martedì 3 febbraio 2009

La sicurezza degli oggetti - 2

La nonna di XXX diceva che certe cose, anche quando non servono, non si possono buttar via come se niente fosse, perché sono sacre. Nel suo caso, si trattava soprattutto dei santini, delle immaginette, dei fogli con le preghiere e delle tante pubblicazioni religiose che riceveva per posta. Era una donna d'altri tempi, con una devozione antica, ma sapeva di non poter conservare tutto quel materiale. Così lo metteva da parte, in attesa di una giornata fredda, poi accendeva il camino (o meglio, lo faceva accendere a XXX che lei non era più tanto in forze) e affidava suppliche, immagini e pensieri alle fiamme, affinché le portassero lassù, a colui che le aveva ispirate. Io non credo, e non ho mai creduto, ma ho sempre trovato questo gesto, questo modo di pensare gli oggetti, di una bellezza commovente.

Mettendo ordine fra le mie cose, mi sono imbattuto in una scatola piena di candele. Le nostre. Quelle che accendevamo per fare atmosfera. Quelle sopravvissute a una mitica festa di Halloween. La grande candela blu che ci ha accompagnato per tanti natali. I lumini della cena con le amiche a cui -finalmente- aveva parlato di me. Il barattolo coi mozziconi sciolti intorno a uno stoppino nuovo. Le candeline rosse sulla dacquoise per il suo compleanno. Le ranocchie che dovevano galleggiare sul pelo dell'acqua e che invece affondavano al primo sentore di fiamma...

Vi sembrerà sciocco e sentimentale, ma come avrebbe detto la nonna di XXX, quelle candele erano sacre, erano un pezzo di noi e non volevo che finissero in mezzo alla spazzatura. Così le ho accese tutte, una dopo l'altra, per quasi un mese. E chiunque sia passato da queste parti deve aver pensato di entrare in una cattedrale, perché l'aria era intrisa di cera e si vedevano fiammelle danzare nei posti più strani. L'ultima si è spenta ieri notte sul balcone della mia stanza. È diventata piccola piccola, si è ridotta a un puntino incandescente e poi, con un crepitio leggero, si è trasformata in un filo di fumo.

11 commenti:

  1. Hai fatto bene, anche io ho preso le cose del mio ex e le ho bruciate. Brutta persona e brutti ricordi. Prima lo dimentichi e meglio starai.

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  2. Marcus, forse ti sei perso l'inizio di questo discorso. Non sto eliminando le cose di XXX ma le mie. Ovviamente, visto che lo conosco da quando avevamo 17 o 18 anni, capita spesso che si tratti di cose in qualche modo legate a lui o a noi o a me soltanto ma con dentro un pezzetto magari insignificante di lui (oddio: ciò che ho appena scritto significa qualcosa in un qualche dialetto simil-italiota?). Sto solo facendo spazio, alleggerendo un po': non c’è nessuna epurazione in corso. Mi spiace che tu abbia brutti ricordi. I miei sono quasi sempre belli, a volte un po’ tormentati, ma comunque, per quanto mi riguarda, non c’è nulla da dimenticare.

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  3. Piccolo, poetico, romantico Corridore nell'alba.
    Sembri il "Vecchio dell'Alpe" e invece hai il cuore della piccola Heidi.
    Molti anni fa (dopo la fine della mia prima e lunga relazione - con sofferenza lancinante ed epurazione di tutto quanto mi ricordava lui, rimanendo con più nulla, nè canzoni, nè film, libri, abiti, luoghi... perchè tutto era legato al suo ricordo) decisi che mai più mi sarei affettivamente attaccato alle cose se non a quelle comprate, procurate da me medesimo.
    Per quanto deluso potrò mai essere da me stesso in fondo è impossibile non amarmi.
    Fortunatamente mi fanno schifo le candele, mia nonna (che mi ha trasmesso la poca simpatia per codesti aggeggi) ogni volta che ci trovava, me ed i miei cugini (è preistoria, ancora le candele si facevano con le ossa degli animali e col sego) in procinto di creare atmosfera con candele e moccoli vari, accendeva subito la luce dicendoci: Sieee ci dovrò star poco al buio da morta, figurati se voglio cominciare ora.

    Logorroico ed inopportuno come al solito. Scusa. Ciao.

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  4. Macsi, meraviglioso come sempre. Però bisogna superare questo trauma infantile: le candele adesso si fanno con la paraffina, come le creme di bellezza. Domani sera ci sei all'Insyraduno?

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  5. Io non riesco a buttare via niente. Conservo tutto, anche le cose più insignificanti, se per me hanno un significato speciale.
    Ho una piccola moleskine nera, di quelle con l'elastico. Me l'ha regalata Spa prima ancora che ci mettessimo insieme. All'inizio ci scrivevo una sorta di diario,adesso che non ho più il tempo di scrivere ci incollo dentro tutto quello che posso. Il risultato è che ne ho triplicato lo spessore...:-)
    Ma quando la sfoglio sorrido sempre e qualche volta scende anche una lacrimuccia...
    Che vuoi farci, sono un inguaribile romantico...;-)

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  6. Ho seguito il link alle puntate precedenti. Se non ti parla dopo tanti anni insieme allora è scemo. Secondo me è stato scemo anche a lasciarti perchè mi sembri uno che merita. Se vuoi ci possiamo fidanzare ;-)

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  7. Per, un giorno organizziamo un meeting per vedere chi ha il moleskine più smielato. Ecco, il moleskine (al maschile: io l'ho sempre chiamato così, forse per misoginia latente) è una cosa da cui non intendo separarmi. E ce ne sono altre che sto conservando in quanto affetto dalla tua stessa patologia. Ma la maggior parte e' destinata al monte dei pegni. Ad esempio, qualcuno vuole un violino? Ne ho ben due...

    Marcus, prima regola del Fight Club: non si parla mai male di XXX. Seconda regola del Fight Club: non dovete mai parlare male di XXX (immaginami in versione Tyler/Brad Pitt mentre lo dico). So che lo dicono tutti, ma sono stato io a lasciarlo e non il contrario. Quando decidi di stare con qualcuno ti scegli un giudice. Non puoi dire che il giudice ha ragione finchè decide di stare con te e poi dire che è scemo se decide di cancellarti dalla sua vita. E' il tuo giudice, punto e basta. Il mio ha deciso che non merito e sicuramente ha un sacco di amici migliori di me (non ci vuole tanto). Per quanto riguarda il fidanzamento, manda foto e curriculum a Macsi: lo analizzeremo con cura e poi ti faremo sapere.

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  8. "Non puoi dire che il giudice ha ragione finchè decide di stare con te e poi dire che è scemo se decide di cancellarti dalla sua vita."
    Per dirla alla Veltroni: ma anche no.
    Ma concordo con te, uno fa quello che gli permetti di fare ed è quel che è, non puoi permetterti di cambiarlo, altrimenti tantovale cercarne un altro più consono.
    Comunque quel che costruisci lo fai insieme, meraviglie ed orrori, miserie e splendori, son tutte lì a provare che ti sei più o meno impegnato con questo XXX, l'xxx di ognuno di noi, certo è più facile dire che la colpa E' sua, pensarlo uno str*nzo certo ci aiuterà a superare prima il trauma della fine ma, tragicamente, non è mai così.

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  9. P.S a che ora andiamo stasera a prendere il book? Ed in che luogo?

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  10. Macsi, l'ho gia' detto, se ha deciso di escludermi dalla sua vita significa che ho fatto qualcosa per meritarlo. Ne consegue che e' sicuramente colpa mia. In caso contrario, voglio i nomi. E voglio essere risarcito per tutto cio' che e' successo dopo.

    PS: ho appena postato ora e luogo dell'appuntamento, facciamoci belli per le foto

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  11. Ma a volte le cose finiscono perchè finiscono. E' nell'ordine naturale delle cose che col tempo i sentimenti si trasformino, la passione diventa amore, l'amore diventa affetto, stima, abitudine (che il più delle volte è cosa bella se sussistono le precedenti), il piacere della reciproca compagnia, oppure, semplicemente, smettono di essere.
    Non necessariamente perchè uno abbia fatto qualcosa all'altro. E non necessariamente si deve portar rancore. Anzi.

    Uffa Bello, at 6,00 p.m. it's too early for me.

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