lunedì 20 luglio 2015

Marciac - Ibos

"Prendre ensuite le chamin à gauche et traverser la Géline sur un poteau électrique couché". L'attraversamento del ruscello in equilibrio sul palo della corrente caduto è il momento comico della giornata. Con venti chili di zaino sulle spalle e un leggero problema di vertigini è un peccato che non ci sia nessuno a filmare la scena. Meraviglie della federazione degli escursionisti francesi nei cui confronti sono sempre un po' critico. Bisogna però riconoscere che hanno costruito una rete  di sentieri che permette di attraversare il paese in tutte le direzioni e che una cosa simile in Italia noi ce la sogniamo. E allora mettiamola alla prova. Addio 653. Passiamo sul 101. A giudicare dalle ragnatele sarà qualche giorno che non viene frequentato ma la segnaletica è perfetta come sempre. 47 kilometri e arrivo a Ibos con un piede un filo malandato. Altri 6 per andare e tornare dalla farmacia. Mi mangio un altro po' di scatolame così alleggerisco lo zaino (oggi qui i ristoranti sono chiusi) e vado a dormire.


L'altro momento comico della giornata è stato all'abbazia di Tarasteix dove mi sarei dovuto fermare stanotte. Visto che avevo prenotato, ho cercato di pagare ma la perpetua non ne voleva sapere. Siamo andavi avanti per dieci minuti finché non è arrivato il prete che ha passato gli ultimi 35 anni a ricostruire l'abbazia pietra su pietra, dal chiostro al campanile ai giardini esotici, per il quale invece potevo fare una donazione a patto che accettassi di ripartire carico di frutta e piadine. Va bene, raccontata così non è tanto divertente ma sono troppo stanco per badare alla prosa. Fidatevi, noi tre abbiamo riso un sacco.

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