#settembre

"E adesso ti dobbiamo trovare un ragazzo".

"No. Adesso voglio essere egoista. Per i prossimi dodici mesi voglio pensare solo a me stesso, ai miei amici e alla mia famiglia. Non c'è posto per nessun altro. Non c'è posto per nessuno di nuovo".

Succedeva un anno fa.

In questi mesi, "#settembre" è diventato un gioco con tutti quelli che conosco, un lungo di rassicura i "farò", una specie di Terra Promessa. C'è chi ha provato a presentarmi un amico. Chi ha tentato di farmi iscrivere al sito per l'intermediazione dei corpi. Chi mi ha voluto spiegare che un gay non praticante non è gay per davvero. E c'è stato un sacco di gente a cui è sembrata solo l'ennesima delle mie stranezze.

In questi mesi, ho praticamente ringhiato contro chiunque provasse anche solo a dirmi ciao, ho fatto più o meno tutto quello che mi passava per la testa, mi sono goduto la singletudine e sono stato fastidiosamente felice.

Quindi, adesso, cosa succede? Nulla. Non andrò a rimorchiare in discoteca, non scaricherò Grindr, non aprirò un profilo su Romeo, e non mi dedicherò attivamente alla ricerca di un uomo che possa far palpitare il mio cuore di pietra. Da oggi in poi,  però, se ci sarà ancora qualcuno abbastanza matto da volermi invitare a bere un caffè, molto probabilmente gli risponderò "Dimmi  dove e quando".