venerdì 26 settembre 2014

Storie di famiglia 3

Quando ero piccolo, andare in vacanza si diceva "scendereggiù". E poiché non era ancora tempo di aerei low-cost, per "scendereggiù" c'erano solo due opzioni: la macchina o il treno. Mio padre ha sempre amato la macchina: una lunga tirata con sosta a Roma per un pranzo da amici e poi la notte sui tornanti della Salerno-Reggio Calabria, guardando le stelle e bevendo il caffè denso e nero degli autogrill. Mia madre, invece, preferiva stiparci tutti nel vagone letto, con un numero di valige triplo rispetto a quello dei viaggiatori, le frittate di riso, quelle di spaghetti, il termos con l'acqua ghiacciata e i biscotti per la colazione. In entrambi i casi, il momento topico dello "scendereggiù", non era l'arrivo a destinazione ma l'imbarco a Villa San Giovanni. Perché su quei grandi traghetti arrugginiti e maleodoranti,  guardando il "continente" che si allontanava e l'"isola" che ci veniva incontro, col vento che soffiava da ogni parte e magari già addentando il primo arancino, avevamo sempre la sensazione di essere tornati a casa. Ed era una gioia simmetrica e speculare rispetto a quella che provavamo qualche settimana più tardi, quando attraversando lo Stretto in direzione opposta, eravamo contenti che le vacanze fossero finite, perché, in fondo, casa nostra si trovava da un'altra parte e la vita caotica e colorata dei nostri parenti siciliani ci piaceva solo a piccolo dosi.

Miracolo in diretta

Ho appena assistito al miracolo di San Gennaro.

Storie di famiglia 2

I miei nonni materni non potevano essere più diversi. Lui era quello serio e compassato, lei era creativa e ribelle. Lui veniva da un piccolo paese dell'entroterra siciliano, lei era nata e cresciuta in città, a Napoli. lui aveva studiato legge, lei musica. Lui era un funzionario dello Stato, lei una pianista. Lui era nomade per ragioni d'ufficio, lei amava mettere radici. Si conobbero ad un funerale, quello del padre di lui, e fu amore a prima vista. Abitando in luoghi lontani, continuarono a frequentarsi per lettera e telegramma. Quando lei accettò di sposarlo, mise una sola regola: lo avrebbe seguito ovunque in giro per l'Italia, da Bolzano a Reggio, da Perugia a Palermo, ma i loro figli, già borbonici per ragioni genetiche, sarebbero stati anche partenopei per diritto di nascita.

Così, ogni volta che il termine si avvicinava, mia nonna partiva, non importa da dove, non importa con quali mezzi, non importa nemmeno che si fosse in guerra o in tempo di pace. Lei partiva, e l'unica cosa che le premeva davvero era che quei cinque bambini venissero tutti al mondo in un certo letto di una certa stanza di una certa casa di un certo palazzo del Vomero. E che appena nati, venissero portati sul balcone, a respirare l'aria di Napoli e a rendere omaggio al Vesuvio.

giovedì 25 settembre 2014

Storie di famiglia 1

Reggia di Caserta. Tra il 1962 e il 1965 l'AugustaGenitrice ha abitato qui con la sua famiglia. A secondo di chi vi racconta la storia, era un po' come vivere a Versailles o, al contrario, era peggio che stare accampati in un sottotetto di Parigi. Oggi mi regalo la prima tappa di un pellegrinaggio laico, tra stanze e giardini di cui ho tanto sentito parlare ma che non ho mai visto prima.

Alzati e cammina

"Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c'è sempre un viaggio da ricominciare"

[Francesco De Gregori, Viaggi & Miraggi]

mercoledì 24 settembre 2014

A piedi, da Milano fino a Roma

21 giorni, 730 chilometri, 180 merendine, monti, fiumi, campagne, città e decine di incontri.

Mons Gaudi

11 chilometri al buio tra Cassia e Trionfale, un assurdo giro nella riserva e poi... arrivi qui e comincia a piovere :-)

lunedì 22 settembre 2014

Fidarsi: la variante della variante

"Domani faccio la variante cimina".
"Ah! Vuoi vedere il lago di Vico?".
"Sì".
"Lo vuoi vedere davvero?".
"Sì, davvero".
"Bravo. Allora siediti che ti disegno una mappa".

Sembrava quasi l'inizio di The Beach (il libro, non il film) con il vecchio pazzo che spiega al protagonista come raggiungere l'isola segreta. Lui tracciava e io ascoltavo, un po' scettico e un po' eccitato. Alla fine ho deciso di fidarmi, e dopo tre ore di sentieri tra i boschi. coperto di rugiada e ragnatele, e pure con qualche graffio, eccomi qui. a contemplare l'autunno alle porte.

domenica 14 settembre 2014

San Miniato

Il panorama fa tanto poster della Toscana e il corridoio davanti alla mia cella (sono l'unico ospite) è lungo come un campo da calcio.

venerdì 12 settembre 2014

Posti in cui vale la pena di dormire

Lucca

Secondo Google sono a 41 minuti dalla mia prossima doccia. Spero sia vero perché ho appena rinunciato a tuffarmi dentro un autolavaggio, di quelli con le spazzole antigraffio, mica robetta...

mercoledì 10 settembre 2014

At the end of Route 62

Dopo due giorni di scorribande (si fa per dire) lungo la Statale della Cisa e i suoi sentieri, approdo ad Aulla che è bruttina ma accogliente. E, comunque, oggi mi sono fatto 45 chilometri di picchiata, di cui 20 sotto la pioggia, per cui -poche storie- anche l'antro della strega di Biancaneve mi sembrerebbe un resort a cinque stelle.

Dopo due giorni di isolamento telefonico arrivo ad Aulla e trovo ad aspettarmi 17 messaggi di persone che mi hanno cercato. Super, FraStellino, ilDiLeiConsorte, due zii, due cugine, amici di famiglia, amici miei, colleghi e pazienti dell'AugustaGenitrice. Il primo impulso è di mandare tutti a quel paese. Poi, mi ricordo le buone maniere e comincio a chiamare o mandare sms.

Improvvisamente sono una celebrity e sembra che tutti vogliano sapere come funziona questo strano modo di elaborare il lutto, dove mi trovo, cosa faccio e a cosa penso. E c'è pure chi mi consiglia di tenere un blog.

Ecco, io un blog ce l'avrei. E mi piacerebbe molto aggiornarlo come si deve. Ieri notte, ad esempio, ho incontrato quattro ragazzi salvati da mare nostrum, e per la prima volta da non so più quanto tempo sono rimasto senza parole. Perché cosa volete che siano i miei problemi rispetto ai loro? Cosa volete che sia questa mia scampagnata in giro per l'Italia rispetto al loro che è un viaggio vero e pieno di insidie? Oppure: ho conosciuto una famiglia che vive tre mesi all'anno sull'Appennino, in un posto bellissimo ma impossibile, e a loro sembra la cosa più facile del mondo. Di queste cose parlerei volentieri sul mio piccolo blog, e vorrei dire a tutte queste persone di venirsele a leggere, così non mi devo ripetere in continuazione e magari trovo pure un attimo per studiare le mappe e fare qualche piccola manutenzione. Alla fine, però, mi rendo conto che, nella maggior parte dei casi, sentire la mia voce è il loro modo di superare quello che ci è successo, quindi mi rassegno a fare dei lunghi racconti telefonici e a spiegare che sì, sto bene, e no, non ho ancora pianto, e sì, era una donna fantastica, se riuscivi a dimenticare quanto fosse stronza, e no, non c'è problema, mi potete chiamare tutte le volte che volete...

Per chi non c'è mai stato, a piedi, in moto o in bicicletta, la SS62 è proprio una gran bella strada (in foto non rende).

Amarcord

Questo lo possono capire al massimo due persone...

Col favore delle tenebre

Sono arrivato in Toscana.



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