giovedì 23 luglio 2015

Arudy - Hopital-Saint-Blaise

Non riesco a trovare una foto decente di CanEsausto. La cosa non stupisce: CanEsausto non ha proprio un bell'aspetto. È spuntato fuori dal nulla ad Aren, con la sua camminata strana e il suo fiato corto. CanEsausto respira tre volte al secondo. Il suo cuore, probabilmente, non scende mai sotto le trecento pulsazioni al minuto. Come quello di un colibrì, ma in un corpo canino. CanEsausto è afflitto da una sete perenne. Beve in tutti i fiumi e le pozzanghere che incontra. Credo abbia anche fame, però non chiede nulla. CanEsausto ha il collare, ma non ha la medaglietta. Si vede che è cresciuto in casa. Non ti avvicina. Non ti annusa. Non ti lecca. Non invade i tuoi spazi. CanEsausto mantiene una distanza rispettosa. Da venti centimetri a venti metri. CanEsausto mi ha visto cadere lungo una scarpata coperta di fango e non si è scomposto nemmeno per un attimo. Ha aspettato che mi rialzassi e alla scarpata successiva si è messo seduto per darmi il tempo di scendere con calma. CanEsausto non abbaia mai. Però ti guarda. E ha un'espressione intelligente. Forse si aspetta la stessa cosa dal bipede che gli sta davanti. Questo bipede, però, ha scarsa dimestichezza con gli animali. Quindi, all'inizio, l'ha guardato con un misto di paura e diffidenza. Poi, con l'aria incerta di chi non è pronto per una relazione di nessun tipo, nemmeno col migliore amico dell'uomo. E di chi vorrebbe chiedere scusa perché non riesce a fargli una carezza, a offrirgli un sorso d'acqua, a condividere con lui una fetta di prosciutto. Perché c'è sempre il rischio  di essere fraintesi. Che la disponibilità di un momento venga scambiata per un impegno a più lungo termine. Eppure, mi ha seguito per dieci chilometri attraverso il bosco. E poi si è sdraiato davanti alla porta sbarrata dell'ostello. Mi ha scortato tra le quattro case di questo paese. E ancora adesso, mentre cerco di mangiare senza fargli vedere cosa ho nel piatto, se ne sta là,  in silenzio, senza aspettarsi nulla in cambio. Non si capisce cosa ci trovi in me. Forse gli basta il fatto che non abbia mai provato a mandarlo via. Basta davvero così poco per entrare nel cuore di un CanEsausto?

CanEsausto, non è colpa tua. Saresti un perfetto compagno di viaggio. Sono io che non sono pronto. Grazie di avermi scelto, ma domani mattina, per favore, lasciami andare. Da solo.

2 commenti:

  1. La tua capacità di creare emozioni dal poco è magnifica.

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  2. magari CanEsausto è la risposta a una tua preghiera inconscia...
    [effetto Lourdes]

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