domenica 15 novembre 2009

Milano-Pavia 2009

In estrema sintesi: ho fatto un po' schifo. Domani elaboro meglio il concetto perchè ora (sono le 5) devo farmi la doccia e correre da Super (sorella batte blog: non c'è storia). Tranquilli, non credo abbia intenzione di segregarmi in una cella umida e buia.
Vista in televisione la maratona è roba da marziani, gente capace di viaggiare a più di venti chilometri all'ora su una distanza che pare infinita. Gente come la Radcliffe, Gebrselassie, Baldini o la Mikitenko per cui arrivare al trentesimo è solo riscaldamento e la vera gara comincia da lì. Gente che scatta in avanti, esce dal gruppo, fa il vuoto alle sue spalle. Provate a seguirmi, se ne siete capaci, io proseguo così fino al traguardo. E tu vedi il gruppo che diventa un manipolo, il manipolo che si trasforma in una fila indiana, la fila che si allunga di qualche metro ogni volta e perde pezzi per strada... E mi spiace per chi resta indietro, ma io oggi sto bene e ho voglia di vincere. La maratona della tivù è quella dei campioni, delle Olimpiadi, dei Mondiali, di New York, Londra e Berlino. È la maratona chi sta davanti, di chi si lascia dietro avversari e compagni, di chi vuole vincere e non solo arrivare. Tutto il contrario della mia Milano-Pavia, e non importa se ho fatto un po' schifo perché mi sono divertito lo stesso. Ore 8:30 partenza dal Parco delle Cave: umido, freddo, cielo grigio e la città che ancora dorme mentre noi siamo svegli da un pezzo. Terra battuta, fango, sterrato poi finalmente l'asfalto. A Lorenteggio raggiungo quelli della San Marco. Siamo una dozzina, gruppo compatto, con Gaetano in testa a fare l'andatura ed Enrico a controllare i tempi. Un'altra escursione nel fango e poi il Naviglio Grande, la Darsena, e il Naviglio Pavese. Tutti insieme e tutti con lo stesso ritmo. Si riesce persino a parlare, a scherzare, a fare battute sui cambi di sponda e a sorridere per le mogli che scattano foto sul ciglio della strada. Chi sta davanti segnala gli ostacoli. Quelli di dietro avvertono quando bisogna mettersi di lato perché stanno arrivando i primi concorrenti della mezza maratona o della gara storica. Si parla di altre gare, di allenamenti a orari improbabili e di chi si è visto passare. Poi si comincia a risparmiare le forze e le chiacchiere lasciano il posto al rumore delle scarpe sulla strada bagnata. Il rilevamento di metà corsa è un punto indistinto tra una città e l'altra, col canale da un lato e gli alberi a delimitare un campo di terra marrone.

1:38:43 – Milano City Marathon 2008
1:33:45 – Stramilano Agonistica 2009
1:33:44 – MilanoPavia 2009 (42km)
1:33:01 – Mezza di Monza 2009

È da quando siamo partiti che inseguiamo la sagoma nera di chi ci precede. Lui solo e noi in gruppo. Ci separano sempre meno di cento metri ma sembra impossibile raggiungerlo. Sulla schiena ha una scritta: faber est quisque fortunae suae. Al venticinquesimo si gira a sinistra per imboccare il tunnel sotto la statale, si fa una piccola discesa al buio e una curva a destra prima di risalire sul ponte di legno. Poi c'è il ristoro ed è là che succede l'imprevisto. Faber si ferma. All'improvviso. E più o meno tutti dietro di lui si fermano o rallentano. Il gruppo riparte ma non è più la stessa cosa. Avete presente le Olimpiadi d'Atene, quando Vanderlei de Lima venne bloccato da quello sciroccato irlandese? Succede proprio così. Un attimo primo eravamo compatti e concentrati, un attimo dopo non sappiamo più cosa stiamo facendo. Qualcuno riprende, qualcuno resta indietro. Cinque, dieci, venti, cinquanta metri. Ci sono due chilometri di terra battuta che tagliano le gambe e addio gruppo. L'acido lattico mi distrugge le cosce. Al trentesimo cedo. Qui Baldini e la Radcliffe staccherebbero gli avversari voltandosi indietro con un sorriso di sfida. Io invece sorrido grato a chi mi offre un tè caldo e una zolletta di zucchero. Sono morto. Rallento. Arriva Faber e mi dice “Dai, andiamo che li riprendiamo”. Provo due passi veloci ma fa troppo male. Non gli dico dove dovrebbe andare perché sono troppo signore. Al trentacinquesimo crollo. Ho male dappertutto. Alla testa, alla milza, alle punte dei piedi e soprattutto alla gamba destra, dalla caviglia all'anca passando per il ginocchio. Per la prima volta scopro l'esistenza della bandella, il muscolo maledetto all'esterno dell'articolazione. Prima fa male, poi smette per un paio di chilometri, poi inizia a scattare ogni volta che faccio un passo in avanti. È insopportabile. Il bello è che nel frattempo arrivano dei perfetti sconosciuti che si avvicinano e mi dicono di continuare, di non fermarmi. C'è persino chi mi abbraccia e dice “andiamo, ti porto io”. Voi riuscite a immaginare Gebrselassie che rinuncia a fare il suo personale per aiutare un avversario in difficoltà? E così un po' zoppicando, un po' correndo, un po' da solo, un po' (anzi molto) aiutato da perfetti sconosciuti arrivo in città, mi faccio l'ultimo chilometro di corsa e taglio il traguardo allargando le braccia per non perdere l'equilibrio nella discesa finale. Ho fatto un po' schifo ma non importa.

3:52:51 – Milano City Marathon 2008
3:37:25 – MilanoPavia 2009 (42km)


Cosa non ha funzionato
Soprattutto la testa. Sono partito troppo veloce e l'ho pagata. Anche senza l'incidente con Faber non penso che sarei riuscito a tenere quel ritmo fino in fondo. Magari sarei rimasto col gruppo fino al trentesimo ma poi mi sarebbe venuto un infarto e il traguardo l'avrei visto solo in fotografia. Un po' mi dispiace perché nei lunghi ero stato di una regolarità impressionante. Poi ho fatto l'enorme fesseria di fermarmi un paio di volte col freddo che faceva, per giunta con due cisterne d'acido lattico al posto delle gambe. Il corpo ha cercato di evitare il dolore, ho cominciato a camminare in modo strano e così mi sono giocato pure la caviglia, l'anca e il ginocchio. Effetto domino. Se non altro il calvario è durato molto meno che alla Maratona di Milano.

Due parole per chi volesse partecipare l'anno prossimo
Sulla carta è una corsa in pianura ma ci sono parecchie salite e discese in corrispondenza dei vecchi ponti. Nulla di tremendo ma è bene saperlo. Il cavalcavia alla fine di via Giordani e l'arrivo al Ponte Coperto sono piuttosto impegnativi. Il primo è abbastanza ripido ed è proprio all'inizio. Il secondo è una discesa su lastroni non troppo regolari. Aspettatevi ogni genere di fondo, in prevalenza è asfalto, ma c'è anche un lungo tratto in terra battuta, un po' di sterrato, dei passaggi sul legno e sul ferro e, da Binasco in avanti, chi vuole può scivolare sulla vernice rossa della pista ciclabile (io sono rimasto sulla corsia nera perché offriva un po' di aderenza in più). Il percorso è teoricamente rettilineo ma ci sono anche delle curve e controcurve in rapida successione, spesso pure con ostacoli (buche, marciapiedi, pali, cartelli). Ultimo dettaglio: la prima metà del percorso sfrutta le vecchie alzaie che sono piuttosto strette e non consentono di superare. Trovate fin da subito il vostro ritmo e i vostri compagni di corsa (mi pare evidente che io non sono bravo in questo tipo di scelte).

Fauna
Ovviamente non mancavano i fanciulli di aspetto gradevole. Vi consiglio di cercare qualche foto del secondo classificato, decisamente il più bello di tutti. Stendiamo un velo pietoso sulle poche ragazze presenti.

Tre cose che gli organizzatori dovrebbero appuntarsi
(non sia mai passassero da queste parti)
(1) Mettiamoci d'accordo sui termini. Se si dice "spogliatoio all'arrivo" mi immagino di trovare una tenda, un camion, una scuola, qualcosa insomma, dove potermi cambiare e appoggiare la borsa. Stare nudo in mezzo a una piazza con un asciugamano intorno alla vita e un crampo che mi paralizza mentre cerco di infilarmi i boxer non rientra nella mia definizione di spogliatoio.
(2) Nemmeno a Guantanamo tengono i prigionieri a pane e acqua (almeno spero che non lo facciano più). Il primo rifornimento con la sola acqua (senza nemmeno il pane, per non parlare degli integratori) faceva venire un po' rabbia (specie se paragonato ai ricchi buffet incontrati più avanti).
(3) Non è colpa di nessuno se uno dei pullman per il rientro è finito altrove, però sarebbe stato meglio spiegare subito la situazione e offrire generi di conforto a chi come me è rimasto bloccato a Pavia per un paio d'ore.

Prova fotografica
Nei prossimi giorni potrebbe uscire una serie di foto che mi ritraggono mentre divoro una pila di fette biscottate intervallate da strati di nutella. Non è ritoccata con PhotoShop, sono io che sono una fogna, anche quando soffro le pene dell'Inferno.

E poi?
Tornato a Milano sono subito montato in sella, il giorno dopo ho fatto una lunga camminata in salita e trentasei ore dopo l'arrivo a Pavia i primi chilometri di corsa. Non riesco ancora a fare le scale senza una smorfia di dolore, ho le gambe a pezzi e ingurgito cibo proteico per riparare i danni, mi chiedo se non sia il caso di rassegnarsi a correre col cronometro al polso e sto già pensando alla Stramilano e alla MilanoFashionMarathon (giuro, si chiama così). In fin dei conti, mancano solo quattro mesi.


Manca ancora un paio di foto (appena le trovo le metto).


Visualizzazione ingrandita della mappa

30 commenti:

  1. volevo avvisarti che:
    ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail ti ho scritto una mail

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  3. liquido: crepi (in ritardo)
    Mauro: puf!
    BlackHole: ti ho risposto (so che lo sai ma lo scrivo così la gente sa che ogni tanto rispondo)

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  4. welcome nel club del trauma della bandella laterale!
    Non offriamo pasticcini e non troverai gente simpatica: più o meno imprechiamo tutti.
    Ma chi ha vinto poi il concorso due piedi in America? Mi sono perso un pezzo, me sa...

    rocco

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  5. Ci credo che volevano fare tutti il tuo bastone. Un atleta immolato alla causa.

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  6. confermo: IT è capace di rispondere alle mail!
    a proposito IT: continua

    la gente a volte (molto raramente) sorprende :-)

    dei nomi che hai citato non ne conosco nessuno...

    Macsi: ci vediamo stasera!

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  7. QUELLA BOCCA CON LA BARBA!

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  8. comunque lo sai che io ti voglio bene, tra l'altro la gente comune, sì i normali, dice che io sono "uno che corre" perchè faccio una decina di km alla volta regolarmente e in un'oretta, senza strafare (se no già così non metto su massa, non posso mica seccarmi sul tapis!), eppure davvero quando scrivi queste cose non mi viene in mente nè Baldini, nè Radcliffe, nè Mikitenko, bensì il caro vecchio Leopold Von Sacher-Masoch (e ovviamente non per questioni legate all'ebraismo).

    ecco, adesso ho detto sacher e mmmmhhh...

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  9. Rocco: Come diceva il caro Marx (Groucho) non vorrei mai far parte di un club che mi volesse come membro. Spero di riprendermi presto: questa mattina ho fatto i primi chilometri senza sentire quello scatto a ogni passo. Domani riprovo. Il concorso è ancora privo di un vincitore (ma c'è tempo fino a dicembre dell'anno prossimo).

    Macsi: Sono felice che tu abbia scritto "fare" invece di "farsi".

    BlackHole: Stefano Baldini: oro alle olimpiadi 2004 - PAula Radcliffe: detiene il record del mondo - Haile Gebrselassie: due olimpiadi e il record del mondo - Irina Mikitenko: ha vinto Londra e Berlino - Su Enrico e Gaetano non ho informazioni ma posso cercarle. Dici che dovevo mettere i link?

    marcus: stavo pensando di tagliarla perchè fa un po' schifo...

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  10. Cooper: Mi mancano solo i chaps di pelle e le catene! Bello che ci scambiamo sms e commenti sul blog in simultanea.

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  11. perchè siamo multitasking. o solo telepatici?

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  12. Finalmente un reportage degno di tale nome! Ed anche con una foto!
    Peccato per la fatica a la performance, mi spiace. Ti stai preparando alla vera performance : la pizza ?

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  13. Grazie, Mauro, cerchiamo di rendere un servizio alla comunità. La prossima volta cerco di portarmi il fotografo. Il training autogeno per la pizza procede.

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  14. Ma no il training autogeno è out! fa così anni 70...
    Devi andare giù di role playing.
    Prima a casa, con inviti di amici per simulare la pizzeria. La situazione... le diverse possibilità.
    Cosa mettersi?
    Quale pizzeria scegliere?
    Poi passi al livello sucessivo:
    vai in pizzeria veramente!
    ( dici che si capisce che così ti tocca fare un sacco di inviti ? )
    Senti ma a ceh punto della gara eri ? Perchè un pochino hai lo sguardo di quello che ha appena scavalcato al Madonna di Fatima che si era feramata a scriversi il 9° segreto...

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  15. In tutto ciò non ho capito una cosa: ma l'autore di questo blog è quello nelle foto? No perché altrimenti anche se l'unico sport che faccio è sollevare inutili pesi alle inutili panche della palestra, mi dedico immediatamente alla corsa! :)

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  16. In tutto ciò non ho capito una cosa: ma l'autore di questo blog è quello nelle foto? No perché altrimenti anche se l'unico sport che faccio è sollevare inutili pesi alle inutili panche della palestra, mi dedico immediatamente alla corsa! :)

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  17. Mauro: Ma così poi non rischio di essere un po' innaturale? E se poi mi chiede di vederci una seconda volta che faccio? Gli dico di fornirmi i dettagli così posso discuterli col mio gruppo di improvvisazione teatrale?

    Foto scattate dopo il quarantesimo, più o meno nel punto in cui cominci ad avere le visioni e sentire le voci.

    Roccia: Ma secondo te, se volevo mettere delle foto a caso, non sceglievo uno con l'aria un po' meno sofferente?

    E' tardi, vado a spostare incudini. Buona giornata a tutti

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  18. Roccia, se di quelli che cercano affermazione nei commenti su internet? Dai..su.. anche tu sei un fisicone!! contento? Ma permettimi un consiglio, buono anche per altri. Le "fotine" che distinguono i commentatori sono nate per dare un VOLTO ai commentatori, renderli riconoscibili, non per ammiccare. Non servono a farci sapere cosa ci perdiamo, ma individuare chi leggiamo. Va benissimo un logo, un disegno, la foto del viso. Ma non darci il culo, quello proprio no (e nemmeno pettorali ipertrofici però).
    Con affetto,

    La Nonna

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  19. Perciò tu sei uno di quelli che preferisce dire : mi amerà per quello che sono !

    ;-)


    se vuoi possiamo tutti rimanere attaccati al pc ed ascolatare in streaming quello che succede al non-appuntamento, detta anche èsolounapizza. Tipo con un auricolare, così potresti sembrare più naturale ?

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  20. @marcus,
    qui ormai ogni volta che si entra nel blog si scivola sulla tua bavina e rischiamo di romperci una gamba.

    @IT, incrocio le dita per il tuo appuntamento. Va bene prenderlo per quello che è (lo facevo anche ogni volta che ho potuto (!)), ma tu sei troppo minimal: se l'invito è arrivato come hai descritto, qualcosa c'è. Lasciati andare.

    La Nonna

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  21. IT sai già chi potrebbe far parte del gruppo di improvvisazione teatrale ;-)

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  22. Mauro: Anche tu? Se qualcun altro prova a mettermi addosso un altro auricolare mi trasformo in un ripetitore della Vodafone.

    La Nonna: E' risaputo che marcus rischia di annegare nella sua stessa saliva appena vede un paio di pantaloni. Sulla pizza io non ho preclusioni. Però sono una signorina a modo quindi mi piace che le cose succedano con certi tempi e con certi modi. Poi, certo, è vero, sono un po' arriginito perchè è daglòi anni 90 che non ho più avuto un primo apuntamento, ma sarà come andare in bicicletta, no? Ti butti e poi ti torna in mente come funziona.

    BlackHole: Ritieniti scritturato.

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  23. No no non sono curioso no no no no no
    ah cmq è come andare in bicilcetta, ora che ti ricordi dov'è il freno sei già caduto nella trappola!

    Mau-scimmia

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  24. bel reportage, ti rifarai alla prossima!

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  25. @La Nonna: oddio, detto da uno che manco ha il profilo suonano un po' strane come osservazioni. Cmq, come ho scritto sul mio blog, sto facendo altre foto. Ma non mi si riconoscerà molto. Che se volevo farmi riconoscere mettevo anche nome, cognome, codice fiscale e altre misure, no? :)

    @itboy: beh, sarebbero state coerenti col contenuto del post... cmq ora che ho scoperto che hai un altro blog con decine di stralci di scritture a mano il grafologo che è in me si è risvegliato... :)

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  26. @Roccia, cuore di nonna, a me il medico ordina clisteri, tisane, di misurarmi la pressione, ma di avere un profilo ancora no. Non c'entrano i nomi e cognomi, c'è una bella differenza. L'avatar - se vuoi un avatar - ti deve distinguere. Non deve necessariamente essere il viso, anche un disegno va benone, guarda quello di IT per esempio o di BlackHole o di molti altri. Il tuo ti massifica (nel senso che ti fa rientrare nella massa, non che fa massa, come gli steroidi). È la prima cosa che decidi di "mostrare" di te, quindi quella che in qualche modo tu credi ti rappresenti meglio. E tu ci dai un poco di culo...Ben fatto per carità. Molto ben fatto. Ma banalotto, no? E proprio tu, che hai cotanto profilo mi cadi su questo? Che si fa, mi leggi il DSM-IV e mi cadi proprio sul disturbo di personalità narcisistico?
    Ma ti perdono (è un modo di dire, non prescinde nessun diritto) perchè sei un novizio, lo noto dalla tipica incontinenza presenzialistica, trovandoti nei commenti di praticamente ogni blog da qualche giorno a questa parte. Ma non virare all'acido, sei intelligente e quindi saprai prendere i ruzzi di questa vecchia per quello che sono. Senza malanimo.

    La Nonna

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  27. Mau: Vale sempre la regola di indossare il casco prima di montare in sella.

    Liquido: Troppo buono. Lo spirito è quello. Basta migliorarsi di un secondo alla volta. Per il resto è tutto divertimento. Vieni a farmi compagnia?

    Roccia: La pubblicazione dell'altro blog è momentaneamente sospesa per ragioni di opportunità. Prima o poi dovrei ricominciare ad aggiornarlo ma in differita. Tu che sei un esperto del settore, mi sai spiegare perchè scrivo in almeno sei modi diversi? Personalità multipla?

    La nonna: Momento nostalgia: il DSM-IV, quel pratico volumone fermaporta con le pagine di velina, ah... Fine del momento nostalgia. Ma secondo te esiste un blogger che non sia almeno un po' narciso?

    RispondiElimina



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