domenica 26 luglio 2015

Saint-Étienne-de-Baigorry - Espelette

 "Adesso mi sdraio contro quest'albero e mi lascio morire. Ecco, mi faccio pure un ultimo selfie. Il gruppo del controllo missione su uozzáp ha le mie coordinate di un'ora fa. Domani manderanno qualcuno a cercarmi. Peccato che qui non ci sia campo. Però c'è uno stormo di aquile che mi vola sulla testa. Morire sotto uno stormo di aquile: che cosa chic".

Mai arrampicarsi su una montagna senza sapere dove si sta andando. Purtroppo, per questa parte del viaggio non esistono mappe dettagliate. Dispongo solo di una guida-bigino che dice cose utili del tipo "cerca un sentiero per salire, attraversa il pianoro, cerca un sentiero per scendere". I sentieri, ovviamente, non sono segnati. E l'unico modo per trovare quello giusto è provarli tutti. Se dopo dieci minuti sembra eh andare nella direzione sbagliata, si torna indietro.

Dopo quattro ore di salita (tempo previsto dalla guida: 90 minuti), mi installo tra le rovine, mangio il mio fantastico panino ripieno di lingua (viva le schifezze) e decido che le aquile possono anche mangiarmi un pezzo per volta come un novello Tantalo.

Poi, cento metri più in alto, avvisto l'uomo e la  donna stambecco. Due pazzi scatenati che corrono lungo la cresta e vengono nella mia direzione. Scatto in piedi, mi carico lo zaino sulle spalle e tempo tre minuti sto trottando insieme a loro verso valle. Cado due volte ma non importa.

Anche domani si andrà alla cieca. Sperem.

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