domenica 18 luglio 2010

sabato 10 luglio 2010

04:00 AM

Sono le quattro di mattina. Quaranta giorni fa a quest'ora guardavo il soffitto dopo essermi distrutto un piede. Due settimane fa a quest'ora parlavo con una ragazza albanese su un pullman al confine tra Lazio e Toscana. Oggi mi vesto e vado a correre. Più tardi provo ad aggiornare il blog.

Due settimane fa: FACIMM' 'O BURDELL

Succede sempre così. Ti guardi intorno e sembra che non ci sia nessuno. Si mette pure a piovere e già pensi che sarà un fallimento. Poi qualcuno decide che è ora di partire.

Comincia la musica.

Si tira fuori uno striscione.

E arrivano loro...

E poi loro...

E loro...

Loro...

E pure loro, col bucato steso al sole...

Così anche loro cominciano a schierarsi...

Ma ormai è troppo tardi: c'è un diluvio di coriandoli, di gente che balla, di parrucche, magliette, carri e striscioni. E ti sembra impossibile che ancora una volta il Pride sia riuscito a invadere una città di questo Paese.

Quanti eravamo a Napoli quest'anno? Giudicate voi.

Io c'ero e mi sono divertito. Ho passato 22 ore sul pullman di Arcigay e due giorni senza dormire. Ho mangiato pizza, arancini, babbà, sfoglie e pastiera. Ho cantato, ballato, saltato e fischiato. Ho conosciuto persone che forse non rivedrò mai più ma non importa. E mi sono pure abbronzato, alla luce del sole, proprio come diceva lo striscione all'inizio del corteo.

Certo, sarebbe stato meglio se non avessimo buttato tutti quei volantini per terra che la città ha già avuto qualche problemino con i rifiuti.

Le immagini di questo post sono state saccheggiate da Flickr e Picasa. Non me la cavo granchè bene con la macchina fotografica ma mi piaceva l'idea di mostrare le facce del Pride, soprattutto quelle che di solito non si vedono sui giornali o in televisione.


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Quaranta giorni fa: LA GUERRA

Coming soon.


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