mercoledì 8 aprile 2015

PCT for beginners

La tua mamma non c'è più. Un attimo prima stava bene. Un attimo dopo c'era un tumore che la consumava da dentro. Aspetti qualche tempo. Poi riempi lo zaino. Parti. Percorri strade e sentieri. Guadi fiumi. Attraversi prati e boschi. Arrivi in cima alle montagne. Fai incontri che non ti saresti mai aspettato. Ti godi ogni alba e ogni tramonto. E, alla fine del viaggio, avrai messo ordine nei tuoi ricordi. Avrai imparato qualcosa su di te e sugli altri. E non vedrai l'ora di rimetterti in cammino.

Non so perché, ma mi suona vagamente familiare.

PCT. Pacific Crest Trail. 4.286 chilometri attraverso gli Stati Uniti, dal confine messicano a quello canadese. L’ho scoperto qualche mese fa, leggendo un libro di Nico Valsesia ed è entrato subito nella lista delle "cento cose che mi piacerebbe fare un giorno, chissà".

Cheryl Strayed, l'ha percorso nel '95. Dal suo libro, l'autore di About a Boy ha tratto un film diretto dal regista di Dallas Buyers Club con la protagonista di Walk the Line. Forse, troppe teste per un solo progetto.

12 commenti:

  1. Trovo interessante la tua nuova impostazione delle foto e locandine per orizzontale.

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  2. quindi il film è una mezza ciofeca?

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  3. Tu sì che sai leggere tra le righe.

    Mi ha fatto rivalutare "The way" che pure non era un capolavoro. C'è un bell'uso del flashback e il personaggio della madre è fantastico (nel duplice significato di bello e di poco realistico). Tutto il resto è trascurabile, purtroppo (forse si salva anche la colonna sonora, se ti piace quel periodo).

    Peccato.

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  4. vi prendete tutti esageratamente troppo sul serio. Calm down and take it easy. Che pesantezza...

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    1. no, ti prego, "ci prendiamo troppo sul serio" è l'unica accusa che mi sento di rifiutare.

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    2. non posso che essere d'accordo con Macsi

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    3. Anonimo, loro mi prendono così poco sul serio che hanno fatto finta di non notare la mia gita a Monza. Su di me, invece, hai ragione :)

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  5. non fraintedermi. Siete fantastici, delle belle persone, da quel che si può percepire dietro al monitor. Ma è che a volte...a volte fai sembrare tutto così complicato. Non c'è disperazione, non c'è rabbia. C'è solo, come...complicazione. Come se la montagna da scalare non fosse mai troppo alta. L'impresa mai troppo difficile. E che ci vorrebbe solo un poco più di allegria, di spensieratezza, e non solo ironia e acume. Morire giovane è terribile. E perciò merita il miglior impegno a vivere, non sopravvivere, non sfidarsi, non espiare: vivere e basta, con l'ago della bussola che non punti alla malattia Era solo questo.

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    1. Che ci posso fare se non ci sono nè rabbia, ne disperazione? Su allegria e spensieratezza stiamo lavorando (ma ho appena visitato tre ospedali in tre giorni, quindi con moderazione). Poi, giusto per rassicurare Super che altrimenti si impressiona, la notizia della mia morte è fortemente esagerata (vabbè, questa l'ho rubata a Mark Twain).

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