mercoledì 4 marzo 2015

Il caso e la resilienza

 - Tredici titoli diversi. Ti rendi conto? Tredici!

Resilienza è una parola che mi piace molto. Deriva dal latino resilīre "rimbalzare" e indica la capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi. Sono resilienti le travi d’acciaio, i pilastri di cemento armato, gli elastici delle mutande, i commercianti che non pagano il pizzo e le donne che denunciano i loro aggressori.

Il 2014 è stato un anno un po' pesante per me e per Super (e anche per FraStellino, sebbene in modo diverso). Così, per il 2015, ci siamo inventati il Progetto Resilienza: una lista infinita di cose da fare, vedere, mangiare. Tra queste c'è l’abbonamento a teatro: sette spettacoli tra febbraio e giugno.

- Facciamo così. Ciascuno di noi scrive su un foglio i sette spettacoli che vorrebbe vedere. Poi confrontiamo le liste. Quelli che abbiamo in comune li vediamo di sicuro, per gli altri facciamo un'estrazione.

Il risultato è stato sorprendente.

- Tredici titoli diversi. Ti rendi conto? Tredici!
- Soltanto uno in comune.
- Fantastico! Tanto valeva fermare uno sconosciuto per strada e chiedergli di scegliere lui al posto nostro.
- Se fosse un test sull’affinità di coppia cosa vorrebbe dire? Dovremmo divorziare? E i bambini chi se li prende?
- Sta' zitta e comincia a preparare i bigliettini.

Qualche settimana fa, davanti a una pizza surgalata, qualche bottiglia di chinotto e una cesta di arance appena arrivate dalla Sicilia, il caso ha disegnato per noi un improbabile percorso teatrale che questa sera ci ha portato in Birmania, a casa di chi la resilienza l’ha praticata per più di vent’anni, per uno spettacolo molto bello, insieme doloroso e divertente, con un fantastico coro da tragedia moderna.

VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI
di Marco Martinelli
Teatro ElfoPuccini
Sala Shakespeare | 3 - 12 marzo 2015



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