Gallargues-Le-Montueux - Montpellier

Il mio modestissimo repertoire di francese include due sole espressioni idiomatiche che, pronunciate in modo diverso, mi permettono di comunicare l'intera gamma delle emozioni umane: "oui je suis Catherine Deneuve" e "merd".

Piccolo riassunto delle volte in cui oggi non mi sono spacciato per una diva del cinema.

1. Quando, arrivato in mezzo alla vigna prima del sorgere del sole, mi sono accorto di aver dimenticato gli occhiali in ostello (4 km tra andata e ritorno).

2. Quando a furia di seguire i segnali mi sono trovato molto più a Nord del previsto e ho optato per il giro dell'oca per rimettermi sul tracciato previsto (che però era stato abbandonato per permettere la costruzione di ferrovia e autostrada, però nessuno me l'aveva detto).

3. Quando ho scoperto che Montpellier è una città fantastica dove la gente vive per strada e sembra non avere altro da fare se non socializzare (si segnala una ricca comunità gay, ricca nel duplice significato di numerosa e danarosa).

4. Quando la fantastica signora  dell'altrettanto fantastico ostello ci ha comunicato la presenza di cimici et simili (all'unanimità abbiamo deciso tutti di lasciare sul pianerottolo zaini e scarpe, anche se ci sono dubbi sull'effettiva utilità della mossa).