All'improvviso arriva tutto: il freddo, la montagna, il bosco, i sentieri tranquilli, un sole africano e la pietraia spaccagambe. Tutto in un giorno.
Ieri sembravamo crocieristi in vacanza con i nostri bermuda e le nostre camiciole colorate. Questa mattina, ad Astorga, siamo diventati sciatori: giacche, berretti, guanti e calzoni lunghi per tutti. Il freddo e' arrivato inatteso e ci ha tormentato ben oltre il sorgere del sole.
E' finita la meseta, l'altopiano infinito. E' scomparso anche suo cugino il paramo. Sono arrivati i Montes de Leon. Nel giro di qualche ora si passa da 900 a 1500 metri d'altezza, immersi nell'ombra del bosco, attraversando paesi quasi disabitati, sussurrando "Buen camino" con quel poco di fiato che la fatica ti lascia.
A meta' giornata sei lassu', nel punto piu' alto, ti volti a guardare e vedi la linea dell'orizzonte. Fin dove puoi vedere e' tutto tuo, ci sei stato. E anche molto piu' in la'.
Lasci la tua pietra, e con quella ti togli un peso di dosso. A salirci, quel cumulo di sassi non pare tanto grande, ma quando ne scendi fa tutto un altro effetto. Realta' o suggestione?
Il sole si ricorda che e' ancora estate in Spagna. Via l'attrezzatura invernale. Piegare e riporre negli zaini.
Comincia una folle discesa verso valle, 900 metri di dislivello. L'aria profuma di resina e di qualcosa che sembra incenso.
Dimentica le mappe: non sono attendibili. Da Riego de Ambros a Molinaseca sembra un trattino diritto, di quelli che al massimo basta un'ora. Invece e' un serpente di pietra che si torce in continuazione, sale, scende, non ti consente un attimo di distrazione. Sarebbe bellissimo, se non fosse gia cosi' tardi e non fossi gia' cosi' stanco.
Arrivi a Molinaseca dopo piu' di dieci ore. Poco piu' avanti c'e' Ponferrada, la citta' dei Cavalieri Templari. Sembra che basti allungare una mano per toccarla. Ma per oggi hai gia' fatto abbastanza e decidi che la misura e' colma. Oggi ti fermi qui.
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