noi in una direzione e chi ci precede in direzione opposta. Come da tradizione ci si saluta fra sconosciuti.
km 14,2Comincia un chilometro di rettilineo e una serie di dolori contemporanei a piedi, gambe, ginocchia, stomaco e milza.
km 14,3In preda a crisi mistica ripeto Un piede dopo l'altro. E tutti e due fino al traguardo. È roba da invasati ma funziona.
km 15,0Rifornimento perfetto. Che non sono mica così stupido da sbagliarli tutti, no?
km 15,8Potere del training autogeno: ho ripreso il controllo sul mio corpo.
km 16,0Mirabellino. e questa sarebbe una villa piccola?
km 16,2Ennesima curva a 90 gradi. Mi pare sia la numero 49. Prevedo tempi bassi. Inizia un'altra picchiata.
km 16,5Il tipo davanti a me sta schiumano. Letteralmente. Come i cavalli. Mai vista una cosa simile.
km 17,0Questa volta siamo noi la testa della corsa e incrociamo il serpentone che insegue. Qualcuno grida forza Capasso!
km 17,1Se non sapete chi è Capasso è perché siete persone equilibrate che non passano il tempo libero correndo.
km 17,6Curva a destra, dritti per 50 metri e poi inversione a U. Ma non c'era un altro modo per arrivare a 21 mila e 97 metri?
km 18,2Mirabello. siamo tornati sul viale che porta all'Autodromo. Ancora un quarto d'ora e sarà finita
km 18,7Camioncino con hot-dog e salamelle. Odoro... Adorooooo...
km 18,9Prima discesa per tornare in autodromo. È quella lunga, con in fondo il cartello dei 19 e la salita subito dopo.
km 19,7La picchiata finale fa ancora più male che all'andata. Una ragazza in bicicletta mi affianca e sorride. Zoccola!
km 20,1Puzza di gomma bruciata. Porsche e Ferrari driftano sui piazzali a destra e sinistra. So much Fast&Furious!
km 20,2Ultimo bicchiere di Powerade. Ultimo chilometro. Ce la posso fare.
km 20,3Uno schieramento di volontari ci accoglie sulla Parabolica. Il tifo è alle stelle.
km 20,4Broom, Broooommmm, Brooooommmmmm... Ma non finisce mai questa curva?
km 20,6Ecco il muretto, la pit-lane, le gradinate, il palazzo di vetro e cemento, la bandiera a scacchi. Ormai è fatta.
km 20,7Si comincia a parlare con i vicini. Ci si incita a vicenda. I complimenti si sprecano. Il traguardo è là.
km 21,0Dalle retrovie spunta una creatura mostruosa. Metà Fiorello ai tempi del Karaoke e metà capibara. Non lo voglio nella mia foto all'arrivo.
km 21,097Traguardo. 1:33:01. È record! (il mio, non quello del mondo). Mauro ti devo un chinotto (nel senso della bibita).
km 21,097Domande peregrine. Perché non c'è un ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri che mi infila un chilometro di lingua in bocca?
km +00,1It, non ti fermare. Giro sui tacchi e salto sul muretto. Arriva QuelloFigo con due minuti e mezzo di ritardo. Tiè!
km +00,1It, non ti fermare. Attraverso il box e ritiro il pacco gara. Quelli dell'Asics si sono sforzati. La tshirt del mio salumaio è fatta meglio.
km +00,2It, non ti fermare. Recupero la borsa, vado al ristoro, artiglio biscotti, zollette di zucchero, fette di mela, arancio limone, dell'acqua.
km +00,4It, non ti fermare, esci dall'autodromo, infilati nel tunnel sotto la pista e continua a camminare. Sì, ce la posso fare.
km +01,5It, non ti fermare. Se mi allontano abbastanza in fretta sono salvo.
km +01,9It, non ti fermare. Sono fuori dal parco. Succhio un lecca lecca, ingoio due crostatine. Non mi prenderanno
km +02,6It non ti fermare, ormai sei sulla strada della Villa Reale, raggiungila e sarai salvo.
km +03,7It, scappa, sta arrivano una macchina scura. Le portiere si aprono. Vengo spinto dentro. Non ce l'ho fatta.
E così mi sono ritrovato per quattro settimane in un posto senza computer, internet, telefono, radio, giornali e televisioni. All'inizio è stato anche piacevole. Poi è diventato un incubo. Ringrazio chi mi ha fatto compagnia. Chi ho incontrato correndo su una strada di campagna. Chi mi ha portato a nuotare. E, ovviamente, chi una notte d'Ottobre mi ha trascinato in un albergo di superlusso con calciatori e modelle, gufi e sirene, ostriche, champagne e spermatozoi giganti. Ma di queste cose qui non si è potuto parlare e non se ne parlerà nemmeno in futuro.
* Tapascioni: superdilettanti masochisti della corsa su strada, che si prosciugano i muscoli e la mente per arrivare in fondo e prendersi la stessa medaglia che sarà messa al collo del vincitore [Paolo Garimberti]


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Distanza:
21,097 km
Tempo:
1 33' 01''
Velocità media:
13,61 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.633,014
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.174,437

sabato 19 settembre 2009

Guerra psicologica

Toh, chi si rivede.
QuelloFigo! Lasciami indovinare, Monza?
Claro que sì!
Bene: adesso so chi è l'uomo da battere.
Oggi che fai?
Undici chilometri.
E poi?
Domani riposo. Sabato cinque. Tu?
Oggi ripetute. Domani un lento. Dopodomani riposo assoluto.
Mi sembri già lento adesso, scommettiamo che prima della fine ti riprendo?
Ti piacerebbe. Questa estate che hai fatto? Io una decina di gare, soprattutto diecimila.
No, figurati, io niente. Cioè, giusto una mezza ogni settimana, come allenamento. E poi a Ferragosto centocinquanta chilometri in sette giorni.
'azz...
M'annoiavo. Com'è Monza?
Bellissima. Durissima. Una delle mie preferite. Però non ci ho mai fatto un gran tempo.
Ma non dovevi preparare Firenze?
Quest'autunno. È il mio obiettivo di stagione.
Io faccio Pavia.
Io pure.
Che fai? Mi segui? Non è più facile se una sera mi chiedi di uscire? Comunque, in mezzo alla tundra, a metà novembre, mi sa che finiremo ibernati.
L'anno scorso a New York c'erano i pinguini.
Sei stato a New York?
Già. E anche a Londra.
E magari hai fatto pure del turismo sessuale a Bangkok...
No, quello non mi interessa.
Ehi, voi! Monica, ChezPaolo, Wonderwoman, venite a fare un po' di conversazione che il bellimbusto qui accanto pare in affanno. Ecco, così, bravi: spariamo un po' di cazzate, facciamogli vedere chi ha fiato e chi no. Grazie della compagnia. Ci vediamo. Stavamo dicendo?
Pant... Pant...
Devo chiamare un'ambulanza?
Cretino, sto facendo uno scatto a diciassette.
Aspetta, ora salgo a quattordici.
Io scendo a dieci. Quanto pensi di metterci?
Non lo so. Mi sono iscritto all'ultimo minuto. Domenica scorsa sono arrivato fino all'autodromo in scioltezza. Diciamo che sotto uno e quarantacinque va bene tutto.
Le previsioni dicono pioggia.
Non è vero: ho controllato un'ora fa. Se piove mi metto a piangere.
Fidati. Pioverà.
Maledetto. Perché vuoi che pianga? Guarda: sono a quindici.
Io a diciassette.
E ora anche io.
Uh, che paura.
Wendy, posso volare!
Dai, andiamo a farci la doccia che siamo sudati come due antilopi.
Visto che ti ho ripreso?
Tanto domenica mangerai la mia polvere.
Oggi però ho vinto io.


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Distanza:
5,550 km
Tempo:
27' 00''
Velocità media:
12,33 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.611,917
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.180,484

martedì 15 settembre 2009

Buona notte

Quando sono rientrato ieri notte ce n'erano almeno sei pile. Oggi a mezzogiorno nemmeno una copia. Qualcosa mi dice che stasera, nel palazzone all'inizio della banlieue, quattro scale e un centinaio di monolocali in affitto, ci addormenteremo tutti sfogliando la sacra bibbia. A conciliare il mio sonno provvederanno anche otto crostatine, tre razioni di cereali, due piatti di pasta, dieci uova, due panini al prosciutto e qualche banana. La settimana di scarico può essere molto faticosa.
Distanza:
12,109 km
Tempo:
1 00' 00''
Velocità media:
12,11 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.639,994
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.188,219

domenica 13 settembre 2009

Ci vuole il fisico

Ho deciso: se lo fa lui, allora ci provo anch'io. Tra nove ore Fisico scende in pista a Monza, praticamente senza speranza, partendo dal fondo e su una monoposto che ha guidato solo due volte. Biassono, Lesmo, Ascari e parabolica: 306 chilometri in poco più di un'ora e venti.

Stessa pista, stesso asfalto, stesse curve. A sette giorni da oggi, praticamente senza speranza e con solo sette giorni di allenamento nelle gambe, mi butto pure io. Mezza di Monza: 21 chilometri e 97 metri nel minor tempo possibile. Non importa quale.

Da oggi in poi sarà riposo, scarico e overdose di carboidrati. Vado a sgranchire le gambe. Buona domenica a tutti.
Update delle 10 La mattina del Gran Premio a Monza si respira un'aria speciale. I tifosi escono dagli alberghi. I bar sono pieni di gente. Ci sono vigili dappertutto, poliziotti, bersaglieri con le piume sul cappello. Ci sono ciclisti a frotte e padri con i bimbi sulle spalle. Pullman che arrivano all'alba ed elicotteri di tutti i colori. C'è il profumo del pane appena sfornato e ci sono macchine in mostra nell'isola pedonale. C'è chi corre e saluta e chi varca tranquillo i cancelli del Parco. Ci sono bandiere e cartelli, Porsche, Lotus e Ferrari. Tra un po' ci sarai, anche tu, FraStellino, nella tua tribuna vip con caviale e champagne. Io ti guarderò in tivù. Divertiti. Ci vediamo più tardi.


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Distanza:
28,400 km
Tempo:
2 21' 00''
Velocità media:
12,09 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.650,845
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.176,110

venerdì 11 settembre 2009

DuepiedinAmerica

Infostrada mi ha regalato un bellissimo biglietto per gli Stati Uniti. Destinazione a scelta: New York, Boston, Washington, Miami, Atlanta o San Francisco. Bisogna solo pagare le tasse e decidere quando partire. Io però sono in bolletta, questa mattina la lavatrice si è rotta per la seconda volta in un mese, e non saprei da chi mendicare ospitalità una volta superati i cancelli di Ellis Island. Dichiaro quindi aperta la prima (e ultima) edizione del grande concorso DuepiedinAmerica. Il vincitore verrà scelto a mio insindacabile giudizio. Parentela, amicizia, simpatia, avvenenza ed eventuali tentativi di corruzione verranno tenuti in debita considerazione. Così come qualsiasi scusa pietosa, storia improbabile o sogno infantile. Non esistono regole: vi potete accaparrare il mitico voucher con qualsiasi mezzo. Le candidature possono essere avanzate tramite commento, e-mail, sms, telefonata, passeggiata al chiaro di luna, cena romantica, varie ed eventuali.

NB: Anche se lo chiamiamo concorso si tratta di un regalo. Se vi succede qualcosa prima, durante o dopo il volo non è colpa mia. Per ulteriori informazioni cliccate qui (il biglietto è gratis ma l'organizzazione ha previsto una serie di ostacoli contro la sua libera fruizione).
Distanza:
21,367 km
Tempo:
1 39' 00''
Velocità media:
12,95 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.644,403
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.171,020

giovedì 10 settembre 2009

Mountain Bike batte Formula1

Questo pomeriggio ho superato la Red Bull di Webber. Non una ma due volte. E poi l'ho pure toccata. Adesso qualcuno mi spiega cosa ci faceva la numero 14 su un carro attrezzi in via Porpora? A Monza avevano finito i meccanici o Mark ha preteso che gliela portassero in albergo? In effetti... come fai a dir di no a uno come Mark?

mercoledì 9 settembre 2009

Piuttosto mi sparo

La madre di itboy è una collezionista entusiasta. Suo padre no. La madre di itboy è una donna piccola e incazzosa. Così piccola che nessuno riesce a spiegarsi come possa nascondere tanta rabbia in così poco spazio. Il padre di itboy è nato a Genova ma ha le Alpi nel cuore. Dai suoi concittadini ha ereditato un certo gusto per la parsimonia. Il carattere taciturno e la diffidenza per chiunque venga da lontano, invece, sono tratti che ha in comune con le genti di montagna.

Da qualche settimana itboy si reca ogni sera in visita ai genitori nel castello dove hanno deciso di invecchiare –rancorosamente– insieme. Suo padre gli mette a disposizione una scala malferma e sgangherata perché, finchè non si rompe del tutto, non c'è bisogno di comprarne una nuova. Sua madre gli indica la sterminata collezione di piattini danesi, sottolineandone valore e rarità. Itboy quindi si arrampica a tre metri da terra con chiodi, martello, livella laser e filo a piombo. La scala ondeggia e scivola in avanti, il muro bianco appena intonacato non offre appigli né punti di riferimento. Itboy suda freddo e maledice i suoi fratelli perché forse non conoscono il senso del dovere e di sicuro non sono perseguitati dal senso di colpa che affligge sempre i figli diversi.

Questo pomeriggio, in bilico sul trespolo, itboy ha assistito al curioso spettacolo di sua madre che barriva ordini a una coppia di falegnami calabro-cingalesi mentre suo padre faceva da interprete, pronunciando in un'ora più parole che in una vita intera. Ha visto lo sguardo perplesso dei due malcapitati mentre lei diceva una cosa e lui ne traduceva un'altra. Ha visto sua madre incazzarsi con suo padre e viceversa. Ha visto due persone che stanno ancora insieme e non si capisce bene perché. E da lassù, per la prima volta dopo tanto tempo, gli è venuto il sospetto che forse è meglio così e che se proprio non hai nessuno da amare e col quale andare d'accordo allora è meglio avere qualcuno con cui litigare finché ti resta un po' fiato in corpo. Ma è stato solo un attimo. Poi ha ritrovato il senno, ha piantato il trecentesimo chiodo nel muro e si è detto "Piuttosto mi sparo".
Distanza:
21,295 km
Tempo:
1 39' 00''
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lunedì 7 settembre 2009

Citofonare Paganelli

Ho chiesto di mettere il mio nome sul citofono.
"Trenta euro".
"In che senso?".
"Trenta euro: se vuole il nome sul citofono deve pagare. È la prassi".
"Mi scusi, non capisco. È solo un foglio di carta stampato col computer. Bastano cinque minuti e un cacciavite. Se vuole lo faccio io".
"No, se lo vuole paga. In caso contrario, si tiene il nome che c'è".

Caro amministratore di condominio.
Per trenta denari Giuda ha tradito Gesù. Io, più modestamente, con la stessa cifra ci compro 300 uova, 170 crostatine al cioccolato, un chilo di filetto. Con trenta euro ceno al ristorante, vado a Genova con l'intercity, vedo dieci film all'Anteo. Trenta euro sono una cartuccia di inchiostro e duemila fogli di carta, la paga giornaliera di uno schiavo al call center, tre ottimi libri in edizione tascabile, un mese di adsl. Trenta euro sono un sacco di soldi e io ho deciso che non voglio darteli. Quindi farò come suggeriva quella sciacquetta di Claire Danes a DiCaprio: rinnegherò mio padre e rifiuterò il mio nome. Da oggi mi chiamo Paganelli. Tu, invece, sei Shylock.

Distanza:
21,205 km
Tempo:
1 39' 00''
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sabato 5 settembre 2009

h1n1

Da ventiquattro ore a questa parte, il titolare del presente blog è vittima di un raffreddore pernicioso e devastante. Da questa mattina indossa la sua felpa preferita, beve tazze di cioccolata calda e non osa aprire le finestre del suo loculo in affitto all'inizio della banlieue. Questa sera si è fatto i grattini col dado e un petto di pollo alla piastra. Una persona normale avrebbe già ingoiato un'aspirina e sconfitto il nemico invisibile, lui invece medita l'acquisto di un purè in scatola. Qualcuno, invano, ha cercato di spiegargli che il cibo da ospedale non costituisce un presidio medico. Domani mattina si alzerà prima dell'alba e andrà a correre oppure in palestra perché -come dice lui- basta una bella sudata e passa tutto. Se in futuro non avrete più sue notizie, sappiate che vi ha voluto bene.


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Distanza:
25,420 km
Tempo:
2 02' 00''
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sabato 29 agosto 2009

Una domanda e un dubbio

Distrutto, dopo due ore di pesi, entro nello spogliatoio. Bellocomeilsole è subito dietro la porta, a torso nudo: pettorali perfetti, addome scolpito, braccia tornite e dita lunghe che giocano coi bottoni dei jeans ancora aperti. Io sorrido. Lui sorride, con quei suoi denti meravigliosi e gli occhi scintillanti. Nulla di strano, è solo buona educazione. Mi trascino fino all'armadietto, due locali più in là. Mi spoglio e ripiego tutto con cura. Ogni scusa è buona per riprendere fiato e poi ho il complesso della commessa per cui non importa se si tratta di un'arma batteriologica intrisa di sudore, se è fatto di stoffa allora devo per forza trasformarlo in un rettangolo facilmente impilabile. Infilo le mie cose nella borsa. Avvolgo il telo di spugna intorno ai fianchi. Prendo il bagnoschiuma. Chiudo il lucchetto. Mi giro. Ormai saranno passati più di cinque minuti. Inizio a ciabattare verso le docce e lo vedo arrivare. Cammina alla cieca, mentre si infila una Lacoste nera. Quando la testa sbuca fuori dal colletto siamo uno di fronte all'altro, vicinissimi. Lui mi guarda e indicando un lavandino domanda: "È potabile l'acqua?".
Non sono sicuro di aver capito bene. "Scusa?".
"È potabile l'acqua?" ripete.
"Sì, certo... cioè... credo... insomma: io l'ho sempre bevuta...".
"Ah, bene. Grazie".
Mi godo la doccia, l'acqua, il vapore, il profumo di borotalco, la sensazione di fresco. Riemergo bagnato e gocciolante e lo incontro per la terza volta. Il corridoio è stretto, il silenzio imbarazzante. Non sapendo cos'altro fare gli chiedo "Era buona l'acqua?".
"Buonissima -risponde lui- mai provato di meglio".
E qui mi sorge il dubbio. Quelli belli come il sole, con la passione per l'intimo di Calvin Klein e le calze della Gallo, sono anche così idioti da pensare sul serio che in una palestra con bar, piscina e fontanelle in ogni angolo ci sia un impianto di acqua velenosa che fornisce solo lo spogliatoio maschile? Oppure abbiamo trovato uno così imbranato che è persino più imbranato del sottoscritto? Oppure sono io che, vittima della la disidratazione e gli effluvi del bagnoschiuma, mi sono immaginato secondi fini che non c'erano né mai ci saranno?


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Distanza:
26,040 km
Tempo:
2 07' 00''
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12,30 km/h

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giovedì 27 agosto 2009

Mi sono trasferito

Ho un enorme letto a soppalco, un divano letto a due piazze, una marea di lenzuola e sono due settimane che dormo per terra. Ho ancora un milione di cose da sistemare ma faccio sogni bellissimi.
Distanza:
17,480 km
Tempo:
1 22' 00''
Velocità media:
12,79 km/h

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martedì 4 agosto 2009

Hey, I put some new shoes on...

Nike Air Pegasus+ 26: 338 grammi d'aria. Come correre tra le nuvole.

Hey, I put some new shoes on,
And suddenly everything is right,
I said, hey, I put some new shoes on and everybody's smiling,
It's so inviting,
Oh, short on money,
But long on time,
Slowly strolling in the sweet sunshine,
And I'm running late,
And I don't need an excuse,
'cause I'm wearing my brand new shoes.
Paolo Nutini - New Shoes


Distanza:
16,763 km
Tempo:
1 19' 00''
Velocità media:
12,73 km/h

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domenica 2 agosto 2009

Tutto Lost in un post

La giornata è cominciata male e proseguita peggio così ho deciso di consolarmi sparandomi tutta la quinta stagione di Lost in un giorno solo. 17 puntate. 14 ore davanti allo schermo. Spero di riportare seri danni cerebrali e dimenticare tutto il resto. Grazie Fox! Segue il blogcast in diretta dal mio soggiorno.

5.01 – L’assenza e il vuoto.
Confesso di non aver visto per intero la quarta stagione però sono sicuro che a un certo punto qualcuno diceva “Dobbiamo spostare l’isola” e quella –boom- svaniva. Adesso si scopre che l’isola non si è mai spostata. Sono i suoi occupanti a farlo. Ma non di posto, bensì di tempo. Vedono un flash e si ritrovano nel futuro. Un altro flash e tornano indietro di mezzo secolo. Flash, flash, flash: chi ci capisce qualcosa è bravo. Nel frattempo, tre anni dopo essere tornati alla civiltà, Jack finalmente ricomincia a farsi la barba ed è pure in combutta con Ben. Hugo fugge con Sayid. I cattivi sparano sonniferi per elefanti. Qualcuno vuole portar via Aaron a Kate e Sun non è più la suorina cortese della prima stagione ma una dark lady che progetta omicidi in compagnia di Charles Widmore, il padre di Penny, quella che era partita alla ricerca di Desmond che –ma tu vedi le coincidenze- si sveglia al suo fianco e comincia a farneticare di Faraday che in sogno gli avrebbe detto di cercare la madre a Oxford. Come inizio non c’è male, incasinato quanto basta. Dimenticavo: per salvare l’isola è necessario convincere tutti a tornarci. Ma poi salvarla da cosa e perché?

5.02 – La grande menzogna
Tre anni prima. I naufraghi decidono di non raccontare la verità. Hugo è contrario ma si adegua. Tre anni dopo. Hugo va in giro con Sayid privo di sensi e riceve consigli per la fuga da una poliziotta di quelle che vedi solo negli addii al celibato. Piccolo particolare: la poliziotta è Ana Lucia ed è morta da un pezzo. Ben spiega a Jack che mancano sei ore (a che cosa?). Dopo l’ennesimo flash, gli abitanti dell’isola tornano sulla spiaggia e qui vengono sterminati da una pioggia di frecce infuocate. Locke, intanto, è in una bara a Los Angeles e contemporaneamente vaga da solo per la giungla. Charlotte, l’antropologa coi capelli rossi, comincia a perdere colpi, e pure un po’ di sangue dal naso. Faraday è sempre più preoccupato e c’è una tipa incappucciata che si aggira in una cripta atteggiandosi come Judi Dench ma sembra solo Debby Reynolds in versione ipertrofica. A dentir lei, hanno settanta ore per raggiungere l’isola (ma non erano sei?)

5.03 – La bomba
Nuovo salto temporale e ciò che resta del cast si ritrova nel 1954 (alla abc devono aver capito che non c’era motivo per pagare tutta quella gente che stava sempre in secondo piano a fingere di fare qualcosa: sei attori bastano e avanzano). Charlotte, Faraday e Miles (il cinese dei cattivi) vengono catturati dagli uomini di Richard Alpert (ma questo c’era già nel ’54? cos’è, un high-lander?). Juliet, Saywer e Locke hanno la meglio su un paio di uomini in divisa verde che si definiscono “Gli illuminati” e parlano in latino (azz, ci mancava solo Dan Brown…). Richard chiede a Faraday di disinnescare una bomba atomica lasciata dagli americani ma lui fa appena in tempo a dirgli di sotterrarla che… FLASH il campo scompare e si ritrova da solo in mezzo a una radura.

5.04 – Il piccolo principe
Flash. 2004. Locke vede la luce uscire dalla botola. Sawyer vede Kate che aiuta Claire a partorire. Flash. Futuro. Il campo è distrutto e ci sono delle canoe. Flash. 1988. Mai mettersi in barca se stai saltando attraverso il tempo: passi da una giornata serena al mare in tempesta. Anche Miles comincia a perdere sangue dal naso. Tuoni. Pioggia. Fulmini e saette. C’è un naufrago che galleggia su una porta in mezzo alle onde. Kate Winslet alla fine di Titanic? Meglio: Jin, il marito di Sun, quello saltato in aria insieme a Michael (qualcuno sa dirmi cosa è capitato a Michael?). Viene avvistato dagli amici della Rousseau che non sono ancora impazziti. A Los Angeles, con una serie di intrighi che nemmeno Keyser Soze, Ben rimette insieme quattro dei sei supersttiti del volo 815 ma Kate e Sayid lo mandano a quel paese per cui non se ne fa niente, io ho un calo di zuccheri e inizio a sbocconcellare crostatine al cioccolato.

5.05 – Questo posto è la morte
Siamo ancora nel 1988. Jin parla come il cameriere del ristorante coreano vicino casa mia. I francesi sentono i numeri alla radio e decidono di raggiungere l’antenna (i numeri sono 4, 8, 15, 16, 23, 42: segnateveli, magari escono alla prossima estrazione del superenalotto). Solo che mentre vanno in giro per l’isola arriva il Mostro di Fumo che inizia a smembrare tutti quelli che gli capitano a tiro (ci mancava solo il mostro che poi non ho mai capito se sia un mostro vero o una qualche macchina programmata per la carneficina e, comunque, ho sempre pensato che fosse la cosa più stupida di tutta la serie). Un altro flash e Jin si ritrova un po’ più avanti nel tempo. I francesi sono ormai infetti e la Rosseau spara a Robert, il suo fidanzato (quello da cui aspetta una bambina che verrà poi rapita da Ben e cresciuta come se fosse sua figlia e poi lasciata uccidere perché in confronto a Lost le tragedie greche devono sembrare per forza una puntata dei teletubbies). Flash (già, un altro). Finalmente Jin incontra Sawyer, Juliet, Locke, Miles, Daniel e Charlotte e speriamo che si tengano tutti per mano che io non ce la posso fare a seguire tutti questi salti temporali se ognuno va pure per la sua strada. La rossa sta sempre peggio e sembra che ci sia un’epidemia di epistassi ma Locke se ne sbatte e vuole tornare all’Orchidea perché se tutto è cominciato lì allora è lì che deve finire. Magia: Charlotte si ricorda di saper parlare in coreano e pure di essere cresciuta sull’isola e di aver incontrato Faraday quando era una bambina e che lui le aveva detto di andarsene e non tornare mai più. Poi muore, ma questo non significa che non la rivedremo in chissà quanti flashback, flashforward e nei deliri di Hugo. Un altro flash. Locke finisce sotto terra (ma non vi avevo detto di tenervi per mano?!?) dove arriva Christian, il defunto padre di Jack che gli dice di girare la ruota, andare da Eloise Hawking a Los Angeles e riportare tutti indietro. Nel presente succede un po’ di roba ma chissenefrega. Datemi il bottiglione di Coca che ho sete.

5.06 – 316
Ho un Déjà vu: Jack col vestito buono che si sveglia in mezzo alla foresta. Siamo tornati al primo episodio? 46 ore prima. Eloise Hawking è la Debby Reynolds grassoccia ed è pure la madre di Faraday. Nella cripta c’è un enorme pendolo che segna la posizione dell’isola che non è mai ferma ma si sposta continuamente nel tempo e nello spazio per cui non bisogna cercarla dove si trova ma dove si troverà. In questo caso, basta salire sul volo Ajira 316 da Los Angeles a Guam e ricreare esattamente le condizioni della volta prima. I sei a bordo, un cadavere nella stiva e casse cariche di sfiga. Sai che ci vuole… Evidentemente poco perché due scene dopo sono tutti a bordo dell’aereo. Hugo con una chitarra (quella di Charlie?), Sayid ammanettato a una tipa esotica, Kate senza Aaron, Sun in tenuta da lavoro, Jack col vestito da funerale e Locke nella bara. Ben si imbarca all’ultimo minuto con la faccia tumefatta e il pilota che augura buon viaggio è Frank Lapidus (ovvero colui che doveva pilotare l’Oceanic 815 la prima volta). Ovviamente gli sceneggiatori non spiegano come mai tutti abbiano deciso di salire e io non vi spiegherò come sono riuscito a ingoiare 10 crostatine in meno di due ore.

5.07 - Vita e morte di Jeremy Bentham
Locke gira la ruota e vince un viaggio di sola andata per il deserto della Tunisia dove viene recuperato dagli uomini di Widmore. Nessuno dei fantastici sei vuole tornare sull’isola (ovviamente siamo in flashback rispetto alla puntata precedente) e il nostro pelato, mercenario mancato barra ex paraplegico decide di suicidarsi (allora il suo è un vizio!). Arriva Ben che lo fa desistere. Poi però ci ripensa e lo strangola con le sue mani. Così Locke finisce in una cassa da morto. La cassa viene imbarcata su un aereo. L’aereo precipita sull’isola e come Lazzaro Locke si alza e cammina. Forse non è la puntata migliore della stagione oppure sono io un po’ stanco

5.08 – LaFleur
Flash. Di nuovo Sawyer e compagni. Flash. In riva al mare c’è un’enorme statua di pietra. Sembra il temila avanti Cristo. Flash. Nessuno ha più nausea, vertigini o mal di testa. L’isola ha smesso di saltare da un epoca all’altra (era ora!). Siamo negli anni 70. Ricompare Richard Alpert che adesso è a capo degli Ostili (quelli che prima venivano chiamati “illuminati” e che noi abbiamo conosciuto come “gli altri”). Dopo 30 anni non ha nemmeno una ruga per cui prevedo che sarà il prossimo testimonial della nota marca “perché io valgo”. Faraday teorizza che “Non importa cosa facciamo. Quello che è successo è successo”. Sawyer salva la brunetta di 24 e dice di chiamarsi LaFleur. Tre anni più tardi lo ritroviamo a capo della sicurezza del progetto Dharma (perché anche un truffatore può cambiare vita). Juliet ripara motori e mette al mondo bambini. Jin parla in inglese meglio della Regina Elisabetta e continua a cercare Locke ma trova solo Hurley, Kate e Jake che sono tornati sull’isola e pure indietro nel tempo. Secondo me Jack sta pensando di saltare addosso a Kate. In frigo dovrei avere dell’aranciata e una mezza quiche. Alla faccia dell’acidità di stomaco.
5.09 – Namaste
A quanto pare, per entrare in questo segretissimo progetto Dharma basta saper dire “namaste”. Anche Jack, Kate e Hugo ricevono il loro bravi pigiamini mentre quello sfigato di Sayid viene scambiato per un Ostile e schiaffato in prigione. Gli sceneggiatori ce l’hanno con me. E’ da sette ore che mi tocca vedere Sawyer con la pancetta (ridatemi il figaccione dello spot Davidoff) e adesso fa pure l’intellettuale snob che legge un libro ogni sera e tuba con Juliet (Ma come, bel tenebroso? Mi dimentichi Kate, l’amore della tua vita, per questa bionda sciapa?). Nel presente (che suppongo sia tre anni dopo il giro di ruota ma non sono sicuro) Sun e Frank raggiungono il villaggio degli Altri dove li aspetta Christian, il sempre defunto ma iperattivo padre di Jack, secondo cui dovranno fare un lungo viaggio. Scommettiamo che li manda indientro nel tempo?

5.10 – Lui è il nostro te
Piccoli mostri crescono. In flashback si vede Sayid da piccolo a Tikrit. Passatempo preferito: ammazzare animali, perché certi talenti bisogna coltivarli fin da bambini. Nel 1977 un piccolo Ben in versione Harry Potter con gli occhiali e la frangetta porta sandwich di contrabbando al prigioniero mentre studia per diventare Lord Voldmort. “Il nostro te” è un fricchettone del Dharma che ha la faccia da impiegato del catasto e si diverte a torturare il suo omologo iracheno. Vi risparmio cosa succede in mezzo e vi dico subito che Sayid è tornato sull’isola solo per sparare a Ben dodicenne così che non possa nuocere in futuro. Già, magari fosse possibile uccidere il diavolo…

5.11 – Quel che è stato è stato
Juliet si ricorda di essere un medico e cerca di salvare Ben. Kate gli dona pure il suo sangue. Ma io dico, brutte gatte morte fulminate che non siete altro, vi siete bevute il cervello? Questo è il pazzo psicopatico che ha provato a uccidervi un milione di volte e voi decidete di fare le crocerossine senza macchia che per carità è un bambino e bisogna risparmiargli la vita? Come avete detto? Se lui muore adesso poi non sapete cosa fare per tutta la sesta stagione? Avete ragione. Ma dovevate proprio affidarlo agli altri perché lo portassero nel sacro tempio di Gardaland per essere curato da una forza misteriosa che cancella la memoria e distrugge l’innocenza? Inizio a essere un po’ stanco. Qui ci vuole ghiaccio, latte e nescafè.

5.12 – Ciò che è morto è morto.
Se gli autori continuano a fare titoli come questo propongo di cambiare il nome della serie da “Lost” a “tautologia”. 1977. Ben è guarito. (continua)

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Distanza:
19,220 km
Tempo:
1 38' 00''
Velocità media:
11,77 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.607,124
km corsi negli ultimi 12 mesi:
3.066,319



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