sabato 8 settembre 2012

Burgos e i Buen Camino'

Avevo un rotolo di sacchetti trasparenti, di quelli per la spazzatura, formato domestico standard. Me l'hanno rubato.

Non si fa. Non sta bene.

Il mio zaino e' organizzato a sacchetti, tipo compartimenti stagni. Ogni sacchetto e' un piccolo kit di sopravvivenza. Cambi di vestiti, scarpe, calze di riserva, cibo. Tutto rigorosamente avvolto nella plastica qualora cominciasse a piovere.

Burgos citta' di ladri.

Il sabato pomeriggio la maggior parte dei negozi e' chiusa. Non solo in periferia, ma pure in centro, accanto alla cattedrale. In compenso, ci sono birrerie aperte ogni dieci metri. E sono piene di gente in abiti da cerimonia. Perche' a Burgos il sabato ci si sposa come a Las Vegas. Con lo stesso ritmo da catena di montaggio e la stessa sobria eleganza per cui le spose indossano vestiti con piume di struzzo e gli sposi sembrano usciti da un catalogo di Pronovias (che qui ha un negozio con sei vetrine sulla via principale, ma che ve lo dico a fare?).

Burgos citta' di matrimoni.

Nell'ostello casuale, quello supermoderno che al terzo piano ha delle celle semiprivate, al quinto i letti a castello, al sesto i materassi senza luce elettrica e al quarto non ci sono le pareti ma solo i pilastri cosi' il bucato asciuga prima, sono arrivati i Buen Camino', i francesi ignorantelli che si rifiutano di entrare nelle chiese perche' e' immorale pagare 3 euro per vedere un monumento.

Ne e' scaturito il solito siparietto da Asterix e Obelix contro Cesare con gara a chi ha le vesciche peggiori.

Domani sara' lotta dura.

Burgos citta' di pellegrini.

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