mercoledì 4 dicembre 2013

L'appretto del Lidl - 4

Ehi tu. Tu che un giorno hai il ciuffo come Alfa Alfa e quello dopo vai in giro con il mohawk o la testa rasata. Tu che incanti le lucertole. Tu che quando usciamo ordini sempre il filetto e poi fai gli occhi da cerbiatto per rubarmi l'ultima fetta di pizza. Tu che ti entusiasmi per un formaggio totalmente privo di latte.

Ehi tu che avevi promesso di lasciarmi libero e traslocare a Parigi, Londra o Dublino e quando avevo finalmente scoperto un modo economico per venirti a trovare mi hai detto "No, resto". Tu che giochi a monopoli con Peter in Svizzera. Tu che a Ibiza passi le notti chiacchierando con un noto attore di film porno e poi mi scrivi email chilometriche.

Ehi tu che il sabato vai in giro per Las Vegas e la domenica corri una maratona a Milano. Tu che quella maratona non la finisci, nonostante ti abbiano permesso di correre con tutte e tre le gambe. Tu che il lunedì mattina ti svegli già con la testa in ufficio. Tu che hai la scrivania che si alza solo perché fa figo.

Ehi tu che sei peggio della criptonite e, dopo avermi fatto venire la grave malattia neurologica e il padre di tutti i mal di testa, mi hai pure tolto l'uso della gamba sinistra. Tu che approfitti delle mie voglie mattutine. Tu che fai un uso improprio della mia fitball ma non ti lasci spalmare addosso il barattolo grande della Nutella.

Ehi tu che mi prendi in giro per come mi taglio i capelli, perché non entro in un paio di Levi's, perché faccio l'ammortamento dei calzini e gestisco l'armadio dei piatti con il metodo FIFO. Tu che quest'anno ancora non mi hai portato a fare gli scivoli. Tu che non ricordi cosa ti ho regalato lo scorso Natale. Tu che hai le mani come scolapasta. Tu che ancora mi devi trenta euro e ringrazia che non applico gli interessi per mora.

Ehi tu che non concepisci il satellite ma noleggi i film in streaming. Tu che non dovresti nemmeno sfiorare il tablet quando inviti a cena gli amici. Tu che quando sei stanco cominci a farti i grattini da solo. Tu che bevi troppi caffè. Tu che non sarebbe ora di arrivare in fondo a BioShock2? Tu che non fai la raccolta differenziata, accendi i termosifoni in estate e non conosci il Protocollo di Kyoto.

Ehi tu che i miei nipoti ti scambiano per un teletubby gigante ma pensi di poter fare lo zio solo part-time e a distanza. Tu che -prima o poi- dovrai deciderti a morire... Lo sai che sono già passati quattro (milioni di) anni e un giorno dalla nostra prima pizza?
Io.

martedì 8 ottobre 2013

Fashion city live

Come ogni mattina, anche oggi ho fatto i soliti quattro passi in Via Dolce&Gabbana (già Via della Spiga). L'accessorio della settimana sono le scarpe della matrigna di Cenerentola (o della Malvagia Strega dell'Est, decidete voi). 1.750 euro, scatola inclusa (spero). Mi sa che aspetterò i saldi...

domenica 29 settembre 2013

#chièsenzapudoresiscattilaprimafoto

Borgo JoinTheGap@PapayaBeachClub.
Festa addio al celibato nubilato di un'amica di Lucifero.
Dress code: qualcosa in testa.
Avrò esagerato?

martedì 10 settembre 2013

Gli ultimi chilometri

Finale spettacolo! Qualcuno (non facciamo nomi) si è dimenticato di venirmi a prendere. Zaino in spalla: si cammina.

(stanotte Milano è un deserto)

Bergamo

Chissà perché i bagagli si perdono sempre all'andata e mai al ritorno.

lunedì 9 settembre 2013

Sul ponteggio

Il Pórtico de la Gloria è la Cappella Sistina del romanico spagnolo. 830 figure scolpite nel quarzo e nel marmo che da anni sono sottoposte a un infinito restauro. Dallo scorso marzo è possibile salire sul ponteggio insieme a una guida e restarci per circa un'ora. Bisogna prenotarsi con un certo anticipo, ma ne vale la pena (purtroppo è vietato scattare fotografie: c'è il rischio che qualcuno cada, dicono).

The last bocadillo

Cabeza de cerdo (la parte intelligente del maiale).

#notmycamino @versoMuxía

Le ultime immagini del Cammino di Super [aka: how instagram killed the postcards]

Il mio piccolo miracolo

Mezzanotte. Al Seminario Menor scatta il coprifuoco. Mi arrampico su per tre piani di scale e lei e là, sul pianerottolo, che sorride, incredula, strizzata nel suo completo nero aderente.

Astrid, la ciclista olandese con cui l'anno scorso ci siamo inseguiti da Bercianos fino a Santiago, l'ultima persona che ho incontrato prima di salire sul pullman per l'aeroporto, è qui. Dorme nel letto 2023. Io sono al 2002.

Ci abbracciamo. Scoppiamo a ridere come due quindicenni che hanno appena incontrato gli Uàn Dairécscion. Ci abbracciamo ancora. Parliamo fitto fitto. Ci eravamo promessi un caffè. Domani mattina faremo colazione insieme e ci racconteremo cosa è successo nell'ultimo anno.

Miracoli del Cammino. E sì: resto ateo e miscredente, ma per questo posto, e per le cose che vi succedono, nutro ormai una venerazione pagana.

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Aggiornamento delle 00:28. La Valchiria del letto 2003 sta russando come un trattore. Se le metto il cuscino sulla faccia e pongo fine alle sofferenze di tutti i presenti si può considerare eutanasia? O forse dovremmo chiedere a Santiago che ci pensi lui?

domenica 8 settembre 2013

Santiago by night

I tavoli per il ping pong notturno sono geniali. Adesso rotolo fino alla cama e domani mi tolgo l'ultimo sfizio.

C.I.02bis. Bruma - Santiago (41 km + un po')

Pellegrini incontrati alla partenza: 3.

Pellegrini incontrati sul Cammino: 0.

Pellegrini registrati in ostello: alcune centinaia (compreso l'autore del blog).

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Ieri la temperatura è scesa all'improvviso. Pare che il nord della Spagna sia stato flagellato dai temporali. Per fortuna non la Galizia. Per la prima volta ho dormito nel sacco a pelo (meglio così: non mi potrò lamentare di averlo portato).

Questa mattina c'era ancora un vento gelido. Pensavo di partire a razzo, per scaldarmi, ma c'è stato un fuori programma: il pellegrino OchoConCuatro. Per gli amici, Alejandro Gonzáles.

OchoConCuatro. Classe 1929. Nativo di Palencia. Residente a Madrid. Campesino non del tutto in pensione. Mi ha rivelato orgoglioso la sua età durante la colazione: "Ochenta y cuatro". E ha rafforzato il concetto disegnando i numeri con l'indice destro sul palmo della mano sinistra: "Ocho con cuatro!".

Due anni fa è partito per il suo primo Cammino: Madrid, Léon, Compostela. Il primo giorno si è perso. Il secondo giorno gli è andata meglio. Parecchie settimane dopo è arrivato alla meta, un po' stanco ma parecchio soddisfatto. Era la sua prima vacanza. La prima di tutta la vita.

Quest'anno è partito dai Pirenei. Non essendo pratico di discese si è massacrato i piedi prima di arrivare a Roncisvalle. Ciononostante, ha continuato fino a Léon. Poi, visto che da lì in avanti conosceva già la strada, ha preso un pullman per Ferrol e si è gettato anche lui nel Cammino Desconocido. Mezza tappa per volta, schiacciato sotto uno zaino da signore d'altri tempi (ieri sera ne ha estratto un pigiama blu perfettamente stirato) e appoggiandosi a due bacchette di metallo. "L'unico problema è che non ho le mani libere per tenere la torcia e al buio non ci vedo tanto bene...".

E così eccoci in marcia sotto un cielo nero trapunto di stelle. Io a far luce e lui a raccontare di campi e trattori, dei figli inurbati, di internet e GPS (che no ha e non sa usare ma gli piacerebbe). Per l'occasione ho raccolto uno dei bastoni che Beniño, l'hospitalero di Bruma, lascia accanto alla porta per chi parte e ho avuto la conferma che camminare con una trave di legno al seguito è molto stiloso ma del tutto inutile.

Ci siamo separati qualche ora dopo. Una maschia stretta di mano e buen camino, ognuno con suo passo.

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Gli ultimi cinque chilometri prima di arrivare a Sigüeiro non godono di buona fama. Per me sono fantastici. Prevalentemente in discesa, saltuariamente in salita, quasi totalmente all'ombra e assolutamente deserti: un lungo rettilineo sterrato che pare fatto apposta per pensare mentre le gambe vanno avanti da sole. Da lì in poi ci sono altri sedici chilometri per Santiago (ma come al solito la misura è teorica e non si capisce mai se si intenda il confine della città o la piazza della cattedrale, in ogni caso i pilastrini a un certo punto scompaiono).

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Dicono che l'arrivo del Cammino Inglese sia meno bello del francese. Per me è il contrario. I boschi continuano ininterrotti fino alle porte della città. Poi qualche campo, il minuscolo polígono industrial, il cimitero e le casette da obrero gallego col profumo della carne grigliata e il tifo che spinge Alonso dal decimo al secondo posto. La strada scende tranquilla, attraversa un parco, poi un'altro, evita i negozi per turisti e arriva quasi di nascosto davanti alla'Obraidoro. E' un finale perfetto. E per chi ha poco tempo o non è troppo in forze, è sicuramente un Cammino più bello e intenso di quello che comincia a Sarria.

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Super, ho incontrato Quije, il tedesco del primitivo, e Samuel, il coreano di Finisterre e Muxía. La síndrome del piccolo paese continua: ci chiamiamo tutti per nome.

L'ultima cena

Pulpo gallego
Rabo de ternera
Chipirones fritos
Flan de queso
Tarta de orujo

(mesón do pulpo - rua de vista alegre 57 - santiago de Compostela)

There's no place like home

Quest'anno ci sono pure i pidocchi!

Arrivato.

Lucifero, non ti puoi lamentare. Questa volta ho fatto il cammino minimo: solo due giorni (ecco un altro motivo per cui è facilissimo stare con me: mi so limitare).

C.I.01bis. A Coruña - Bruma (34 km)

Pilastrini per uscire da A Coruña: due.

Frecce per uscire da A Coruña: due.

Pellegrini incontrati alla partenza: 0.

Pellegrini incontrati sul Cammino: 1.

Pellegrini registrati in ostello: 12 (compreso l'autore del blog).

Questa volta le cassandre avevano ragione. La seconda partenza del Cammino Inglese è tutta un perdersi e ritrovarsi. Uno sguardo alla guida e uno ai nomi delle strade. Un altro sguardo alla guida e uno all'incrocio, alla rotatoria, alla fontana, al grande magazzino o a qualsiasi altra cosa possa fare da riferimento.

Se non si finisce falciati da un camion, è pure divertente. E comunque i pellegrini hanno la memoria corta, e quando arrivano sul Paseo di O Burgo sono talmente presi dal sorgere del sole che a stento si ricordano di aver imprecato come carrettieri fino a pochi minuti prima.

La seconda partenza merita. Prima la città, poi la ría, quindi il verde del parco, i campi, la collina e solo alla fine un bel bosco di eucalipti. Per gli standard galiziani attraversare un solo bosco di eucalipti in un giorno è come passeggiare nel pavese senza inciampare in una risaia: pura utopia. Ovviamente, il bosco in questione se ne sta aggrappato intorno a una salitella così ripida che la usano per le sfide di downhill in mountain bike (con punti extra per ogni pellegrino arrotato).



© itboy_76