lunedì 5 ottobre 2015

Preghiera


"Caro Dio (anche se probabilmente non esisti) e caro Santiago (anche se probabilmente le ossa  conservate in questo scrigno non sono le tue). Di questa cosa io e £ukasz abbiamo parlato spesso. Per Mogens e Andrej è tutto molto semplice: loro credono. Per noi, invece, la situazione è un po' più complicata. Abbiamo fatto un viaggio, percorso migliaia di chilometri, attraversato intere nazioni, visitato decine di paesi e città. E, soprattutto, abbiamo incontrato centinaia di persone. Alcune solo per pochi istanti, altre per qualche ora o addirittura per qualche giorno. Qualcuno ci ha sorriso, qualcuno ci ha detto che eravamo matti, qualcuno ci ha offerto un frutto, un caffè, un panino con la marmellata o un tetto sotto cui dormire. In tanti, a volte anche all'angolo della strada, ci hanno chiesto di venire qui e pregare per loro, o per i loro cari. Non so bene come funzioni questa cosa della preghiera. Spesso, ho la sensazione che la gente la usi come una specie di bancomat capace di dispensare soldi, salute e felicità. Vista così, mi sembra una pratica piuttosto meschina. Mi sa che noi atei abbiamo una visione un po' troppo "idealizzata" della religione. Forse perché, non riuscendo a capirla, pretendiamo che sia per forza qualcosa di "alto" e moralmente "superiore". Comunque sono qui, e ho promesso di farlo, quindi, per favore, mettetevi comodi perché no, non sarà una cosa breve..."

Questa mattina, quei pochi che sono scesi nella cripta, il luogo più sacro della Cattedrale di Santiago, vi hanno trovato un italiano zuppo di pioggia che, appoggiato al muro, sfogliava la sua credenziale come fosse un breviario. C'è rimasto per mezz'ora, ha ricostruito 2.790 chilometri di incontri e ha sorriso troppe volte. Devono aver pensato che fosse particolarmente devoto. L'apparenza a volte inganna. Lui ne è uscito contento, come al solito, e a ha pensato "Magari è servito a qualcosa. Magari no. Nella peggiore delle ipotesi avrò sprecato un po' del mio tempo e mi sarò buscato il raffreddore. E questa notte dormirò a Milano".


12 commenti:

  1. se non ci credi, perché farlo? Ci sono molti posti in cui camminare, senza mimare quello che le persone fanno con altre intenzioni e stimoli. E dubito che la fede sia al termine di un cammino di cui si registrano km, suole consumate e cibi ingurgitati.

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    1. La risposta è semplice: "Perché posso". Se qualcuno mi chiede un favore, che si tratti di dipingere casa, di bagnare le piante mentre è in vacanza, di accendere una candela o recitare una preghiera, se posso, lo faccio. Anche se magari non mi piace il colore che ha scelto per le pareti, odio le begonie, penso che ci sia già abbastanza anidride carbonica nell'atmosfera o non sia convinto dell'utilità della preghiera. Le mie convinzioni personali sono irrilevanti.

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  2. Prima che semplice, la risposta è sciocca. Certe azioni hanno un significato preciso che esula dalla mera capacità in termini di tempo e disponibilità. Tante cose, senso il tuo concetto del termine, si "possono" fare. Certamente non tutte si fanno.

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    1. Vuoi dire che se un "credente" chiede a un "non credente" di pregare per lui sta svuotando l'azione del suo significato? Secondo me, al contrario, sta riconoscendo alla preghiera un valore così elevato e una forza così grande che prescindono dalle "mancanze" del supplice.

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  3. ciao! leggendo questo articolo mi sei venuto in mente tu: http://www.newyorker.com/magazine/2014/06/30/stepping-out-3

    simone

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    1. @Simone. Ovviamente Sedaris scrive meglio. Questa mattina mi sono alzato in astinenza da cammino e mi sono fatto dalla scatola fino a Expo a piedi. Senza gadget elettrico al polso. Mi sentivo nudissimo. Però, il fitbit, come dire? Ma anche no :-)

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    2. ma sì, l'unica somiglianza che ci vedevo era il camminare per svariati km; motivazioni e modalità son diverse (a meno che pure tu non raccolga la spazzatura da terra).
      curiosità: cosa fai in tutto quel tempo? io mi sposto solo a piedi o in bici, e già in quei pochi metri che percorro la testa mi si riempie di immagini e dialoghi; dovessi camminare per ore penso inizierei a parlare con le piante.

      simone

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    3. per dire: quando sono in bici completo i pezzi di frasi che sento passando accanto alle persone. se in una manciata di minuti arrivo alla psicosi (o alla noia assoluta), chissà cosa farei dopo intere giornate..

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    4. @Simone, nell'ordine:
      1) sì ogni tanto mi è capitato di raccogliere della spazzatura e trasportala fino al cestino più vicino.
      2) cose che faccio in tutto quel tempo: mi godo il panorama, guardo le mappe, leggo le guide (lo so, non si dovrebbe leggere mentre si cammina, c'è il rischio di inciampare), telefono (spesso per capire se e dove mi posso fermare), scambio troppi messaggi su uozzàp, scatto fotografie (di pessima qualità, lo smartocoso non brilla per definizione), canto (a voce alta se sono solo, nella mia testa o sottovoce se c'è qualcuno nei paraggi, in nessun caso azzecco il testo), parlo da solo (prevalentemente per dirmi a. che sono scemo a fare certe cose, b che non ce la posso fare, c. che ce la posso fare, d. che sono proprio figo a fare certe cose) (la coerenza non è il mio forte, in certe situazioni), parlo con le mucche e le capre, saluto i cani (se stanno dietro un cancello, altrimenti taccio e me la faccio addosso), mangio nocciole con una lentezza esasperante (così durano di più), conto i passi (avendo scelto di andare in giro senza orologio, è un buon metodo per rendersi conto del tempo che scorre), mi racconto storie (credo di aver scritto un paio di thriller ambientati sul cammino, uno l'ho raccontanto per qualche ora ai miei compagni di viaggio, ricevendo recensioni non malvagie), stendo il bucato sullo zaino (o rotazione ci trovi attaccato un po' di tutto, dalla maglietta alle mutande), controllo le previsioni del tempo (anche se non serve a niente, voglio dire: tanto se piove piove e non ci posso fare niente), sudo, sto zitto e ascolto il silenzio (quello esterno e quello cosmico che certe volte abita nel mio cranio), faccio una sacco di progetti per quando tornerò a casa (il mio centro R&D è molto attivo, peccato che poi solo il 90% dei progetti diventi realtà), gioco in borsa (che è pure peggio che leggere mentre si cammina perchè significa investire in condizioni di scarsa informazione), scorteccio il ramo che uso a mo' di bastone (o lo faccio rimbalzare al suolo, un po' perché mi piace il suono che fa, un po' perchè così diventa bello rotondo ad entrambe le estremità), ascolto i discorsi degli italiani (e se mi sembrano stupidi passo oltre), ascolto i discorsi degli stranieri (e se mi sembrano stupidi ci parlo lo stesso così pratico un po' le lingue), varie ed eventuali.
      3) con le piante ancora non ho parlato (la parola chiave è "ancora").

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    5. errata corrige: "solo il **10%**" e quel che segue

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    6. ammazza, sai proprio come tenerti occupato! e qui vien fuori la differenza tra un professionista e un dilettante :)

      simone

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