giovedì 29 settembre 2016

quarta-feira (mercoledì)


Domenica 47 kilometri.
Lunedì 47 kilometri,
Ieri 47 kilometri.
Oggi 47 kilometri, entri nel posto in cui devi dormire e scopri che è pieno di persone in carrozzina, e a qualcuno mancano pure le gambe.

Se Dio esiste, ha una passione per i film di Woody Allen. Domani si rallenta.



terça-feira (martedì)


Confesso di aver visto tutte le puntate di "Una mamma per amica", la serie sulla madre single con la figlia secchiona che si accaparra una sfilza di ragazzi carini a suon di parole strane e dotte citazione. Fino a oggi pensavo fosse un personaggio di fantasia. Invece esiste davvero, si chiama Filippa e lavora nella versione portoghese del Dragon Fly. Filippa è una macchina da guerra: parla quattro lingue, spara trecento parole al minuto, anticipa ogni tuo bisogno, pianifica la tua vita, decide quali saranno le tue prossime mosse, e non alza mai la voce. Filippa ti osserva, ascolta le tue obiezioni, sorride benevola e ti induce a cambiare idea. Il letto, il bucato, la cena, la colazione, la destinazione  dell'indomani e il modo in cui raggiungerla: puoi avere anni di viaggi alle spalle e abitudini consolidate, Filippa le scardinerà. Almeno nei 60-80 kilometri che rientrano sotto la sua giurisdizione. Incontrare Filippa è come imbattersi nei Borg: "La resistenza è inutile, sarete assimilati". E alla fine non potrete fare a meno di invitarla a cena fuori, nel ristorante migliore della città. E lei, con un sorriso incantevole e il tono gentile, vi risponderà "Mi spiace, non posso, devo lavorare" (c'è il barista in fondo alla strada che mi fa la corte, il mio ex va in giro su una moto fighissima e mia figlia diventerà il prossimo presidente degli Stati Uniti).



lunedì 26 settembre 2016

segunda-feira (lunedì)


Le voci secondo cui sarebbe impossibile andare da Tomar a Coimbra in due giorni e vedere la città mi sembrano un tantino esagerate.



domenica 25 settembre 2016

Sesto giorno


La questione dei Bombeiros mi è stata spiegata nei seguenti termini, e io così la riferisco.

Il Portogallo ha moltissimi boschi. In estate piove poco o niente, quindi gli incendi sono piuttosto frequenti. Per questo motivo, ci sono caserme dei pompieri in ogni comune. I pompieri sono quasi tutti volontari e, oltre a spegnere gli incendi, si occupano delle ambulanze e gestiscono la protezione civile. Per questo motivo dispongono di spazi più o meno grandi in cui accogliere le persone.

Quindi, bisogna dire che quando uno va a dormire in caserma non condivide la camerata con i Bombeiros (sigh), che essendo questi prevalentemente volontari non somigliano nemmeno di striscio ai manzi delle serie tv americane (sigh sigh) e che quasi la metà dei pompieri sono fanciulle (sigh sigh sigh). In compenso, si fanno incontri divertenti e può capitare che ti offrano un idrante per lavare i vestiti (deformazione professionale, credo; non sapendo gestire l'attrezzo, mi sono accontentato del lavandino)



Quinto giorno


Hai tre opzioni.

La prima: ti dirigi verso nord, passi da Pombal e in due giorni sei a Coimbra. Non disponi delle mappe ma la via è segnata e molto frequentata.

La seconda: vai verso est, segui il percorso della guida fino a Tomar e dopo quattro giorni sei a Coimbra.

La terza: vai sempre a Coimbra in quattro giorni ma per arrivare a Tomar rinunci alla guida e ti affidi al consigli del custode di Fatima.

Cosa scegli? Ovviamente la tre.

La fortezza dei templari merita il viaggio. La passeggiata sulle colline è fantastica. I pompieri mi hanno messo a disposizione una sala enorme proprio sopra la rimessa dei camion. Ogni mezz'ora si sente suonare una sirena.



sabato 24 settembre 2016

Quarto giorno


Furio ha tre anni, fa yoga tutte le sere e dice frasi in un inglese degno di Alberto Sordi. Furio è anche un dei migliori amici di Pesca.
L'amicizia tra maschi e femmine a tre anni funziona più o meno così.

Furio, con entusiasmo: "Giochiamo a (X)?"
Pesca: "No".
Furio, spazientito: "Giochiamo a (Y)?"
Pesca: "No".
Furio, ormai prossimo alle lacrime: "Giochiamo a (Z)?"
Pesca: "No".
Seguono attimi di panico.
Pesca: "Giochiamo a (X) con le regole di (Y) ma facendo finta che sia (Z)".
Furio: "Ok! Denkiùverimesc!"

Accompagnare Pesca al parco rientra tra i miei compiti di zio-in-carriera. Non disponendo di un omologo, Furio si accontenta di andare al parco con la nonna. Di conseguenza, una volta deciso a cosa giocare, a me e alla nonna di Furio non resta che sederci sulla panchina, vigilare che i due non si facciano troppo male e fare chiacchiere di circostanza.
Così ho scoperto che la signora ha un passato da sindacalista e un presente da cintura nera di pellegrinaggi (in pullman, sia chiaro).
La nonna di Furio è stata a Lourdes, a Santiago, in Vaticano, a Oropa, Loreto e Sotto il monte. Ma non a Fatima. Io invece sì. E la prossima volta che ci vedremo al parchetto sarà invidiosissima perché ci sono pure tornato (e dopo più di vent'anni devo dire che è cambiata in meglio, e che non sembra più un luogo pieno di dolore e sofferenza).





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