"Avanti. Succhialo".
Tanti anni di pratica dovranno pur servire a qualcosa.
Non è un viaggio fortunato per lo smartcoso. Dopo essere caduto ed essersi bloccato per mancanza di puk (non trovo il post ma sono sicuro di averlo scritto), ieri notte l'ho poggiato per trenta secondi sulla mensola del bagno senza accorgermi che qualcuno l'aveva precedentemente allagata. Un disastro. Acqua dappertutto. Lo smonto. L'asciugo. Penso sia tutto a posto.
Questa mattina scatto la solita foto per il gruppo su uozzáp e... panico! Nebbia: nel telefono c'è la nebbia. Guardo meglio: l'obiettivo della telecamera è pieno d'acqua. Provo a scuoterlo. Niente. A infilarci della carta. Niente. Ci vorrebbe qualcosa per aspirarla via. Ma sono in mezzo a una strada buia e non posso rientrare nell'ostello. L'unica cosa con una notevole capacità di suzione sono io. Quindi, per la serie "rari momenti di imbarazzo", spalanco la bocca, ci infilo il telefono e comincio a succhiare.
Credo sia un atto illegale in almeno la metà degli stati occidentali e in tutti quelli del Medioriente, e che costituisca pure motivo per l'annullamento immediato della garanzia, ma ha funzionato.
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"Non c'è posto".
Essere il primo a raggiungere Donostia/San Sebastian (questa fissa dei doppi nomi è complicatissima se dovete leggere una mappa) significa dove fare una scelta. Aspettare quattro ore fino all'apertura o continuare?
Continuare ovviamente.
Ma significa anche arrivare all'ostello successivo (dopo un imprecisato numero eh chilometri) e trovarlo pieno.
Per fortuna, mentre preparavo un piano di battaglia alternativo qualcuno ha disdetto la sua prenotazione.
La lezione del giorno è questa: "Al Norte si può prenotare". Adesso che lo so mi regolerò di conseguenza.
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Donostia/San Sebastian è uno strano incrocio tra Santa Monica e Nizza con surfisti boni (e non) a ogni angolo di strada.
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