martedì 28 ottobre 2008

Monumento al neurone

Credo sia cominciato tutto nel 1990, con Aldo Rossi e il suo Monumento a Pertini, un cubo di marmo rosa che nessuno ha mai capito come si leghi ai valori della Resistenza o al volto indimenticabile di un presidente partigiano. Poi Caccia Dominioni ha sfrattato da San Babila i totem di Consagra e li ha sostituiti col suo Pinnacolo di granito su laghetto putrescente. Doveva essere un’allegoria dell'acqua che sgorga dai monti e irriga la pianura lombarda: a me ha sempre ricordato un profilattico bucato. Qualche anno più tardi è arrivata la branda, pardon, l’Alba di Milano: 30 metri d’altezza, 75 tonnellate di peso e 120 chilometri di fibre ottiche. Così brutta che nemmeno Ian Ritchie ne ha contestato la rimozione. L’ultimo affronto all’arredo urbano milanese è il luccicante Montanelli di Vito Tangiani ai giardini di Porta Venezia. Chissà come avrebbe reagito l’interessato scoprendosi così simile a C-3PO, l’androide di Guerre Stellari... Da qualche tempo, davanti all’archivio di Stato, ho scoperto questa nuova perla. È di Gianfranco Meggiato. Dicono che resterà lì solo per pochi mesi. Non so come si intitoli. Io la chiamo Monumento al neurone. Prima la tolgono e meglio è.
Distanza:
13,217 km
Tempo:
50' 00''
Velocità media:
15,86 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.183,918
km corsi negli ultimi 12 mesi:
1.922,606

4 commenti:

  1. ma perchè, c'è gente che ci fa pure i monumenti, ai neuroni? non sono un po' demodè?

    w l'alba di milanoooo ;)

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  2. Ma quante ne sai? Divertiti a Barcellona e ricordati di chiedere sempre lo sconto in quanto iconaghei :-)

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  3. Cooper, io ti mando tra i neon di Vegas e tu ancora mi parli bene dell'Alba di Milano?

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