domenica 9 settembre 2012

Odessa - Nazi on the road

Al termine della seconda guerra mondiale, un'organizzazione segreta avrebbe ideato, organizzato e gestito la fuga dei gerarchi nazisti dopo la caduta del Terzo Reicht.

Tale organizzazione rispondeva al nome di Odessa e avrebbe operato anche grazie all'aiuto di istituzioni religiose italiane, austriache e spagnole che invocavano l'antico diritto di asilo.

Settant'anni piu' tardi Odessa continua a operare. Sulle strade del cammino.

Lasciare Burgos e' molto piu' facile che entrarvi. La strada e' bella, larga, tranquilla e ben segnalata. La campagna arriva presto.

Siamo in sette: io, una coppia di Padova, due signori spagnoli, una figlia di Albione e questo ragazzotto bavarese che per i miei gusti e' troppo grosso, troppo pallido e troppo biondo.

Indossa una felpa nera e dei bermuda militari. Ha in mano il bastone da pellegrino piu' grande che abbia mai visto e sul polpaccio (ovviamente quello destro) ha un'enorme bundeswappen, l'aquila simbolo della Germania.

Capisco che non e' aria. Mi faccio da parte e fingo di non capire l'inglese.

Nell'ora che segue il figlio di Odino esprime i seguenti concetti:

1) In Europa esiste un grave "problema Zingari" per il quale lui avrebbe una soluzione (temo "definitiva").

2) Gli Arabi non devono piu' entrare. Possono restare solo quelli di classe media che vestono come noi e a casa si rifiutano di parlare la loro lingua.

3) E' assurdo che in Inghilterra ci sia il memorial day per ricordare i caduti della seconda guerra mondiale mentre nella Repubblica Federale ci si vergogna dei propri eroi (giuro, ha detto "eroi").

4) La Finlandia e' il paese migliore del mondo perche' invece di usare i soldi per integrare gli extracomunitari li usa per i centri giovanili dove ci sono le sale prova in cui i ragazzi finlandesi possono fare le prove con le loro band di heavy metal (Wagner deve essere passato di moda).

Il sole illumina la meseta e decido che mi conviene allungare il passo. Non mi interessa scoprire cosa farebbe a quelli come me. E non voglio sapere che ruolo abbia il cammino nella costruzione del suo mondo ideale.


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