venerdì 6 marzo 2015

Tipo Pulp Fiction, ma più incasinato

Non mi sono mai fatto una canna e non ho mai letto un libro di Thomas Pynchon. Sono due gravi lacune ma, entro la fine dell'anno, conto di riuscire a colmarne almeno una. Per l'altra non faccio promesse, però, dopo aver visto il nuovo film di Paul Thomas Anderson, c'è da essere tentati.

A scanso di equivoci, Paul Thomas Anderson è quello che ci ha regalato l’elogio del pene di Tom Cruise e Mark Wahlberg con tre gambe. Da non confondere con Wes Anderson, quello degli incasinatissimi fratelli Tenembaum e di Grand Budapest Hotel col suo racconto nel racconto nel racconto. E confonderli è facile, visto che entrambi fanno solo film in cui lavorano almeno due dozzine di attori famosi e le trame sono semplici come l’albero genealogico di Abramo.

Vizio di Forma non fa eccezione, quindi non provo nemmeno a raccontarlo. Diciamo solo che c’è Joaquin Phoenix  con le basette che sembra Mel Gibson che interpreta Wolverine, Josh Brolin che si mette in bocca qualsiasi cosa abbia un aspetto anche solo vagamente fallico, Owen Wilson più fulminato del solito, Reese Witherspoon in versione Rivincita delle Bionde dieci anni dopo, Benicio del Toro in una scena memorabile e tanti altri. E diciamo pure che se vi distraete per più di trenta secondi allora siete fottuti: vi conviene uscire dal cinema, fare due passi, mangiare una pizza e tornare per il prossimo spettacolo (in alternativa, consultate rapidamente la pagina in inglese di Wikipedia).

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