Questa sera sono stato al Pinch.
Il Pinch è un locale sui Navigli.
Io odio i locali sui Navigli.
Se questo fosse un sillogismo adesso dovrei dire che odio il
Pinch.
E invece no.
Una volta al mese, al Pinch, c’è Don’t tell my mom: si
mangia, si beve e qualcuno trova il coraggio per raccontare qualcosa di sé che
non vorrebbe mai raccontare alla propria madre. E’ una specie di coming out pubblico
ma clandestino sotto la regia di Matteo Caccia (sì, sempre lui). Mi ha fatto
tornare in mente una settimana di molti secoli fa. Una settimana in cui io e l’AugustaGenitrice
ci siamo seduti agli estremi opposti dello stesso divano e abbiamo parlato. O
meglio, io ho parlato e lei ha ascoltato, in silenzio, quasi senza fare domande.
Credo sia stata una delle cose più dolorose che ci siano mai capitate: una
settimana in cui l’ho sommersa di parole per raccontarle la persona che ero e
tutte le cose che erano successe e ci avevano diviso per molti anni. Alla fine,
lei si è alzata, ha sibilato una fatwā degna dell'Ayatollah Khomeini, e mi ha
chiesto cosa volessi per cena.
Mi ha fatto i fusilli col ragù.
Io amo i fusilli e amo il ragù.
Da quel momento in poi abbiamo continuato a non raccontarci un sacco di cose, ma ci siamo detti tutte quelle importanti.
DON'T TELL MY MOM
Ogni primo lunedì del mese
Pinch - Spirits & Kitchen
Ripa di Porta Ticinese, 63
Milano.
PS: odio i locali in genere, e quelli sui Navigli in particolare, perché sono tristemente astemio; però il cartoccio di formaggio fritto del Pinch non è niente male.
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