venerdì 31 luglio 2015

Gernika/Lumo - Bilbao

A Guernica è l'inferno. Non è il '39, e non siamo sotto il fuoco della Condor, ma dal cielo ci piove addosso di tutto. Tuoni, lampi, fulmini e acqua. Tanta acqua. Acqua a secchi, a barili, a cisterne. Il sentiero che sale sulla montagna è un fiume che ruscella verso valle. E noi lo risaliamo come due salmoni felici, io e Ere.

giovedì 30 luglio 2015

Izarbide Aterpetxea - Gernika/Lumo

Il punto di saturazione può dirsi raggiunto nel momento in cui non c'è più differenza tra tenere i piedi nella pozzanghera oppure fuori. Io, il punto di saturazione, lo raggiungo ancora prima di lasciare Izarbide Aterpetxea. Mi basta infilare le Nike e so già come sarà il resto della giornata. Pioggia, sole, pioggia, ancora sole. E fango. E pozzanghere. Si potrebbero scrivere varie tesi eh laurea sulla capacità di assorbimento dei terreni tra Izarbide Aterpetxea e Gernika/Lumo: cambia ogni cinquanta metri e senza nessuna logica apparente.

mercoledì 29 luglio 2015

Orio - Izarbide Aterpetxea

Izarbide Aterpetxea non esiste. Izarbide Aterpetxea è un luogo immaginario. A Izarbide Aterpetxea si arriva solo grazie alle indicazioni di Rosario, l'hospitalera di Orio, e a una strana mappa che pare il disegno fatto coi pennarelli da un bambino delle elementari. Nei boschi intorno a Izarbide Aterpetxea c'è un mostro cattivo che cancella le frecce con la vernice nera, oppure ne traccia di nuove, che vanno in tutte le direzioni possibili. A Izarbide Aterpetxea c'è il camino acceso anche in piena estate e il bucato si fa stando in piedi sotto la pioggia. 

Distanza giorni media

Per gli amanti delle statistiche

martedì 28 luglio 2015

domenica 26 luglio 2015

Saint-Étienne-de-Baigorry - Espelette

 "Adesso mi sdraio contro quest'albero e mi lascio morire. Ecco, mi faccio pure un ultimo selfie. Il gruppo del controllo missione su uozzáp ha le mie coordinate di un'ora fa. Domani manderanno qualcuno a cercarmi. Peccato che qui non ci sia campo. Però c'è uno stormo di aquile che mi vola sulla testa. Morire sotto uno stormo di aquile: che cosa chic".

giovedì 23 luglio 2015

Arudy - Hopital-Saint-Blaise

Non riesco a trovare una foto decente di CanEsausto. La cosa non stupisce: CanEsausto non ha proprio un bell'aspetto. È spuntato fuori dal nulla ad Aren, con la sua camminata strana e il suo fiato corto. CanEsausto respira tre volte al secondo. Il suo cuore, probabilmente, non scende mai sotto le trecento pulsazioni al minuto. Come quello di un colibrì, ma in un corpo canino. CanEsausto è afflitto da una sete perenne. Beve in tutti i fiumi e le pozzanghere che incontra. Credo abbia anche fame, però non chiede nulla. CanEsausto ha il collare, ma non ha la medaglietta. Si vede che è cresciuto in casa. Non ti avvicina. Non ti annusa. Non ti lecca. Non invade i tuoi spazi. CanEsausto mantiene una distanza rispettosa. Da venti centimetri a venti metri. CanEsausto mi ha visto cadere lungo una scarpata coperta di fango e non si è scomposto nemmeno per un attimo. Ha aspettato che mi rialzassi e alla scarpata successiva si è messo seduto per darmi il tempo di scendere con calma. CanEsausto non abbaia mai. Però ti guarda. E ha un'espressione intelligente. Forse si aspetta la stessa cosa dal bipede che gli sta davanti. Questo bipede, però, ha scarsa dimestichezza con gli animali. Quindi, all'inizio, l'ha guardato con un misto di paura e diffidenza. Poi, con l'aria incerta di chi non è pronto per una relazione di nessun tipo, nemmeno col migliore amico dell'uomo. E di chi vorrebbe chiedere scusa perché non riesce a fargli una carezza, a offrirgli un sorso d'acqua, a condividere con lui una fetta di prosciutto. Perché c'è sempre il rischio  di essere fraintesi. Che la disponibilità di un momento venga scambiata per un impegno a più lungo termine. Eppure, mi ha seguito per dieci chilometri attraverso il bosco. E poi si è sdraiato davanti alla porta sbarrata dell'ostello. Mi ha scortato tra le quattro case di questo paese. E ancora adesso, mentre cerco di mangiare senza fargli vedere cosa ho nel piatto, se ne sta là,  in silenzio, senza aspettarsi nulla in cambio. Non si capisce cosa ci trovi in me. Forse gli basta il fatto che non abbia mai provato a mandarlo via. Basta davvero così poco per entrare nel cuore di un CanEsausto?

CanEsausto, non è colpa tua. Saresti un perfetto compagno di viaggio. Sono io che non sono pronto. Grazie di avermi scelto, ma domani mattina, per favore, lasciami andare. Da solo.

mercoledì 22 luglio 2015

Lourdes - Arudy

Nuovo cambio di sentiero. Da oggi sono sul GR78, lo Chemin du piémont pyrénéen. Sembra di stare nella Contea e che, da un momento all'altro, debbano spuntare Bilbo, Frodo e il resto della Compagnia. Leggera pioggia a parte, tutto bene.

(Connessione pessima. Le immagini Non si caricano)

Adieu

martedì 21 luglio 2015

lunedì 20 luglio 2015

Marciac - Ibos

"Prendre ensuite le chamin à gauche et traverser la Géline sur un poteau électrique couché". L'attraversamento del ruscello in equilibrio sul palo della corrente caduto è il momento comico della giornata. Con venti chili di zaino sulle spalle e un leggero problema di vertigini è un peccato che non ci sia nessuno a filmare la scena. Meraviglie della federazione degli escursionisti francesi nei cui confronti sono sempre un po' critico. Bisogna però riconoscere che hanno costruito una rete  di sentieri che permette di attraversare il paese in tutte le direzioni e che una cosa simile in Italia noi ce la sogniamo. E allora mettiamola alla prova. Addio 653. Passiamo sul 101. A giudicare dalle ragnatele sarà qualche giorno che non viene frequentato ma la segnaletica è perfetta come sempre. 47 kilometri e arrivo a Ibos con un piede un filo malandato. Altri 6 per andare e tornare dalla farmacia. Mi mangio un altro po' di scatolame così alleggerisco lo zaino (oggi qui i ristoranti sono chiusi) e vado a dormire.

domenica 19 luglio 2015

Barran - Marciac


Ieri notte il diluvio. In perfetta sintonia con la toponomastica del paese accanto. Questa mattina pioggerellina cattiva. Con la mantella sembro l'omino del tonno nostromo.

sabato 18 luglio 2015

L'Isle-Jourdain - L'Isle-Arné - Barran

Cominciamo dalla fine.

Ma è un complotto? Il cuoco di Barran ha deciso di grigliare il pesce proprio appena mi sono seduto a tavola. Adesso puzzo come una confezione di Sheeba.

giovedì 16 luglio 2015

Montferrand - Tolosa - L'Isle Jourdain

È possibile farsi le canne per interposta persona?

Ieri ho risalito il Canal du Midi fino a Tolosa. Il Canal è da sempre una delle mie ossessioni ingegneristico-architettoniche preferite. Collega l'Atlantico col Mediterraneo e le sue acque scorrono placide tra chiuse e gallerie, scavalcano le valli tramite ponti e -soprattutto- si muovono in direzioni opposte. La storia dell'opera meriterebbe un post tutto suo. Chi vuole può dare un'occhiata su Wikipedia che ha una pagina abbastanza curata sull'argomento.

Per quanto mi riguarda, ho sempre desiderato percorrerlo a piedi, in canoa o in bicicletta. Quindi, essendomelo trovato davanti, non ho saputo resistere alla tentazione: addio sentiero e benvenute sponde alberate.

Dodici ore e oltre cinquanta chilometri più tardi, con una temperatura che i termometri delle farmacie registrano tra i 35 e i 39 gradi, arrivo all'auberge sognando pace e  tranquillità.

Un uomo ha il diritto di sognare. Poi, però, si guarda intorno e scopre che l'età media degli altri ospiti sarà di circa vent'anni, per non dire pure diciannove e capisce che sarà una lunga notte.

Soprattutto quando qualcuno inizia a riempire di birra i frigo di delle stanze. Soprattutto quando, alle sette, qualcuno arriva con un carico di carbonella. Soprattutto quando alla carbonella si aggiunge così tanta carne e salamelle come non se ne vedevano dall'ultima festa dell'Unità con Berlinguer presidente.

Verrebbe da chiedersi quale mente forgiata per il pensiero abbia deciso di mettere a disposizione di clienti in pieno subbuglio ormonale un barbecue grande come una portaerei. Verrebbe da chiedersi quale direttore d'hotel sia così pregiudicato da lasciare organizzare un party per trenta persone solo per veder esplodere la sua presenza sui social.

Due ore più tardi, l'auberge è invaso dal fumo. La situazione peggiore si registra nella stanza del sottoscritto che si trova sulla verticale della grande ecatombe (già: i bambini non hanno pensato di piazzarla al centro del giardino, e nemmeno gli adulti che avrebbero dovuto supervisionarli).

Con le finestre aperte non si può stare. E con le finestre chiuse nemmeno. Viene convocato il consierge che prima offre uno scantinato e un'ora più tardi il letto di un cliente che ha disdetto. Per giunta, quando si dice la fortuna, il letto in questione si trova in una delle poche stanze dotate di condizionatore (che ha solo due opzioni: spento o freddo polare).

A mezzanotte, quando gli occupanti della cella frigorifera si stringono nei loro piumoni, l'auberge è invaso da un altro tipo di fumo. Del genere che suscita grande allegria o indicibile paranoia.

Sarà per questo che comincio a svegliarmi ogni venti minuti e a fare sogni piuttosto allucinati?

Alle quattro, quando scendo per fare colazione, trovo un francese in  mutande che parla con uno spagnolo dall'occhio luccicante. Ovviamente, nessuno dei due parla la lingua dell'altro (o una lingua straniera in comune) ma si fanno delle grandi risate .

Parto stravolto e mi sento stanco per il resto della giornata. Ho bisogno una rivincita. Stasera entrecote. Bleu, s'il vous plaît.

martedì 14 luglio 2015

Sorèze - Montferrand

Infilarsi nella rigole du canal du Midi è come giocare una partita di Mario Kart ma senza i powerup (di cui ci sarebbe molto bisogno). Curva a destra. Curva a sinistra. Curva a destra. Curva a sinistra. E avanti (si da per dire) così per 33, 35, 39 kilometri (con tutte quelle curve sembra che ognuno misuri la distanza a modo suo).

"E adesso It reciterà per noi Il Padre Nostro in italiano". Chi? Io? Essendo ospite di persone molto gentili e molto religiose, partecipare ai vespri mi era parsa cosa buona e giusta. Il Padre Nostro? I cieli... Il nome... Il regno... Il pane quotidiano... I debiti... Amen. Spero di aver messo tutti i pezzi al posto giusto. La prossima volta mi conviene studiare o mi tocca tornare a settembre. Quasi quasi, però... In fondo, qui si sta proprio bene.

lunedì 13 luglio 2015

Sono a Sorèze

Negli ultimi due giorni.

Ho fatto pratica nell'uso del bastone.
Mi sono perso in un bosco
Ho incontrato un serpente
Ho quasi rotto il telefono
Sono rimasto isolato dal mondo dopo aver digitato il Pin errato (Santa Super che ha recuperato il Puk).
Sono stato ospite di una pittrice fantastica che ha fatto il 68, attraversato l'Europa in autostop, vissuto in una comune, visitato posti in Africa e Sud America che noi umani non possiamo neanche immaginare.
Ho cenato con uno scultore che a sedici anni è partito per l'Australia ed è tornato a casa solo dieci anni più tardi, dopo aver visto un po' il mondo.
Sono sceso dall'ultima montagna.
Ho comprato il quarto barattolo di nutella.
Ho fatto una tappa mostruosa per vedere gli arazzi di un monaco benedettino che tolgono il fiato.
Ho parlato in quattro lingue  diverse con la stessa persona.
Ho accumulato troppe ore di sonno arretrato



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