martedì 28 settembre 2010

Catwalk for dummies

Arrivano quasi tutti insieme e sono tutti più o meno vestiti di nero. In fin dei conti -mi dico- è una scelta sensata: il nero sfina, è sobrio, classico, elegante ma anche sportivo, va bene a qualsiasi ora e si intona con qualsiasi accessorio. E poi, sono sicuro che resiste benissimo alle macchie. Non come la mia camicia bianca che è uscita dalla metropolitana con un segno di sporco sulla manica. Un segnetto, vabbè: due colpi con la mano ed è diventato quasi invisibile, ma io so che c'è, e la cosa mi irrita alquanto. Voglio dire, sono alla Milano Fashion Week, non a una sagra di paese. Che, poi, siamo sinceri: invitare me a una sfilata è come chiedere a Paris Hilton di passare una giornata ai Musei Vaticani. Io che la mattina dedico non più di tre secondi alla scelta dei vestiti, ragionando per lo più in base al criterio se piove questo altrimenti quell'altro. Io che la sera penso di poter andare in giro con una polo Oviesse e i jeans di Celio comprati in saldo. Io che sì, sarò pure gay, ma ho un budget per l'abbigliamento di gran lunga inferiore a quello per le crostatine. Però qualcuno è stato così carino da chiedermi se volevo vedere il frutto del suo lavoro e io mi sono anche un po' commosso perché non me l'aspettavo. Così eccomi in seconda fila a guardare negli occhi una famosa giornalista di moda e questo mondo che non è proprio come me lo sarei aspettato. Molto meno patinato e molto più pratico. Niente lustrini. Niente eccessi. Niente champagne e caviale per ingannare l'attesa. Solo lavoro. Infatti, arrivano quasi tutti nello stesso momento, con le loro divise d'ordinanza. Reduci dalla sfilata precedente, entrano, cercano il loro posto e cominciano a pianificare il trasferimento verso la successiva. Parlano al cellulare. Si scambiano opinioni. Fanno attenzione ai dettagli. Poco dopo, si abbassano le luci e comincia lo spettacolo. Modelle di una magrezza sconcertante scivolano in precario equilibrio su tacchi vertiginosi e tu hai solo pochi secondi per assorbire quello cha stai vedendo, i tagli, i motivi, la consistenza dei tessuti, gli accostamenti di materiali, e per chiederti quale strana legge della fisica impedisca a quelle ragazze di rovinare a terra. John Lennon canta Imagine mentre le macchine dei fotografi scattano senza posa e qualche inviato si mette a favore della telecamera parlando dentro un microfono. Cinquanta abiti e dodici minuti più tardi finiscono gli applausi e i forzati della settimana milanese si affrettano verso l'uscita. Passando nel back-stage noto l'ultima cosa che vedono le modelle prima di entrare in passerella. E' un grande foglio di carta bianco su cui qualcuno ha scritto "Walk hard & fast". Lo prendo alla lettera e cammino verso casa senza fermarmi mai.

Distanza:21,250 km
Tempo:1 36' 00''
Velocità media:13,28 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:1.453,144
km corsi negli ultimi 12 mesi:3.000,353

19 commenti:

  1. Primo!
    Mamma che brutta sensazione, ma ti è piaciuta ?
    Mau

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  2. Pensa che la maggior parte dei gay (a cominciare dal sottoscritto) farebbe non so cosa per essere invitato ad una sfilata..

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  3. ovviamente ti chiedo: quale sfilata era?

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  4. Lo vedi che non facevo il figo quando dicevo che alla fine sono un po' una rottura di scatole e che viste un paio le hai viste tutte? Certo, ci sono quelle in cui almeno ti offrono qualcosa da bere e da mangiucchiare, ma alla fine è tutto lì: secondo me le uniche che varrebbe veramente la pena di vedere sono quelle di haute couture, perchè lì almeno vedi cosa è veramente l'arte della moda. Ma era la collezione disegnata dal tuo amico di cui mi parlavi l'ultima volta che ci siamo visti? I.?

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  5. Mau: Perchè brutta sensazione, non ti piace arrivare primo?

    Sulla sfilata o avuto sensazioni miste. Temevo una cosa in stile "Pret-a-porter" o "Il diavolo veste Prada", invece ho trovato tutto molto più serio e professionale: un lavoro vero. I vestiti sono piaciuti anche a me che ne capisco poco (ce n'erano un paio davvero spettacolari, ma forse non sono del tutto obiettivo perchè conosco chi ci ha lavorato dietro per mesi). Le modelle mi hanno lasciato senza parole: niente culo, niente tette, un'andatura assurda (ma in foto e tv vengono proprio bene). Di sicuro a una sfilata maschile avrei cercato di portarmi a casa il manichino. Riassumendo: è stata una bella esperienza, un'incursione in un mondo diverso dal mio, ma, al contrario di K@rl, non credo che sarei disposto a fare qualsiasi cosa per strappare un invito.

    BlackHole: Non mi riconosci la modella? E' I.!

    Barone: A me la sobrietà della cosa è piaciuta molto, quasi monastica, un vero rito. L'haute couture intesa come Capucci o come Gattinoni che c'è differenza? Che una cosa è creare abiti perfetti e un'altra infilare gli spilli intorno alla modella...

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  6. hai certe conoscenze e non le condividi??

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  7. Ma no la brutta sensazione era dalla descrizione...
    Mau

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  8. BlackHole: ma se tu conosci tutti nel settore?!?

    Mau: ecco, sono un disastro come reporter! Comunque, più ci penso e più mi sembra che varrebbe la pena di fare un documentario serio sulle sfilate. Blacky, provvedi tu, per favore?

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  9. Approvo il documentario serio sulle sfilate.
    Ma quelle maschili.
    Di intimo.

    E con un pass per il backstage!

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  10. io vedo la faccia di mia zia quando torna dalla settimana della moda di Parigi (lavora da Valentino) e mi basta per capire il culo che si fanno!

    ma tu l'accendi la luce? perchè io a volte finisco per mettere calzini di colore diverso..

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  11. Enrico*: Già che ci sei portati il metro da sarta consì prendiamo un paio di misure e aggiorniamo le statistiche del Rapporto Kinsey.

    Oscar: Non me ne parlare. Da quando mi si è fulminata lampada grande vado avanti con un lumicino da sepolcro che non migliora il mio look.

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  12. Perche voi (It ed Oscar) siete dei principianti... Mia sorella mi ha insegnato un modo di piegare i calzini che non si scompagnano più!!

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  13. si Enrico, ma quando la lavatrice ti sputa fuori 30 calzini tutti mischiati, devi fare l'operazione separa e accoppia. a volte la faccio, a volte la rimando. e poi mi ritrovo con un calzino più lungo e uno più corto..
    ora li compro tutti uguali, così risolvo!

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  14. Bravo Oscar! Anche io adotto pure 'sto trucco... Li avevo comprati tutti neri: poi (non so come mai) qualcuno è diventato marrone, qualcun'altro blu... O_o

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  15. ..quando ti togli i calzini, la sera, prima di buttarli nella cesta: legali.
    firmato Mamma.

    (messaggio vero della mammina, di quando a 19 anni (sob!), andai in vacanza per 2 mesi, da solo !!)

    il problema,almeno per me, e' vincere la pigrizia. A sera ho solo voglia di schiantare nel letto.

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  16. Enrico*: Lo scorso Natale, la ragazza del FraStellino mi ha regalato delle speciali mollette con cui infili le calze in lavatrice già appaiate. Purtroppo sono pigro e spesso mi dimentico di usarle.

    Oscar: Anche io li compro in serie però poi li metto in circolazione scaglionati e mi ritrovo con vari livelli di scoloritura e usura che richiedono metodi archeologici per abbinare calzini almeno coevi se non proprio gemelli.

    Come diceva la nonnina dell'Ace, Enrico*, tu mi sbagli candeggio.

    Angeligio: Benvenuto. 2 mesi di vacanza da solo a 19 anni? Interrail? Autostop? Scrocco selvaggio? Che invidia! Quando avevo 19 anni gli sms non esistevano ancora, quandti anni hai? Di sicuro meno di me. Doppia invidia! Visto che la sera sei più vispo che la mattina potresti fare il nodo quando ti svegli. Però, non sono sicuro che la tua mamma abbia ragione. Se le calze sono annodate, come fanno a pulirsi nelle "zone di contatto"?

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  17. dove si trovano queste speciali mollette per calzini??

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  18. no guarda a me faceva una brutta sensazione, come di asettico.
    Mi immaginavo qualcosa di più poetico, meno frenetico.
    Mau

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  19. BlackHole: Da Moroni Gomma. SOno così speciali che tiri fuori i calzini dalla lavatrice e li appendi direttamente al filo.

    AmuMau: Hai presente il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo? Con tutte quelle persone che avanzano verso il pittore? Ecco, se era asettico, era asettico in quel modo. Asettico coinvolgente.

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