sabato 11 dicembre 2010

Piccolo delirio architettonico

Il problema è noto: le stanze di un museo hanno solitamente quattro pareti e due porte. Se le porte si trovano una di fronte all'altra, nella migliore delle ipotesi, riuscirete a creare un percorso che sfrutta al meglio tre pareti soltanto.
Se invece le porte si trovano su pareti contigue, il percorso sfrutterà ogni centimetro a vostra disposizione.
Nel primo caso, potrete mettere in fila tutte le stanze che vorrete, praticamente all'infinito.
Nel secondo, invece, il museo non potrà avere più di quattro sale (o cinque, o sei, qualora vi venisse la bizzara idea di costruire ambienti pentagonali o esagonali e via discorrendo).
Poche sale molto ben sfruttate o una lunga teoria di spazi un po' sprecati? Certo, ci sarebbe anche l'opzione costringiamo-il-visitatore-a-passare-due-volte-davanti-alla-quarta-parete ma preferisco non prenderla nemmeno in considerazione. La soluzione, geniale, l'ha partorita quasi settant'anni fa un architetto americano: un ingresso, un'uscita, e una sola, lunghissima parete che si avvolge su se stessa.
L'architetto si chiamava Frank Lloyd Wright, il museo era il Guggenheim di New York.
Da qualche giorno a Milano c'è un nuovo museo. L'hanno disegnato Italo Rota e Fabio Fornasari scavando dentro l'Arengario di Portaluppi, Muzio, Magistretti e Griffini. All'ingresso c'è una lunga rampa elicodale che racchiude il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo e cita Wright.
Purtroppo è solo una citazione: il resto del museo non sorprende, se non per per il grande spazio dedicato a Fontana e il collegamento con Palazzo Reale. Le opere della collezione Jucker, i futuristi e le varie correnti fino alla seconda guerra mondiale meritano la visita.
Sfortunatamente, l'opzione che io avrei scartato a priori qui è stata abbracciata con entusiasmo. Sarete quindi costretti a fare la spola lungo la famigerata quarta parete.
Dagli anni '50 in poi è questione di gusti. A mio modesto avviso, si salvano pochissime cose, per lo più nell'arte povera. E comunque, sia chiaro: la prossima volta che c'è da giocare con i mattoni, fosse anche solo per risistemare il tinello di casa Moratti, vorrei essere preventivamente consultato.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Distanza:27,120 km
Tempo:2 06' 00''
Velocità media:12,91 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.495,829
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.052,775

13 commenti:

  1. Tesoro, in tempi dove è arte la merda in un barattolo non ci si può stupire se i luoghi che l'accolgono a volte son dei cessi.
    La Nonna... che deve sempre venire a vedere Dalì...

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  2. Perché ma perché dico io Letizia non ti ha interpellato? Che cretina.

    E comunque siete degli stromboli, inaugurate tutto per Sant'Ambreus e io mi sono perso un sacco di cose.

    Nonna, ha detto Macsi che quella mostra su Dalì non è niente di che.

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  3. In soldoni mi pare di capire che vale una visita, ma non con le code chilometriche di questi primi giorni...

    Enrico*, ma lo facciamo apposta: così gli amicicci tornano a trovarci più spesso!

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  4. Non è così anche la Permanente del cinema nella Mole a Torino?
    Forse BH può essere più preciso.
    Confermo quanto detto su Dalì, la mostra è, a mio avviso, poco rappresentativa, certamente siamo avvisati che tratta di un periodo artistico ben preciso ma le opere a disposizione sono spesso ripetitive, affascinanti senza dubbio (come tutta la sua produzione) ma troppo parziali. Deludente "la Stanza Mae West", copia divertente per la sua miniaturizzazione rispetto all'originale di Figueres ma al suo confronto, appunto, deludente. Poi il fatto che facciano entrare pressochè tutti insieme ad ore prestabilite crea quell'insopportabile effetto capannello di fronte alle stesse opere, io ho saltato due sale e poi sono tornato indietro. I cartellini descrittivi hanno il numero di riferimento all'audioguida talmente microscopico che lo leggi solo toccandolo con le dita, un po' scomodo da individuare se sei in quarta fila di fronte ad un quadro e non superi il metro e settanta.
    Manca totalmente ogni riferimento alla gioielleria, non ci sono sculture se non una riproduzione, deliziosa, della Venere a cassetti maliziosamente ornata di pelliccia albina. Insomma va bene come primo approccio se uno non ha mai visto niente di Dalì ed intende comunque cominciare a conoscere questo genio a tutto tondo.

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  5. uhm... Enricoasteriscato e MACSI, ci state dicendo che per il w.e. è meglio restare sui colli senesi a riempire ciotole (La Nonna) e spalare cacca (IO...e quindi occhio alla risposta...)?

    Ominona

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  6. Ma no ma no Milano val bene una Messa!
    O era Parigi?

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  7. La nonna. La cacca di Manzoni (a Milano c'è!) per lo meno aveva qualcosa di provocatorio come l'orinatoio di Duchamp. Il museo in quanto tale non è un cesso: è solo, per la maggior parte, il classico museo con una sala in fila all'altra e poche idee veramente buone (es: Licini è esposto in maniera geniale dentro una nicchia che si sviluppa all'esterno dell'Arengario e la noia per i "concetti spaziali", gli insignificanti tagli di Fontana, viene mitigata dall'allestimento asettico) (a parziale giustificazione si potrebbe dire che i muri erano "un dato" da cui non si poteva scappare, ma è solo una giustificazione, no?)

    Oscar: Ti nomino mio primo portaborse.

    Enrico*: Se la cosa ti può consolare, siamo riusciti a rinviare per l'ennesima volta l'inaugurazione della metropolitana per il Forum (pare fino al 23 gennaio).

    Barone: Le code sono ormai un ricordo. Io ho fatto un minuto di attesa per una tremenda audioguida in cui una giornalista faceva finta di incontrare curatori, professori ed esperti vari che facevano discorsi fumosi invece di spiegare le singole opere.

    Macsi: Noi abbiamo sostituito Dalì con Tiziano a Palazzo Marino. Un solo quadro ma bello.

    Ominona: Di sicuro avete fatto meglio di chi, quella domenica, ha corso lungo il naviglio sotto la pioggia per ore e ore.

    Macsi 2: Una messa sta diventando un prezzo un po' troppo alto per i miei gusti, facciamo un angelus?

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  8. portaborsette, per favore!
    hai mai visto una trasmissione in onda al mattino su raitre, diretta da oliviero bea? qualche giorno fa parlavano di tutti i cambiamenti architettonici in corso a roma. molto interessante. si, orario infelice. infatti l'ho vista solo una volta. però non mi ricordo più se tu ce l'hai o no la televisione. magari si trova in streaming. buonagiornata

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  9. La trasmissione di Beha mi manca ma, visto che sono un po' un drogato da architettura, ho seguito i lavori del Maxxi quasi giorno per giorno. Prima o poi mi piacerebbe vederlo dal vivo. La televisione continua a non rientrare nelle dotazioni della scatola :-) Buonaserata

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  10. Pensare che nell'idea di Wright il percorso era favolosamente in discesa...

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  11. L'ultima (nonchè unica) volta che ci sono stato il percorso era in discesa. Hanno fatto l'inversione di marcia?

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  12. In che anno? Io 2000 e il percorso era terribilmente in salita... Può essere che una volta all'anno facciano il "Wright Day" e lo mettano in discesa, visto che devi prima portare su tutti con l'ascensore e diventa un pò dispendioso... :D

    Scherzi a parte, se l'hanno messo in discesa il percorso, lo spero, visto che l'idea era quella ed era giusta!

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