sabato 11 luglio 2015

Saint-Gervais-sur-Mare - La Salvetat-sur-Agout

Di partire presto non te l'ha prescritto il medico. È una tua scelta. Un po' lo fai perché ti piace quando vedi sorgere il sole. E un po' perché altrimenti le tue tappe sarebbero molto più corte. Entri nel bosco, accendi la torcia ed è tutto bellissimo, come in Un sogno di mezza estate.

Avanzi a passo spedito. Poi li senti. Latrati. Improvvisamente il bosco ritorna quello delle fiabe. Di cappuccetto rosso, di Hansel e Gretel, delle streghe cattive e dei mostri feroci.

Ti fermi. Anche i rumori smettono. Riparti. Altri latrati. Cani che abbaiano. Quanti? Almeno due. Forse tre. Paura. Sai bene che non ci sono fattorie davanti a te. Torni indietro. Poi di nuovo avanti. Poi indietro. Ormai questi cento metri di bosco li conosci così bene che fanno ancora più paura. Raccogli una pietra. Come l'altro giorno sulla falesia.

"Sono grande, grosso e stupido - ti dici - che ci faccio fermo qui?". Resti venti minuti a pascolare come un vitello impaurito su quel sentiero. Poi ti decidi. 

Duecento metri più avanti trovi un recinto con tre cagnoni bianchi modello Belle e Sebastien. Non è dato sapere a cosa facciano la guardia. Tiri un sospiro di sollievo e stringi la tua bella pietra.

Paura? Chi? Io?

Arrivano i primi raggi di sole. Ti imbatti in un coniglio obeso e pensi che se ce la fa lui a sopravvivere su questa montagna ce la puoi fare anche tu.

Getti la pietra e con passo leggero ti infili nel fitto della boscaglia. La luce filtra a fatica. Il sentiero si fa stretto e ripido.

E poi. Eccolo. È nero, tozzo, e ti sbarra la strada. Perché cavolo hai gettato la pietra? Ringhia. Quindi anche lui ti ha visto. Raccatti un bastone da terra e ti prepari allo scontro ma quello scivola via.

Gambe in spalla. Il bastone picchia su tutto quello che incontri. Bisogna uscire da qui. Cinquecento metri più avanti ne trovi un altro. Alla tua destra. Sul versante a monte. Lo senti che carica. Piomba in mezzo al sentiero poi decide di scomparire verso valle.

Avanzi per altri dieci minuti. Non sei mai stato così allerta. Non hai mai fatto tanto rumore. Ed ecco che arriva il terzo. La torcia lo disturba. Ringhia e se ne va.

Un'ora più tardi raggiungi la strada. Hai perso almeno un chilo e tre anni di vita. Ma sai che domani partirai presto lo stesso.

Certa gente e non impara mai.

1 commento:

  1. Ahahahahahah! Anche a me a Stromboli, sento ancora il fiato caldo sulle caviglie di quel lupo feroce.

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