- Giochiamo all'aereo?
Non faccio in tempo a dirgli di sì che lui si è già infilato
dentro il ripostiglio. Ne riemerge spingendo una pila di scatole alta il doppio
di lui e pesante il triplo.
- Questo è il carrello. Giochiamo che io sono la oste e tu sei lo stiuàt. E adesso distribuiamo il caffè.
- Questo è il carrello. Giochiamo che io sono la oste e tu sei lo stiuàt. E adesso distribuiamo il caffè.
- Che ne dici se facciamo entrambi gli steward?
- No! Sull’aereo ci sono le oste e gli stiuàt!
- Allora io faccio la hostess e tu fai lo steward.
- Noo! Io faccio la oste. Tu fai lo stiuàt.
- Ma lo steward è maschio mentre la hostess è femmina. Non è
meglio se il maschio lo fai tu?
- Nooo! Io faccio la femmina e tu fai il maschio. Capito?
- Dai, la femmina la faccio io…
- Noooo! Io faccio la femmina!
- No, la faccio io…
- Nooooo! Tu fai il maschio!
- No, io non voglio fare il maschio.
- Noooooo! Invece lo fai. Hai capito?
- Va bene, ma questa è l’ultima volta che mi costringi a fare
il maschio. Capito?
Per fortuna c'era sua madre nella stanza accanto e ha
sentito tutto. Così nessuno potrà dire che è stato lo zio a traviarlo.
Mirtillo, per favore, resta sempre così, non crescere mai e
conserva l’innocenza dei tuoi tre anni. E non permettere a nessuno di dirti chi devi essere. Nemmeno a tuo zio.
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