mercoledì 18 marzo 2015

Il primo non-appuntamento



I miei bulli alle scuole medie si chiamavano Alessandro F*, Davide T* e Paolo D*. Non so cosa siano diventanti da grandi. Mi piace pensare che abbiano coltivato con profitto i propri talenti. E che oggi siano in carcere. Per sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, estorsione, usura. Cose così, insomma. Magari, invece, sono diventati dottori, magistrati, preti, poliziotti, filantropi. In fondo –ma molto in fondo– tutti abbiamo il diritto di cambiare e di non rimanere per sempre i proto-adolescenti che siamo stati.

Qualche settimana fa.

Lui mi sta guardando. Su questo non ci sono dubbi. Lo guardo pure io. Per educazione.

Lui mi sorride. Sorrido pure io. Non vorrei sembrare scortese.

Lui mi dice –Ciao! Gli dico –Ciao! pure io. Nelle situazioni mondane usa così.

Nel frattempo, attivo il software per il riconoscimento facciale. Passo in rassegna l'intero database. Durata della ricerca: meno di mezzo secondo. Non ho una vita sociale così intensa. Risultato: nessuno. Provo col riconoscimento vocale. Confronto il suo Ciao! con tutti i Ciao! che ho immagazzinato nel corso di una vita. Niente. Apro un nuovo file. Segni particolari: gran begli occhi, gran bel sorriso, gran bel Ciao! Tutti gli altri campi sono contrassegnati da un grosso punto di domanda.

–Noi ci conosciamo, vero?

Vorrei dirgli di sì, ma ho paura che possa scoprire subito il mio bluff. Gli chiedo qualche indizio.

–Tu andavi alla Marconi, no?

Va bene. Sa dove ho fatto le medie. Quindi, evidentemente, sì: lui mi conosce. Io però brancolo ancora nel buio. E la cosa è strana. Di quegli anni, infatti, ho un ricordo assurdamente nitido. Posso dire i nomi di tutti i miei compagni di classe. E pure i nomi di tutti quelli che non erano miei compagni di classe ma che ho frequentato tra il ginnasio e il liceo, prima che sparissero per sempre dall'orizzonte. Mi ricordo gli insegnanti, la preside, le bidelle che facevano costantemente a maglia e il segretario velatamente gay come si poteva essere velatamente gay solo negli anni '80. Ma Begliocchi-belsorriso-e-belciao, lui no, proprio non me lo ricordo.

–Io invece mi ricordo benissimo di te.

E la situazione si fa ancora più surreale, perché quando provo a chiedergli qualcosa di quel periodo, lui non si ricorda niente, non i suoi compagni, non la sezione che ha frequentato, non il piano della sua classe. Ricorda solo il nome della vicepreside hitleriana e la mia faccia. E questo non si giustifica perché io, per colpa dei tre bulli di cui sopra, quegli anni li ho passati cercando di rendermi invisibile. Standomene il più possibile in classe. Evitando di frequentare i bagni durante l’intervallo. Schivando cancellini coperti di gesso e pugni mutuati dall'ultimo episodio di Kenshirō (il peggiore era quello con la nocca del dito medio sporgente che andava a colpire il nervo della spalla).

Ho sempre pensato di avercela fatta, di essere riuscito a mimetizzarmi perfettamente tra le tende impregnate di polvere e il linoleum graffiato. E invece no. Lui si era accorto di me.

Mi sento in leggero imbarazzo. Per la precisione, vorrei scomparire. O almeno vorrei bere il caffè che tengo in mano dall’inizio di questa conversazione. Solo che non è mio. Devo consegnarlo a un'altra persona. Peccato: mi piacerebbe nascondermi per qualche secondo dietro gli aromi dell’arabica appena estratta.

Ci presentiamo. Viene fuori che fa l’attore: teatro, televisione, cinema. Comincio a riempire le caselle che avevo lasciato vuote. Poi, ci dobbiamo separare e tornare dalle persone con cui siamo venuti.

–Ci vediamo dopo– mi dice –così parliamo ancora un po'.

Il metodo più veloce per tornare in prima media? Begliocchi-belsorriso-e-belciao che dice di volermi parlare ancora un po'. Ho passato tutto il "dopo" facendo il camaleonte. Questa volta con un discreto successo. E, quando tutto è finito, mi sono eclissato più in fretta di Cenerentola allo scoccare della mezzanotte. Poi, arrivato nella scatola, ho acceso il computer, digitato Begliocchi-belsorriso-e-belciao nella finestrella del motore che controlla il mondo e aggiunto il suo sito internet, il suo profilo instagram e la pagina su facebook all’elenco dei miei preferiti.

Lo so. Non ci sto con la testa. (continua)

9 commenti:

  1. Stasera su Fox Sports 2 HD imperdibile appuntamento con il basket: c'è Fenerbahce-EA 7 Milano!

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  2. qualcuno pensa tu sia un fan della pallacanestro, come mai?

    se vuoi ti do ripetizioni su come rendersi invisibili, di me non si ricorda nemmeno gente con cui sono uscito a cena o a bere una birra, son soddisfazioni

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    1. Boh... Forse un bot attratto dal titolo? Io comunque riesco ad addormentarmi davanti al basket come al calcio.

      Ohibò, come sarebbe a dire che non si ricordano? Al massimo tentano un processo di rimozione :-)

      Con chi sei andato a cena o a bere una birra di recente? Quale dei due approcci garantisce maggiori chance di successo?

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  3. nel mio caso solo insuccessi
    alle cene ho rinunciato da parecchio, mentre l'ultima birra risale a un anno fa
    siamo i poli opposti: tu non vorresti essere notato e invece attrai, io vorrei essere notato e invece allontano...

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    1. tenuto conto che sono astemio, la tua risposta è particolarmente incoraggiante... E comunque io non attraggo, al massimo mi imbatto.

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  4. "Oggi si festeggia San Ramiro!"

    Così tanto per dire qualcosa.

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  5. Così, tanto per dire qualcosa, ti consiglio il post di >>Leonardo Tondelli sul santo odierno.

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