giovedì 16 dicembre 2010

Christmas shopping - episodio 2

Oggi ho comprato due regali per fraStellino. Nel senso che lui, invece di andare in giro per negozi, ha trovato molto più comodo, pratico e veloce delegare a me le sue commissioni.

Poi ho fatto il modello da Abercrombie & Fitch. Nel senso che Monica voleva regalare una camicia al suo figliastro. Ma prima doveva vederla per forza indosso a qualcuno. Il fatto che lui sia un po' più basso e circa dieci chili meno pesante del sottoscritto non ha rappresentato un grosso ostacolo: ogni volta che qualcosa mi faceva sembrare un insaccato ben stagionato allora era la taglia giusta.

Per finire, ho collezionato l'ennesima bella figura da Eataly. Nel senso che c'era questo commesso decisamente al di sopra della media con "Datemi un bacio, oggi è il mio compleanno" scritto sulla maglietta del negozio. Così mi sono avvicinato per fargli gli auguri e lui mi ha spiegato, inorridito, che si trattava dello slogan con cui avevano festeggiato due anni dall'apertura.

Insomma, non è stata una giornata particolarmente proficua dal punto di vista degli acquisti, però il raduno marziano è stato un successo con finale a base di panettone e vin brulé sotto la Torre del Filarete. A breve le foto sul blog di Antonio. Se vedete uno col cartello "Maligayang Pasko" c'est moi!

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Distanza:14,225 + 12,700 km
Tempo:1 00' 00'' + 1 30' 00''
Velocità media:14,23 + 8,47 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.538,137
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.062,283

martedì 14 dicembre 2010

Christmas shopping - episodio 1

I miei amici sono quasi tutti etero.
I miei amici sono quasi tutti etero e sposati.
I miei amici sono quasi tutti etero, sposati e dotati di prole.
I miei amici sono quasi tutti etero, sposati, dotati di prole e inclini a generare solo figlie femmine.
Un sacco di figlie femmine.
Io adoro le figlie femmine dei miei amici etero sposati con prole ma, dopo aver passato troppe ore tra bambole, orsacchiotti, tazzine, pentolini, gatte giapponesi, bacchette magiche, ali da principessa delle fate e ogni possibile sfumatura di rosa tra il pesca e il confetto, ho deciso. L'anno prossimo compro un arsenale di spade, sciabole e fioretti così diventano tutte delle piccole Lady Oscar. E all'unico maschio della cucciolata regalo la maglieria magica di Barbie.
Distanza:15,383 km
Tempo:1 05' 00''
Velocità media:14,20 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.511,212
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.052,978

sabato 11 dicembre 2010

Piccolo delirio architettonico

Il problema è noto: le stanze di un museo hanno solitamente quattro pareti e due porte. Se le porte si trovano una di fronte all'altra, nella migliore delle ipotesi, riuscirete a creare un percorso che sfrutta al meglio tre pareti soltanto.
Se invece le porte si trovano su pareti contigue, il percorso sfrutterà ogni centimetro a vostra disposizione.
Nel primo caso, potrete mettere in fila tutte le stanze che vorrete, praticamente all'infinito.
Nel secondo, invece, il museo non potrà avere più di quattro sale (o cinque, o sei, qualora vi venisse la bizzara idea di costruire ambienti pentagonali o esagonali e via discorrendo).
Poche sale molto ben sfruttate o una lunga teoria di spazi un po' sprecati? Certo, ci sarebbe anche l'opzione costringiamo-il-visitatore-a-passare-due-volte-davanti-alla-quarta-parete ma preferisco non prenderla nemmeno in considerazione. La soluzione, geniale, l'ha partorita quasi settant'anni fa un architetto americano: un ingresso, un'uscita, e una sola, lunghissima parete che si avvolge su se stessa.
L'architetto si chiamava Frank Lloyd Wright, il museo era il Guggenheim di New York.
Da qualche giorno a Milano c'è un nuovo museo. L'hanno disegnato Italo Rota e Fabio Fornasari scavando dentro l'Arengario di Portaluppi, Muzio, Magistretti e Griffini. All'ingresso c'è una lunga rampa elicodale che racchiude il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo e cita Wright.
Purtroppo è solo una citazione: il resto del museo non sorprende, se non per per il grande spazio dedicato a Fontana e il collegamento con Palazzo Reale. Le opere della collezione Jucker, i futuristi e le varie correnti fino alla seconda guerra mondiale meritano la visita.
Sfortunatamente, l'opzione che io avrei scartato a priori qui è stata abbracciata con entusiasmo. Sarete quindi costretti a fare la spola lungo la famigerata quarta parete.
Dagli anni '50 in poi è questione di gusti. A mio modesto avviso, si salvano pochissime cose, per lo più nell'arte povera. E comunque, sia chiaro: la prossima volta che c'è da giocare con i mattoni, fosse anche solo per risistemare il tinello di casa Moratti, vorrei essere preventivamente consultato.
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Distanza:27,120 km
Tempo:2 06' 00''
Velocità media:12,91 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.495,829
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.052,775

venerdì 3 dicembre 2010

L'appretto del Lidl

Ehi tu. Tu che non riesci a capire che se una parola è vietata non la puoi usare ogni volta che ci vediamo. Tu che hai la memoria corta e l'amnesia facile. Tu che non sei autorizzato a offrirmi la cena, né il cinema, né qualsiasi altra cosa. Tu che non riesci sempre a rispettare la regola numero uno. Tu che alle cinque di sabato mattina ti trascini fuori dal letto per vedermi andar via e alle otto mi aspetti con la stufa accesa e l'asciugamano caldo. Tu che hai una crema per tutto: gli occhi, la faccia, il corpo, la pancia. Tu che lo shopping è sacro e terapeutico. Tu che indossi jeans così stretti che io non riesco nemmeno a provarli. Tu che ogni giorno mi mangi di baci quando arriviamo a San Babila. Tu che, salvo rare eccezioni, non mangi il pane, la pasta, i dolci, le patate e i formaggi. Tu che le scatole di crostatine non sai nemmeno come siano fatte. Tu che sei nato in montagna ma saresti felice di vivere al mare. Tu che vai Bali come i tedeschi a Riccione. Tu che tieni la casa come uno specchio e la rimetti a posto prima che arrivi la signora delle pulizie. Tu che mi racconti le favole del tuo ex. Tu che al volante del bolidino diventi peggio dell'orco delle fiabe. Tu che per non spaventarmi sai trattenere la tua rabbia da orco. Tu che ti dovresti decidere a smaltire gli arretrati di Brothers & Sisters così finalmente riusciremo a vedere insieme la nuova stagione. Tu che in discoteca attiri nugoli d'uomini e balli per ore senza mai fermarti. Tu che ogni tanto mi chiedi di salire in ufficio per un caffè pur sapendo che dirò ancora di no. Tu che non mi lasci mai in pace mentre faccio la doccia in palestra. Tu che vorresti monopolizzare la mia attenzione e saccheggiare ogni minuto del mio tempo libero. Tu che hai imparato a dormire sul marmo. Tu che di notte prima mi tieni stretto e poi mi chiedi di abbracciarti in un continuo rimescolamento di cucchiai. Tu che quando mi stringi forte mi fai sentire sicuro. Tu che con un paio di tacchi e una parrucca tiri fuori la donna da trivio che è in te. Tu che mi fai lanciare da scivoli altissimi. Tu che se non presti attenzione quando parcheggi dentro di me poi non riesco a sedermi per due settimane. Tu che non sei cresciuto in mezzo ai lupi ma fai comunque conversazione coi cani e accarezzi i pitoni. Tu che parli di deals, revenues e billions. Tu che da sveglio fai sogni ambiziosi ma non ricordi quello che sogni con gli occhi chiusi. Tu che ti commuovi ascoltando le canzoni. Tu che dopo avermi costretto alla visione di GI-Joe e Scontro fra titani in 3D hai avuto la faccia tosta di addormentarti l'unica volta che il film l'ho scelto io. Tu che sei geloso di chiunque mi guardi. Tu che sorridi rassegnato quando mi vengono gli occhi a cuoricino parlando col mio migliore amico. Tu che certe volte dici cose che non capisco, ma è solo perché hai un accento un po' strano e io sono mezzo sordo. Tu che non hai ancora capito perché ti ho appena regalato l'appretto del Lidl. Lo sai che oggi è un anno dalla nostra prima pizza?

Io.

mercoledì 10 novembre 2010

L'estate sta finendo

Oggi, per la prima volta, ho tirato fuori dall'armadio una maglietta con le maniche lunghe. E il ginocchio ha cominciato a darmi fastidio. Odio quando arriva l'autunno.

martedì 9 novembre 2010

La forza dell'abitudine

Per partecipare a una corsa occorre che un medico certifichi la vostra idoneità alla pratica sportiva agonistica. Il certificato è valido per un anno e deve essere presentato ogni volta che ritirate il pettorale. Il mio anno si conclude sempre all'inizio di novembre, così ieri sera mi sono sottoposto a due ore di visita.

Si comincia con un colloquio in cui dovete ricostruire la vostra anamnesi dal primo vagito fino ai giorni nostri, con particolare riferimento agli ultimi dodici mesi. Ogni dettaglio viene preso in considerazione, a volte con implicazioni un po' inquietanti. Si è slogato una caviglia? E come è successo? Per caso aveva avuto un capogiro? Le capita mai di perdere l'equilibrio? Negli ultimi tempi, le è mai capitato di perdere i sensi? Ha mai perso i sensi in vita sua? Ci sono stati casi di ictus nella sua famiglia?

Poi si procede con un paio di misurazioni. Altezza: la questione mi trova piuttosto sensibile. Collocandomi un bava di lumaca sotto il metro e ottantadue cerco sempre di fare omologare la misura massima che un'impiegata comunale compiacente ha voluto riportare sulla carta di identità. Questa volta mi trovo davanti un medico inflessibile: 1,81. Peso: 80 chili, quasi 81. Cavolo, domenica sera a cena da ChezPaolo ho davvero esagerato. Negoziamo per 80, in ossequio allo standard implementato poco prima e prometto di smaltire 4 chili entro sabato pomeriggio.

Segue un elettrocardiogramma a riposo (50 battiti al minuto: la frequenza media per un adulto è tra 60 e 90, ma i corridori sono tutti allegramente bradicardici), quindi test delle urine (ormai ho imparato che per non restare chiuso in quel bagno più del dovuto mi conviene bere un bicchiere d'acqua prima di uscire di casa) e un secondo elettrocardiogramma, questa volta sotto sforzo (134 battiti nel momento più pesante dell'esercizio, pure chiacchierando e facendo lo splendido mentre gli elettrodi registravano ogni singola pulsazione).

Si finisce con la spirometria. Le istruzioni sono semplici. Metti questa molletta sul naso. Metti in bocca questo cilindro di cartone e ci sigilli le labbra intorno. Fai un respiro normale e poi espiri. Fai un secondo respiro normale e poi espiri di nuovo. Al terzo giro aspiri quanta più aria possibile e poi la butti fuori tutto d'un colpo, col massimo della forza e senza mai fermarti. Capito?

"Sì".

Al sesto tentativo, la giovane dottoressa che mi dà disinvoltamente del tu mi guarda costernata e dice: "Non capisco, c'è una specie di anomalia. E come se un attimo prima di buttar fuori tutta quell'aria passassi la lingua sul tubo..."

"Strano. Il mio ragazzo non se ne è mai lamentato".

Segue un attimo di silenzio. Preme un tasto sul macchinario e stampa i risultati dell'esame. "Diciamo che va bene così. Sei idoneo. Ci vediamo tra un anno".
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Distanza:12,459 km
Tempo:1 01' 00''
Velocità media:12,25 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.464,207
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.042,570

domenica 7 novembre 2010

La Torta Vigoni

Uova, burro, zucchero, fecola e farina. Un po' di lievito e la scorza di un limone. Sembra facile ma non lo è. Oppure sono io che ho un pessimo rapporto con le torte lievitate. Me la cavo piuttosto bene con le crostate, i semifreddi e i dolci al cucchiaio, ma pan di Spagna, torte margherita e paradiso continuano a sembrarmi un enigma. La torta Vigoni è rimasta identica a se stessa per più di cent'anni. Soffice ma compatta, ricca, profumata e discreta come certe signore di provincia, è la torta paradiso più paradiso di tutte le altre. Ed è pure un'ottima scusa per trascinare fino a Pavia uno dei sette uomini più sexy del mondo nella categoria "dai centodieci chili in su". Settimana prossima si torna in riva al Ticino con altri mezzi, altra compagnia e altre tentazioni alimentari. Da oggi in poi ci si corica presto e si mangia un sacco di pasta.

Se avete voglia di misurarvi con un grande classico questa versione della ricetta mi pare ottima (notevoli i consigli).

sabato 6 novembre 2010

Vendola e Pisapia al Dal Verme

Dentro: tutto esaurito.
Fuori: una coda lunga 100 metri.
Dopo una lunga attesa, io, Super, Rocco, Marcella e un altro migliaio di persone non siamo riusciti a entrare ma vedere tutta quella gente così diversa per età ed estrazione ci ha fatto una buona impressione. Domenica a Milano ci saranno le Primarie per il nuovo sindaco. Dopo aver votato per i radicali, i verdi, le varie incarnazioni del partito precedentemente noto come comunista e adesso democratico, questa volta non ho ancora scelto il mio candidato.
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Distanza:17,460 km
Tempo:1 26' 00''
Velocità media:12,18 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.478,528
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.051,411

giovedì 28 ottobre 2010

Semplice e diretto

Ai miei tempi il servizio di leva era obbligatorio. Se pensavi che il verde militare o il blu marina non facessero per te, ti restavano due opzioni: o conoscevi qualcuno (un medico compiacente, uno zio generale, un prete con buoni agganci in Vaticano) o sceglievi il servizio civile. Io in verde non sto affatto male, e bisogna dire che anche il blu non mi sbatte troppo. All'epoca, però, la paura di essere quello diverso in mezzo a un plotone di etero retrogradi e fascistelli (così smetterete di credermi del tutto immune da stereotipi e pregiudizi) ebbe la meglio sul fascino indiscreto della divisa (col senno del poi, e soprattutto con la sicurezza e il fisico del molto poi, forse oggi farei una scelta di ben altro tipo, ma forse no: dovrei trovarmi di nuovo in quella situazione per poterlo affermare con cognizione di causa).

Fu così che una mattina di settembre mi ritrovai all'Ente Nazionale Sordomuti con una dozzina di ragazzi non meno etero, retrogradi e fascistelli di quelli che avrei incontrato in caserma (a riprova che l'idiozia è equamente distribuita sul territorio) ma con i quali -almeno- non avrei dovuto condividere la doccia. Ad accoglierci Monica, interprete di LIS (lingua italiana dei segni: già, perché la lingua dei segni non è una specie di esperanto per sordi ma cambia da nazione a nazione) e nostro supervisore per i successivi dodici mesi. Ricordo che prima ancora di assegnarci i vari compiti, cercò di spiegarci come il nostro mondo di udenti fosse fatto di infinite sfumature (nel tono della voce, nella scelta delle parole, nel modo di costruire le frasi) mentre quello in cui stavamo entrando era semplice e diretto perché non c'è modo di rendere un segno più bello, morbido, romantico o educato: un segno è un segno, al massimo puoi cambiare il colore dello smalto sulle unghie.

Semplice e diretto, come quel ragazzo del Triangolo Silenzioso, il gruppo gay dell'ENS, che un giorno disse a un mio compagno, praticamente col megafono (notizia flash: solo perché non sentono non significa che non riescano a parlare), che sarebbe stato molto contento di scoparselo lì sul posto. E a leggerlo sembra un approccio un po' rude, ma vi assicuro che a sentirlo sembrava quasi romantico. Sono rimasto in quell'ufficio per un anno e ho continuato a frequentarlo per altri tre. Poi i rapporti si sono allentati e non ci sono più tornato. Mea culpa. Ogni tanto mi capita di pensare che sarebbe bello poter dire le cose che uno pensa con quella stessa schiettezza, senza troppi filtri e barriere. Un po' come scappa a lui verso la fine del videomessaggio per il suo ragazzo.


Distanza:21,327 km
Tempo:1 35' 00''
Velocità media:13,47 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.487,568
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.051,645

domenica 24 ottobre 2010

RIP

Diceva sempre che in caso di esplosione nucleare lui sarebbe sopravvissuto e io no. Con questa incrollabile fiducia in se stesso e nei propri mezzi, si è lanciato alla conquista di una duna di Baygon, ma solo per scoprire che certe battaglie non si possono vincere. L'ho trovato questa mattina, con le zampine all'insù e la corazza coperta di polvere bianca (e no, non aveva passato la notte all'Hollywood con Belén). Fedele al suo nome aveva ancora la antenne nere stupendamente arricciate. Salvador non è più tra noi. Sono sicuro che il suo ticchete tacchete tac adesso risuona su piastrelle più lucide delle mie.
RUNNING DIARY Raggiunta quota tredicimila.

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Distanza:36,360 km
Tempo:2 51' 00''
Velocità media:12,76 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.463,858
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.027,904

giovedì 21 ottobre 2010

La blatta

Si informano i signori condomini che nella giornata di domani il nostro personale effettuerà un intervento di deblattizzazione. Questo cartello con tutte le indicazioni del caso è comparso lunedì mattina. Martedì sera gli omini della disinfestazione sono risaliti sul loro camioncino con aria piuttosto soddisfatta.

In verità, qui non si è mai visto uno scarafaggio, e nemmeno le formiche. Al massimo qualche mosca e un paio di zanzare. Suppongo sia un po' come per i topi: la cantina è disseminata di trappole, delle orrende scatole di plastica nera con sopra stampigliato un teschio arancione, ma di roditori neanche l'ombra. Si vede che in entrambi i casi la prevenzione funziona.

Ieri notte entro in bagno, accendo la luce e sento un leggero crepitio. Ticchete tacchete tac. Faccio quello che devo e poi comincio a lavarmi i denti. Ticchete tacchete tac, di nuovo. Questa volta lo vedo: è un simpatico animaletto di un lucido color antracite. Lui (ho deciso che deve essere un maschio) si ferma, solleva la testolina, sembra guardarmi per un attimo e poi sprinta verso una minuscola fessura tra la tazza e il pavimento.

Per fortuna, al contrario di mia sorella, non provo una particolare antipatia per gli insetti. Ricordo che, una volta, per scacciare delle innocue formichine, si è procurata un barilotto di alluminio dotato di spoletta. L'attrezzo funzionava come una candelotto lacrimogeno: rimossa la linguetta, bisognava collocarlo al centro della stanza e allontanarsi prima che il gas in pressione cominciasse a saturare l'ambiente. Non disponendo di simili armi, inondo la fessura di lysoform e vado a godermi il sonno dei giusti.

Questa mattina rientro in bagno e lui è lì. Faccio un passo nella sua direzione e lui, ticchete tacchete tac, si rintana nel suo buco. Faccio un passo indietro e lui rimette fuori la testa. Ho deciso di chiamarlo Salvador, per via di quelle antenne ricurve che sembrano tanto dei baffi alla Dalí. Salvador è uno scarafaggio territoriale: non si spinge mai a più di sei piastrelle dalla sua tana. È un ballerino: non tira mai dritto ma disegna con le sue zampette delle eleganti curve piuttosto sinuose. È resistente: due tappi di lysoform non lo hanno nemmeno stordito. È curioso: fa roteare le sue graziose antennine come fruste alla scoperta del suo piccolo regno. Salvador sarebbe un perfetto animale da compagnia, e forse potrebbe anche insegnarmi un sacco di cose, ma qui non c'è posto per lui. Quindi, o domani ritorna da dove è venuto (suppongo che i suoi quartieri siano ormai liberi dai gas dei disinfestatori) o dovrò ricorrere alle maniere forti. Secondo voi cosa è meglio? Il Baygon in polvere o quello spray?
Distanza:21,245 km
Tempo:1 35' 00''
Velocità media:13,42 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.478,042
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.041,917

sabato 16 ottobre 2010

Piccoli traguardi 2 / Sembrare normali

Domenica prossima dovrebbero essere tredicimila. Tredicimila chilometri da quando (bei tempi!) mi sono consumato le cartilagini in giro per Londra con Super. Tredicimila chilometri in otto anni: più di quanti ne abbia fatti la macchina di mia madre nello stesso periodo. Secondo i miei amici sono fuori come un balcone. Ma lo hanno sempre detto, quindi non mi dovrei preoccupare. Continueranno a sopportarmi qualunque cosa io faccia, altrimenti che amici sarebbero? E comunque, si vede che non conoscono il signore qui sopra.

56 anni, francese, ex consulente finanziario, nell'ultimo anno ha attraversato -di corsa- venticinque paesi dell'Unione Europea. Ventisettemila chilometri in tutto. Una media di settantaquattro chilometri al giorno. L'equivalente di seicentoquaranta maratone consecutive, trenta paia di Mizuno distrutte e il nuovo record del mondo. Serge Girard è uno che mi fa sembrare normale.

Piccoli traguardi 1
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Distanza:34,500 km
Tempo:2 46' 00''
Velocità media:12,47 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.469,380
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.048,647

martedì 12 ottobre 2010

Moral suasion

- E se non vado a fare il test?
- Ti ci porto io a calci in culo.

Certe volte mi stupisco delle mie capacità dialettiche.
Distanza:21,337 km
Tempo:1 36' 00''
Velocità media:13,34 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.440,895
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.028,317

sabato 9 ottobre 2010

Pazienza

Ieri sera.

- Bibo, scusa: devo finire un lavoro in ufficio. Ti spiace se arrivo fra tre quarti d'ora?
- Tranquillo, Lucifero. Finisci pure quello che devi fare. Avevo così tanta voglia di vederti che sono già in strada ma non è un problema. Magari pedalo ancora un po' per scaldarmi. E poi mi accampo davanti alla tua porta finché non arrivi. Ma poi arrivi, vero?

Un'ora più tardi.

- Pronto, chi parla? Ciao, AmicaB, che bello sentirti. Io sto bene, grazie. E tu? Cosa sto facendo? Beh, in verità, io e Lucifero siamo appena entrati in casa. Abbiamo tirato fuori dal freezer una montagna di pizze surgelate e ci prepariamo per una serata a base di film, coccole e cibo spazzatura sotto le coperte. Tu che fai? Ah, capisco... Sei sola... Tuo marito è via... Hai finito il latte per la bambina... Capisco, figurati, certo... Tranquilla: ho gia messo via le pizze. Non ti preoccupare. Non importa se abiti dall'altra parte della città. Compro il latte e te lo porto. Ma noooo, figurati se Lucifero si arrabbia. Arrivo subito.
- AmicaB?
- Già...
- Devi andare?
- Sì, ma torno presto.
- Ti accompagno.
- Sei un grande!

Parecchio più tardi

- Allora? Che ne pensi? Lo so: la serata non è venuta proprio come volevamo. Quando siamo tornati, avevamo così tanta fame che ci siamo divorati le pizze senza nemmeno godercele. Ma adesso siamo qui sul divano, stretti stretti, e guarda... Dimmi tu se Peter Sellers non è un mostro di bravura.
- Zzzzz.
- Lucifero?
- Zzzzzzzzz...
- Ma come? Dormi? C'è il Dottor Stranamore, il capolavoro immortale di Stanley Kubrick e tu dormi? Vabbè. Ho capito: sei stanco. Stringimi forte. Ce lo vediamo un'altra volta. Quasi quasi chiudo gli occhi pure io.
- Zzzzz.
- Zzzzz.

Questa mattina.

- Yawn, che ore sono?
- Le cinque.
- Vai a correre?
- Sì.
- Mi alzo. Facciamo colazione insieme.
- No... Ti prego... Continua a dormire. Già mi sento abbastanza in colpa per ieri sera. Ci vediamo dopo. Non voglio che perdi il sonno per colpa mia...
...
- Ehm, Lucifero?
- Sì, Bibolotto?
- Non odiarmi. Scusa... Non è che ti potresti alzare solo per un attimo? Solo per venire a chiudere la porta? Sei proprio un tesoro. Grazie. Rimettiti a dormire. Hai ragione: ci vuole un sacco di pazienza con me. Ti citofono quando torno, così mi riapri. Smak.

Qualche ora più tardi.

- Pronto, Super, come stai? Perché mi cercavi? Il FraStellino ti ha detto che andava a farsi un giro in bici ma è rimasto sul vago e tu hai pensato che l'avrebbe fatto con me? Certo che quello non sa tenersi un cecio in bocca. Comunque è vero: ci facciamo una pedalata lungo il Naviglio Grande fino ad Abbiategrasso. Come? Se puoi venire anche tu? Mah... Insomma... Veramente era una cosa tra maschi. E poi già quel cancello con cui va in giro lui ci rallenterà parecchio: manca solo che vieni anche tu con quella specie di poltrona a pedali. Poi avrai sicuramente dell'altro da fare. Ma sei sicura? Allora va bene. Noooo che non disturbi... Figurati: è un piacere. Ci vediamo tra dieci minuti.

All'imbrunire, in mezzo alla campagna lombarda.

- Aspetta, aspetta. Fermati.
- Che c'è? Sei rimasta incastrata nella catena col trench? Ma come ti sei vestita? Non avevi capito che andavamo in campagna?
- Il FraStellino è rimasto indietro.
- Ohibò, FraStellino, che succede? Come mai non sei più in sella? Hai forato? Stai male? Cosa?!? Hai visto un cartello vendita formaggi freschi e adesso vuoi entrare in questa cascina dimenticata da Dio e dagli uomini? Ma non dovevamo fare un po' di sport, una cosa da maschi, roba seria? Non bastava tua sorella che ci rallenta come un gatto nero attaccato ai maroni? Adesso devi anche fare il filantropo e risanare il pil nelle zone rurali? No, grazie, sarà sicuramente buonissimo ma non voglio un pezzo di taleggio. E nemmeno del gorgonzola. Sì, lo so che mi piace da morire, ma non lo voglio. Possiamo andare? Anche il tomino? E un quintale di salame? E quei così lì cosa sono? Ma che hai? Devi riempire la dispensa? Giù le mani dai biscotti, non ci pensare nemmeno. Come sarebbe a dire che vi dovete sedere a far merenda con lo yogurt? Va bene. Non importa. L'importante è passare un po' di tempo insieme. Già che ci siete, fatemene assaggiare un cucchiaio. Però! Buono...

Morale (ammesso che debba essercene una per forza): per far funzionare i rapporti umani basta un po' di pazienza (verso gli amici, i fratelli, i fidanzati, i matti scombinati che corrono sulla Statale dei Giovi prima del che sorga il sole).

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Distanza:33,070 km
Tempo:2 45' 00''
Velocità media:12,03 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.465,993
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.034,960

giovedì 7 ottobre 2010

Un runner da marciapiede

Nike Air Pegasus +26 Trail WR. Destinate alla strada, al fango, alla pioggia e alla prossima maratona. Assoluto divieto di usarle sul tapis roulant. Due nuove paia di scarpe in una settimana sono decisamente troppe.
Distanza:21,250 km
Tempo:1 35' 00''
Velocità media:13,42 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.445,683
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.019,327

martedì 5 ottobre 2010

Scarpe marziane

Nike Air Pegasus +27: 330 grammi, schiuma nella suole e aria nei talloni. Sono le mie nuove compagne di indoor (con la benedizione di Mister Koala).
Distanza:21,235 km
Tempo:1 35' 00''
Velocità media:13,41 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.424,433
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.015,520

sabato 2 ottobre 2010

Gli amici degli ex e gli ex degli amici

Siamo animali sociali. Ci piace vivere in branco. Ci piace avere accanto delle persone e costruire delle relazioni. Il clan, la famiglia, il gruppo di amici, i compagni di viaggio, quelli con cui ci diciamo soltanto buongiorno e buonasera e quelli con cui ci spingiamo un poco più in là...

Quando il mio insegnante di diritto pubblico voleva spiegare qualcosa di leggermente complesso andava alla lavagna e cominciava a dire: Ci sono Tizio, Caio e Sempronio.
Tizio, Caio e Sempronio sono molto amici.
Tizio e Mevio stanno insieme da una vita. Caio e Filano da qualche anno. Sempronio e Calpurnio da una decina di mesi. Tutti e sei si frequentano piuttosto assiduamente.
Un bel giorno (per qualche misteriosa ragione gli esempi del mio professore non contemplavano mai giorni brutti o parecchio sfigati), Filano decide di lasciare Caio (per l'appunto: a me sembra un giorno tutt'altro che bello). Perché lo faccia non è rilevante. Non avete voluto sapere perché stessero insieme quindi non vi racconto nemmeno per quale ragione sia finita (certe volte la riservatezza di questo vecchio avvocato genovese sconfinava nel patologico).
Tizio, Mevio e Sempronio corrono subito da Caio perché è così che ci si comporta in queste occasioni.

Calpurnio, invece, preferisce restare in disparte. Un po' perché si sentirebbe di troppo, un po' perché, almeno fino a questo momento, non ha mai fatto distinzioni tra Tizio, Caio, Mevio e Filano. Per lui sono tutti amici di Sempronio, e non vede perché dovrebbe considerarli diversamente. Quello che è successo tra Caio e Filano, in fin dei conti, riguarda loro due soltanto.
Arriva la sera e Calpurnio chiede a Sempronio notizie di Caio. Dopo essere stato ragguagliato, domanda come stia Filano. "Filano? E chi lo sa? Noi siamo gli amici di Caio. A lui penseranno i suoi amici".

Siamo animali sociali. Ci piace vivere in branco. Ci piace avere accanto delle persone e costruire delle relazioni. Piacere, mi chiamo Calpurnio. In passato sono stato Filano e un domani, ma spero proprio di no, potrei anche diventare Sempronio. Suppongo che ciascuno di noi abbia le sue idee in materia di rapporti con gli ex (le mie sono piuttosto chiare: se pensavi di passare tutta la vita con qualcuno e poi la vita ti ha giocato un brutto tiro non per questo devi far finta che l'altro non sia mai esistito). E per quanto riguarda gli amici degli ex o gli ex degli amici? Possibile che non esista un galateo condiviso in materia? Deve essere proprio una giungla in cui ciascuno fa come gli pare? Non potremmo metterci tutti finalmente d'accordo? Non potremmo decidere che ogni volta che una coppia scoppia la situazione è già abbastanza complicata di suo, senza bisogno che tutte le altre persone coinvolte comincino a schierarsi e a prendere posizione? C'è davvero qualcosa di così tremendo nel voler continuare a frequentare gli amici del proprio ex o gli ex dei propri amici?
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Distanza:30,440 km
Tempo:2 24' 00''
Velocità media:12,68 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.437,154
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.017,465

giovedì 30 settembre 2010

Milanesi col cuore in mano

Secondo me, le cene a base di avanzi sono le migliori. Innanzi tutto, non devi cucinare: ti basta aprire il frigo e mettere in tavola. Al massimo, infili tutto nel forno ed è pronto in cinque minuti. Poi, non hai la pressione della sera prima, quando cercavi di fare bella figura con gli ospiti e ti perdevi metà dei discorsi per andare avanti e indietro dalla cucina, riempire i bicchieri e assicurarti che tutti fossero comodi e felici. Infine, la compagnia è sempre la migliore, perché a questo tipo di cene si invitano solo le persone con cui si è davvero in confidenza.

Purtroppo, però, non è di questo che volevo parlare (ma se avete qualcosa da aggiungere, accomodatevi pure che l'argomento per me è interessante e se siete dei maghi a trasformare i rimasugli di vitello tonnato in appetitosi stuzzichini allora potremmo diventare amici per la pelle).

L'altra sera io e Super siamo stati dal FraStellino per un'ottima cena a base di avanzi (essendo lui un raffinato gourmet anche i suoi scarti sono di qualità eccelsa). Finite le chiacchiere e l'ultima briciola di torta, scendiamo in strada e sulla bici di mia sorella, infilato proprio al posto del sellino, troviamo questo messaggio scritto su un pezzo di Scottex.
La prima reazione è stata: "Uh, che carino. Proprio una persona per bene!". La seconda: "E se fosse un trucco per attirarti a casa tua e tentare qualcosa di brutto?". Alla fine, il signore si è rivelato una persona degnissima. Abita due piani sotto al FraStellino e, dopo aver visto il ladro all'opera dal suo balcone, è sceso a reclamare il maltolto. Un cavaliere di altri tempi, difensore di ignare pulzelle e altrui proprietà. Quindi mi chiedo: siamo stati noi cattivi a considerare la seconda opzione o è la vita in città che ti costringe a relazionarti con gli altri indossando una corazza di diffidenza?
Distanza:21,317 km
Tempo:1 36' 00''
Velocità media:13,32 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.453,144
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.000,353

martedì 28 settembre 2010

Catwalk for dummies

Arrivano quasi tutti insieme e sono tutti più o meno vestiti di nero. In fin dei conti -mi dico- è una scelta sensata: il nero sfina, è sobrio, classico, elegante ma anche sportivo, va bene a qualsiasi ora e si intona con qualsiasi accessorio. E poi, sono sicuro che resiste benissimo alle macchie. Non come la mia camicia bianca che è uscita dalla metropolitana con un segno di sporco sulla manica. Un segnetto, vabbè: due colpi con la mano ed è diventato quasi invisibile, ma io so che c'è, e la cosa mi irrita alquanto. Voglio dire, sono alla Milano Fashion Week, non a una sagra di paese. Che, poi, siamo sinceri: invitare me a una sfilata è come chiedere a Paris Hilton di passare una giornata ai Musei Vaticani. Io che la mattina dedico non più di tre secondi alla scelta dei vestiti, ragionando per lo più in base al criterio se piove questo altrimenti quell'altro. Io che la sera penso di poter andare in giro con una polo Oviesse e i jeans di Celio comprati in saldo. Io che sì, sarò pure gay, ma ho un budget per l'abbigliamento di gran lunga inferiore a quello per le crostatine. Però qualcuno è stato così carino da chiedermi se volevo vedere il frutto del suo lavoro e io mi sono anche un po' commosso perché non me l'aspettavo. Così eccomi in seconda fila a guardare negli occhi una famosa giornalista di moda e questo mondo che non è proprio come me lo sarei aspettato. Molto meno patinato e molto più pratico. Niente lustrini. Niente eccessi. Niente champagne e caviale per ingannare l'attesa. Solo lavoro. Infatti, arrivano quasi tutti nello stesso momento, con le loro divise d'ordinanza. Reduci dalla sfilata precedente, entrano, cercano il loro posto e cominciano a pianificare il trasferimento verso la successiva. Parlano al cellulare. Si scambiano opinioni. Fanno attenzione ai dettagli. Poco dopo, si abbassano le luci e comincia lo spettacolo. Modelle di una magrezza sconcertante scivolano in precario equilibrio su tacchi vertiginosi e tu hai solo pochi secondi per assorbire quello cha stai vedendo, i tagli, i motivi, la consistenza dei tessuti, gli accostamenti di materiali, e per chiederti quale strana legge della fisica impedisca a quelle ragazze di rovinare a terra. John Lennon canta Imagine mentre le macchine dei fotografi scattano senza posa e qualche inviato si mette a favore della telecamera parlando dentro un microfono. Cinquanta abiti e dodici minuti più tardi finiscono gli applausi e i forzati della settimana milanese si affrettano verso l'uscita. Passando nel back-stage noto l'ultima cosa che vedono le modelle prima di entrare in passerella. E' un grande foglio di carta bianco su cui qualcuno ha scritto "Walk hard & fast". Lo prendo alla lettera e cammino verso casa senza fermarmi mai.

Distanza:21,250 km
Tempo:1 36' 00''
Velocità media:13,28 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.453,144
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.000,353

sabato 25 settembre 2010

Erode e il suo complesso

Quando ero piccolo io, si andava tutti a scuola dal lunedì al sabato, nessuno escluso. Il sabato mattina era l'ora d'aria di mamme e papà reduci da una settimana di lavoro e ormai rassegnati a passare le successive quarantott'ore in balìa della prole.

Adesso, invece, con la riforma di MaryStar, l'autonomia scolastica e tutto il resto, pare che i portoni delle scuole patrie vengano sbarrati dopo l'ultima campanella del venerdì pomeriggio lasciando i genitori a trastullarsi con un nuovo interrogativo: Dove sbatto i marmocchi? In uno sforzo di fantasia collettivo, sembra che il 99% di loro abbia risposto In piscina!

Un consiglio: se abitate a Milano, il sabato mattina evitate la Cozzi o rischiate di fare una strage. Dico sul serio.

Ciononostante, siamo riusciti a farci 90 vasche: Petit comincia a parlare di Triathlon. Se lui comanda, io obbedisco. Staremo a vedere.

venerdì 24 settembre 2010

Milano 5.30

Mille pazzi che si danno appuntamento alle 5 e 30 per correre 5 chilometri e 30 mentre la città ancora dorme. E' successo a questa mattina a Milano: incredibilmente bello e surreale. Grazie Fabrizio!


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Distanza:21,170 km
Tempo:1 43' 00''
Velocità media:xx,xx km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:x.xxx,xxx
km corsi negli ultimi 12 mesi:x.xxx,xxx

domenica 19 settembre 2010

Il leprotto


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Avete presente gli innamoramenti di cinque minuti? Tipo quando salite sul treno e scoprite che il ragazzo seduto davanti a voi legge il vostro stesso giornale, ascolta la vostra stessa musica, porta le vostre stesse scarpe e iniziate a chiedervi quante altre cose potreste avere in comune? O quando siete al supermercato, e mentre fate la fila alla cassa i vostri occhi incrociano i suoi, che sono di un blu magnetico, e poi uscite, e camminate uno accanto all'altro, in maniera del tutto innocente senza dirvi una parola, finchè le vostre strade si separano e, a quel punto, ci restate un po' male? O Quando vi trovate a una festa e siete sicuri di non conoscere nessuno eppure lui... beh, lui vi sembra di averlo già incontrato in una vita precedente e chissà perché si accompagna a quella bionda insipida invece di bere qualcosa con voi? Ce li abbiamo tutti, vero? Bene, io ho anche gli innamoramenti da cinque chilometri (e questi credo siano un filo più rari).

Mezza di Monza. Doveva essere una scampagnata. Così tanto scampagnata che ci sono andato in bicicletta anzichè in macchina o in treno. 20 chilometri, 4 comuni e 2 province: che sarà mai? Doveva essere una cosa tranquilla, dopo l'incidente di Brescia, il mese col piede immobilizzato, quello col freno a mano tirato e il fartlek estremo tra Agosto e Settembre (lo so: prima o poi dovrò decidermi a scrivere due righe sui fatti di Brescia). Non ero nemmeno troppo in forma, e in effetti nessun libro consiglia di mangiare 132 crostatine al cacao nella settimana che precede la gara solo per accumulare quel po' di energia che può tornare utile nello sprint finale (ma, in fondo, chi non si è mai concesso un attacco di bulimia da ventiseimila calorie?). La sera prima mi ero anche coricato un po' troppo tardi. La strategia diceva di partire con 5 minuti al chilometro e di accelerare poco per volta nella seconda metà. Poi hanno dato il via. E ho visto lui. Avete presente i cani al cinodromo quando aprono le gabbie e scatta la lepre meccanica? Uguale! Partenza bruciante a 4 minuti e 11 secondi. Lui davanti e io dietro. Io dietro e lui davanti. Il mio gomito che sfiora il suo. La sua spalla contro la mia. E avanti così per cinque chilometri, finchè lui non è rimasto senza fiato e io praticamente senza saliva. Ma ormai ero lanciato, così ho tirato fino a tagliare il traguardo in 1:31:06 (che sarebbe pure il mio nuovo personale). All'arrivo ci siamo anche fatti due chiacchiere. Il suo nome è *** ma per me resterà sempre il Leprotto. Solo l'unico che lo trova così irresistibile?
Distanza:21,097 km
Tempo:1 31' 06''
Velocità media:xx,xx km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:x.xxx,xxx
km corsi negli ultimi 12 mesi:x.xxx,xxx

domenica 12 settembre 2010

Next time Lecco


Ormai è deciso: a Ottobre io, MauZ e il cancello del FraStellino arriviamo fino a Lecco (and back!). Chi si aggrega?

sabato 14 agosto 2010

Fusi orari e mostri dagli occhi verdi

Di questi tempi Lucifero si trova a Bali con delle amiche. La mattina surfa, il pomeriggio va in palestra e la sera balla. L’altra notte, alle 2:39 ora locale, mi ha spedito questo messaggio:
Aggiornamento dal campo base. I comandanti Paola & Tania hanno affidato all'agente speciale Lucifero la missione "vendicare Gianluca", amico che veste con stile, denigrato da francese senza cuore. L'agente dovrà attirare l'attenzione del transalpino e poi lasciarlo a bocca asciutta. Prima fase riuscita: Jerome si è presentato. L'agente Lucifero ha già tirato il primo pacco al francese. :-) smaaak

Di questi tempi mi trovo a Milano. La mattina corro, il pomeriggio compilo improbabili fogli Excel e la sera cerco di realizzare il sogno perverso di coricarmi entro le nove. L’altra sera, alle 20:42 ora di Milano, gli ho risposto con questo messaggio:
Dolce notte. Bacio. Yaaaaawn…
Salutami Jerome. E pure Gianluca :-)

Tra l’Italia e l’Indonesia ci sono sei fusi orari di differenza. Come il fanciullo abbia trovato una discoteca gay durante il Ramadan nel paese con la più grande popolazione musulmana del pianeta è uno di quei talenti naturali che la scienza non riesce ancora a spiegare. La gelosia è una forma di sfiducia preventiva della quale non sono capace (ognuno ha i talenti che si merita) ma se deve essere proprio un mostro dagli occhi verdi allora mi auguro ardentemente che Jerome somigli al ragazzo nella foto.

Riassumendo. Lucifero è a Bali. Io sono in vacanza. Jerome potrebbe essere un figo pazzesco. Vestire con stile è una citazione da Connie & Carla. Il mostro con gli occhi verdi è una creatura di Shakespeare.


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Distanza:30,610 km
Tempo:2 27' 00''
Velocità media:12,49 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.407,299
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.001,306

domenica 8 agosto 2010

Cappuccio e brioche

- Ciao. Cappuccio e brioche?
- Sì, dove?
- Lodi.
- Bene: comincia a pedalare.

Fortuna è conoscere qualcuno che non si spaventa se gli proponi di fare cento chilometri per raggiungere il bar della piazzetta. Grazie Mau!

domenica 18 luglio 2010

sabato 10 luglio 2010

04:00 AM

Sono le quattro di mattina. Quaranta giorni fa a quest'ora guardavo il soffitto dopo essermi distrutto un piede. Due settimane fa a quest'ora parlavo con una ragazza albanese su un pullman al confine tra Lazio e Toscana. Oggi mi vesto e vado a correre. Più tardi provo ad aggiornare il blog.

Due settimane fa: FACIMM' 'O BURDELL

Succede sempre così. Ti guardi intorno e sembra che non ci sia nessuno. Si mette pure a piovere e già pensi che sarà un fallimento. Poi qualcuno decide che è ora di partire.

Comincia la musica.

Si tira fuori uno striscione.

E arrivano loro...

E poi loro...

E loro...

Loro...

E pure loro, col bucato steso al sole...

Così anche loro cominciano a schierarsi...

Ma ormai è troppo tardi: c'è un diluvio di coriandoli, di gente che balla, di parrucche, magliette, carri e striscioni. E ti sembra impossibile che ancora una volta il Pride sia riuscito a invadere una città di questo Paese.

Quanti eravamo a Napoli quest'anno? Giudicate voi.

Io c'ero e mi sono divertito. Ho passato 22 ore sul pullman di Arcigay e due giorni senza dormire. Ho mangiato pizza, arancini, babbà, sfoglie e pastiera. Ho cantato, ballato, saltato e fischiato. Ho conosciuto persone che forse non rivedrò mai più ma non importa. E mi sono pure abbronzato, alla luce del sole, proprio come diceva lo striscione all'inizio del corteo.

Certo, sarebbe stato meglio se non avessimo buttato tutti quei volantini per terra che la città ha già avuto qualche problemino con i rifiuti.

Le immagini di questo post sono state saccheggiate da Flickr e Picasa. Non me la cavo granchè bene con la macchina fotografica ma mi piaceva l'idea di mostrare le facce del Pride, soprattutto quelle che di solito non si vedono sui giornali o in televisione.


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Quaranta giorni fa: LA GUERRA

Coming soon.


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© itboy_76