giovedì 2 aprile 2009

SuperMacho

Questa mattina ripensavo al giochino di Enrico* e alla questione dei supereroi. I miei preferiti sono Batman e l'Uomo Ragno, specie nelle loro ultime incarnazioni. Due disadattati, emotivamente instabili, che vivono reclusi in città. Il giustiziere psicopatico e l'eterno incompreso. Eroi minori: non potrebbero mai salvare il mondo come Superman o i Fantastici Quattro.

Ci pensavo perché mi sono accorto di non aver mai avuto un eroe, un idolo e neppure un feticcio. Ricordo che da piccolo i miei compagni avevano le camere tappezzate di poster con calciatori e cantanti. Io no. Più tardi, sono arrivati i manifesti del Che e quelli di Ghandi: da me c'erano una litografia di Guttuso e un marinaretto di Bueno.

A questo punto, le mie sinapsi si sono esibite in uno di quei salti acrobatici per cui sono celebri e dai cassetti della memoria è uscita laLorenza, la maestra del pomeriggio (che io ero un bambino fortunato e a scuola ci restavo almeno otto ore ogni giorno, così potevo imparare di più).

Arrivati in quarta elementare, laLorenza (l'articolo a Milano è d'obbligo) decise di avviare un programma di pari opportunità per cui non esistevano più cose da femmine e cose da maschi ma tutti dovevano saper fare tutto. Così, a settimane alterne, e secondo l'andare delle stagioni, passavamo dal calcio al salto della corda, dal traforo al punto croce, dai palazzi costruiti con fiammiferi e bastoncini dei ghiaccioli alla perfetta apparecchiatura della tavola, dai giochi con le carte ai ferri da calza, dai modellini in cartoncino al ricamo. Una vera palestra di vita, un po' Montessori, un po' metodo Steiner.

Io nello sport non ero particolarmente brillante, ma eccellevo in tutte le attività manuali e –ovviamente- ero il più bravo in ricamo (persino più bravo delle bambine). Mi piaceva anche fare la maglia ma lì (eravamo una classe piuttosto atipica) il primato spettava ad un altro maschio, l'enorme Andreone che passava le domeniche allo stadio e da anni confezionava sciarpe nerazzurre per tutta la curva (non ho mai saputo come avesse cominciato né perché).

Ovviamente, l'approccio pedagogico dellaLorenza suscitò un vespaio tra i genitori che gridarono subito allo scandalo. Ricordo che un giorno mio padre mi portò a scuola e venne arpionato da una mamma piuttosto infuriata perché suo figlio era costretto a imparare cose per niente da uomo. Mio padre la guardò e disse "E poi quando va al militare e gli si stacca un bottone o deve sistemare l'orlo ai calzoni che fa? Chiama la mamma?". Punto, set e partita: con mia grande sorpresa, gli orli a giorno e il punto erba erano salvi.

Io e mio padre non ci siamo mai presi granché. Parliamo lingue diverse e non abbiamo molti interessi in comune. Lui ha fatto l'ufficiale di complemento, io il servizio civile. Non credo lo sappia, ma quel giorno mi ha insegnato che un vero uomo non ha paura di usare ago e filo e forse, per cinque minuti abbondanti, è stato il mio eroe.

Mia madre continua a usare i copricarrello coi fiori blu che ho ricamato quell'anno.

Distanza:
10,983 km
Tempo:
50' 00''
Velocità media:
13,18 km/h

km corsi negli ultimi 6 mesi:
1.567,097
km corsi negli ultimi 12 mesi:
2.643,799

15 commenti:

  1. Prima che lo faccia notare chi sappiamo noi. Dichiaro fin da subito che il post ha la data di ieri ma è stato pubblicato solo oggi (ieri è stata una gionata pesante).

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  2. Ma è fantastico questo articolo!

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  3. Gipris: Ti riferisci all'articolo scritto o a quello ricamato? in caso corro subito a comprare delle matassine di moulinè lucido per farti il corredo

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  4. ce lo sapevo che se ti compravo una copia di Rakam la serata svoltava

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  5. Certe cose si vengono a sapere sempre dopo... Non è mai troppo tardi Marcus.
    Mia madre era una ricamatrice ed una sarta, il primo ricordo che ho è dell'età di due anni che mi sono cucito un dito con la Singer a pedale, girando la ruota troppo forte ed il piedino mi ha trascinato il dito insieme ai pezzettini di stoffa che cercavo di mettere insieme. Così come i primi giocattoli sono stati ago e filo, che ho sempre preferito a palla e fucili.

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  6. Scusa la mia ignoranza in tema It, ma mi daresti la definizione di copricarrello?

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  7. Gip, questo articolo è fantastico come tutti gli articoli di It...
    Marcus te lo può confermare!!

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  8. marcus: Ho già l'abbonamento
    Macsi: Come erano belle le Singer a pedali. L'hai conservata, vero?
    Enrico*: In effetti non credo ci sia sullo zingarelli. Diciamo coppia di tovagliette ricamate con abbondanza di fiori e orli a giorno da mettere sui piani del carrello per evitare che si rovinino? Oddio, sembra la descrizione di quei centrini su cui mia nonna poggiava il telefono. Ma assicuro che sono molto meglio :-)
    Enrico*: Non stuzzicare il marcus che dorme.

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  9. no perchè il centrino è un pizzo e lo fai all'uncinetto col punto catenella oppure al tombolo e io ciò i miei limiti e queste cose non le so fare!

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  10. Ottimo! Finalmente qualcuno potrà insegnarmi a fare la maglia! E' una vita che voglio fare sciarpe lunghe lunghe, di lana grossa e caldissime per tutti!!! :-)

    Per of PerSpa

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  11. Per: proprio come piacciono a me, fatte mettendo insieme i fili di vari gomitoli e usando quei ferri grandi grandi...
    Macsi: Crepi il lupo, Mitico.

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  12. come sei borghese. io non ho mai avuto in casa un carrello su cui mettere dei copricarrello :)

    e comunque con le mie zampette di porco dubito che potrei mai fare un lavoro a maglia o all'uncinetto: ho insormontabili difficoltà già a fare il nodo della cravatta....

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